Ma questa Calabria è una barzelletta o fa ancora parte di un Paese civile? (di Saverio Di Giorno)

Ieri sera PresaDiretta è tornata in Calabria e racconta quello che già sappiamo. Neanche una settimana fa si raccontava di ulteriori servizi mancati. Ma questo è solo l’ultimo e il più generico articolo. In altri facevamo i conti in tasca alle Asp, confrontavamo il numero di professioni negli elenchi della massoneria (un sacco di medici!) e poi gli atti con i nomi e i cognomi di chi ha chiesto le chiusure e assegnato – forse – punteggi falsi. E va beh… al prossimo programma che viene in Calabria e poi se ne va… Noi però restiamo, almeno per ora. 

di Saverio Di Giorno

Ma questa Calabria è una barzelletta o fa ancora parte di un Paese civile? Viene da chiederselo seriamente perché mentre Occhiuto parla di una Nuova Calabria: Autonoma, “Meravigliosa”, con un ponte lunghissimo e piena di feste e canzonette, altrove manca tutto. E l’autonomia differenziata peggiorerà le cose.

Ecco, quindi, una bella pista di pattinaggio apparsa nel corso delle feste natalizie davanti alla stazione centrale di Milano dove campeggia lo slogan Calabria Meravigliosa. Così la vuole il governat(t)ore Roberto Occhiuto che continua a difendere strenuamente quella trappola che è l’autonomia differenziata. A noi invece le tristi e grigie realtà locali che raccontano tutta un’altra storia e altre mancanze. Si prenda il caso dell’Alto Tirreno Cosentino. Una lingua di costa che dovrebbe essere il biglietto da visita per chi entra in Calabria. Su questa lingua di terra a breve vi si accenderanno riflettori e festoni: i sindaci e i loro cortigiani potranno farsi le foto ed esibirsi, salvo poi tornare a spartirsi cariche e appalti, tanto la procura di Paola sembra aver terminato la benzina. 

Intanto le organizzazioni criminali dai nuovi gruppi cetraresi e cosentini a quelli campani tornano a farsi sentire, su vecchi e nuovi obiettivi: la sanità spartita come al solito e le attività commerciali. Il controllo del territorio è ridotto al minimo: poche forze dell’ordine ad occuparsi di territori vastissimi. La povertà incombe. Le condizioni lavorative e le proposte sono misere da una parte, dall’altra le attività commerciali vessate devono chiedere aiuto a strozzini e prestanome di clan che poi pian piano ne assumono il controllo. Far fronte alle difficoltà economiche e le conseguenti difficoltà psicologiche diventa impossibile. Aumentano le situazioni di depressione ed aumentano le vendite di psicofarmaci.  Le sacche di bisogno diventano voragini e a riempirle – in mancanza di servizi – ci sono sempre loro: i veri padroni del territorio. Avevamo parlato delle condizioni lavorative attraverso l’inchiesta de La Base: https://www.iacchite.blog/calabria-e-sfruttamento-del-lavoro-linchiesta-de-la-base-e-tutte-le-domande-senza-risposta/

Il territorio (il distretto) non ha servizi sociali efficaci, a Scalea ad esempio mancano assistenti sociali. Il consultorio diamantese, quindi, risulta sovraffollato: sono due assistenti sociali per quindici comuni. Inoltre, il consultorio non ha psicologi da tre anni e mezzo. Angelo Serio, attivista e educatore (presidente dell’associazione Gianfrancesco Serio) dice: “Non è un paese civile! Occorre che i sindaci vadano a Roma a protestare.”  Da quando è andata in pensione la ginecologa al consultorio manca anche quella: “è una barzelletta?” Chiede ancora Serio. (Intervista completa: https://www.youtube.com/watch?v=glV5kDBRxPU )

Nemmeno un anno fa ricevevamo la lettera di alcuni genitori della zona in merito al Poliambulatorio, punto di riferimento per il territorio, con servizi delicati quali la Neuropsichiatria infantile: rischiava di essere chiuso. Si sarebbe aggiunto alla lista di chiusure, tra cui gli ospedali.

Le tanto attese riaperture date per assodate da Occhiuto mesi fa restano attese: vale sia per Praia che per Cariati dove gli attivisti (Le lampare. Qui l’intervista a Mimmo Formaro: https://youtu.be/kBnsOQQVeMU ) giorno dopo giorno provano a ripristinare servizi.

Cosa c’entra tutto ciò con l’autonomia differenziata? Semplicemente tutto questo non farà che peggiorare. Le regioni che hanno più disponibilità potranno pagare meglio, potenziare servizi, mentre le altre non dovranno far altro che tagliare e decurtare. I costi dei servizi e degli appalti divergeranno ulteriormente e così a catena con tutto il resto.

Però la Calabria sarà autonoma! Dice Occhiuto. Potrà assumere e distribuire incarichi e prebende autonomamente senza dover chiedere conto. I clan potranno autonomamente definire la percentuale sui servizi e gli appalti. E i calabresi? Ecco, loro, non avranno tutta questa autonomia (se mai ne hanno avuta), potranno però decidere autonomamente quanti chilometri fare per curarsi e lavorare: se molti o ancora di più.