Magorno propone Guccione: torna i latri ara casa mia

E lui insiste. Tutti vogliono la sua testa per non averne mai azzeccata una, e lui invece di cospargersi di cenere il capo, rilancia con un’altra cazzata delle sue: propongo Carlo Guccione come “commissario” del PD di Cosenza “per aiutarci ad attraversare questo difficile momento in vista del congresso”.

Ora, dico io, per come sono andate le cose e per come si sono messe, come ti viene in mente questa boiata pazzesca? Un errore che neanche nu ciucciu commetterebbe. Perché il ciuchino dopo essere cascato nella buca una prima volta non ci casca più, e cambia strada. Ma lui Magorno è più tuastu di un mulo. Na capu i muntuni si direbbe.

Magò, ma non lo hai capito che la gente non vi vuole più vedere? Non vuole vedere più le vostre facce, nè sentire le vostre voci, se non per chiedere scusa ai tanti vostri elettori traditi nel corso di tuti questi anni.

Te lo dico chiaro Magò: quello che dovete fare è un passo indietro. Avere l’umiltà di mettersi in un angolo e tacere. Altro che Guccione commissario. Dovete sparire dalla circolazione ed apparire solo quando c’è qualcosa di serio e concreto da dire.

Carletto lo sapeva bene di essere il porco (per non dire agnello, sempre un animale è) sacrificale di questa strana tornata elettorale. Non poteva dire di no ai pezzotti romani perché intrallazzato dalla testa ai piedi nei loro giri clientelari, e ora si frega, non è che dobbiamo piangerlo noi.

A lui del bisogno degli altri non gliene frega niente, mo’ che facciamo ce lo dobbiamo prendere in carico noi? Se ci tieni: portatelo a casa tua. Caro Magorno, devi capire che la vostra era è finita. Quello che vogliono i cosentini è non vedervi più.

Non vogliono più vedere Voi, non il partito che mi auguro dopo questa batosta trovi qualcuno in gamba e in grado, non solo di mettervi alla porta, ma anche di farlo rinascere insieme ai cittadini. Se ci arrivi a capire questo, mettendolo in pratica, per la prima volta faresti una operazione politica a favore della comunità. E tutti te ne saremo grati. (lo so che non dovremmo infierire in questo modo, ma loro della nostra miseria non hanno mai avuto pietà, perché oggi dovrei averla io?).

GdD