Lorica, impianti di risalita: un’opera incompleta e le colpe della Regione

Questo articolo di Francesco Pezzi è stato scritto il 1° dicembre del 2019, a tre anni di distanza dalla morte dell’operaio Enzo Bloise sulla funivia di Lorica e a nove mesi dalla patetica inaugurazione del 12 marzo 2018 della “nuovissima” cabinovia che tuttavia mai nessuno ha voluto né collaudare e né gestire fino al 29 dicembre 2021 quando gli impianti sono stati nuovamente riaperti sotto le insegne delle Ferrovie della Calabria e – toccatevi se potete – di Fausto “Orsomarcio”. Ma dietro l’angolo c’era ancora un’altra tragedia, quella che è costata la vita addirittura all’ingegnere delle Ferrovie della Calabria, Alessandro Marcelli, responsabile dell’impianto. E Pezzi, con due anni di anticipo, spiegava bene quello che è successo, quello che sta succedendo e quello che succederà. 

UN DETTO ANTICO RECITAVA: “IL SILENZIO È D’ORO”

di Francesco Pezzi

Ieri (30 novembre 2019, ndr) il Pd di Casali del Manco, infastidito dalla manifestazione sugli impianti di risalita di Lorica, ha pubblicato un post al vetriolo anche contro di me. Ringrazio tutti loro per la citazione, in particolare l’autore, ma ci sono alcune cose che è necessario chiarire, senza scendere al livello infimo a cui hanno ridotto la discussione.

Innanzitutto, voglio ribadire la mia estraneità ai fatti giudiziari che coinvolgono diversi esponenti del Partito e dell’Amministrazione di Pedace. Com’è noto, l’inchiesta “Lande desolate” non mi vede coinvolto. Tuttavia rivendico il lavoro fatto dall’amministrazione di cui facevo parte, che ha svolto un servizio non solo alla nostra Comunità, ma alla Regione intera realizzando quel progetto. I fatti hanno preso una piega inaspettata, ma questo noi non potevamo saperlo.

L’aspetto più misero di questa vicenda senza bellezza è senz’altro questo sussurrare mezze verità, questo alludere per poi ritirare la mano, caratteristico di persone senza scrupolo, oltre che senza dignità. Insinuare delle irregolarità presunte, compiute dall’allora sindaco Marco Oliverio e dal responsabile del settore tecnico (a scavalco!) Damiano Mele, per poi esprimere solidarietà è un atto di una meschinità incommentabile.

Inoltre, ciò che si è chiarito è che la riapertura dell’impianto di risalita è un bene per tutti, ma che se non si affrontano i limiti strutturali di quell’opera, e si continua ad affrontare il tema in maniera propagandistica ed elettoralistica, dopo la scadenza delle convenzioni saremo di nuovo punto e a capo. Come è emerso da numerosi interventi che si sono susseguiti, il Comune e la Regione dovrebbero aprire un tavolo tecnico con la Comunità Europea per far sì che l’impianto diventi definitivamente pubblico, e dal pubblico venga gestito.

Infine, come al solito il Pd di Casali del Manco usa due pesi e due misure (o, per parafrasare il poeta, è abituato a stabilire dal proprio cuor l’altrui misura). Nell’inchiesta in oggetto è coinvolto anche il Presidente della Regione Oliverio, rispetto al quale il Pd di Casali del Manco ha sempre espresso massima solidarietà ed una posizione garantista. Comprendiamo che le ragioni saranno senz’altro di natura politica, visto che l’amministrazione ha goduto e gode delle simpatie dell’ esponente, il quale non ha mancato di dimostrarle in occasione della campagna elettorale. Sarebbe stato però meno ridicolo non tirare in ballo la faccenda, anche per rispetto del succitato che in essa è coinvolto.
Io sono garantista sempre e non a fasi alterne.

Come dicevano gli antichi: il silenzio è d’oro, ed alcuni esponenti del PD di Casali del Manco avrebbero molto da imparare dai detti dei nostri nonni.

Inoltre tengo a ribadire che parlare di Lorica e degli impianti non è un’esclusiva del Pd di Casali del Manco ma anche di esponenti della minoranza comunale, di consiglieri regionali e di forze sindacali.