Massoneria a Cosenza e provincia, la prima volta della “Legge Anselmi”: ecco gli indagati di spicco

di Saverio Di Giorno 

La Procura di Paola ha sollevato una pietra sotto la quale si cela un verminaio che finora ha brulicato indisturbato. Gli indagati sono 18 tra la Calabria e la Basilicata, in particolare l’indagine spazia tra Lauria, Belvedere e Scalea. La situazione che si configura, e cioè logge coperte nelle quali entrano a far parte politici, imprenditori e professionisti che si spartiscono appalti, è ormai una costante in Calabria, però è la prima volta che si contesta la Legge Anselmi, ovvero la costituzione di una loggia deviata, nella provincia di Cosenza. Questo è un dato storico importantissimo.

I nomi divulgati, senza ulteriori dettagli, sembrano confermare molte cose che si erano già scritte e solo qualcun altro aveva già scritto. Si delinea una fitta rete che partiva da Scalea per poi muoversi in altri comuni tra i quali Belvedere e quindi un’indagine che segue la celebre “Re Nudo”. Anche questa aveva come epicentro Scalea e molti sembrano essere i punti di contatto. Nella rete cadono assessori del Comune di Belvedere come Cristofaro e Liporace, ma nel calderone ci sono anche gli uffici del Comune di Scalea, visto che c’è Giampietro D’Alessandro, ma non è detto che tra i dettagli che devono essere ancora divulgati non compaiono tecnici e professionisti di altri Comuni. La burocrazia. Più volte si è scritto che in questo settore che passa indenne le ere politiche si gioca la partita.

Un focus è necessario su un grande imprenditore della zona e non solo che risulta iscritto nel registro degli indagati, Giuseppe Marsico. Sul territorio diversi lavori pubblici, ma risultano anche attività al di fuori della regione, da ultimo i lavori per la nuova sede della Bcc di Verbicaro. La banca è al di fuori dell’indagine, ma al suo interno è legata all’imprenditore. A tale proposito non sorprende la propaggine in Basilicata, infatti è già capitato che imprenditori locali abbiano vinto appalti o che autorità calabresi abbiano interessi nel vicino territorio lucano. Si pensi ad esempio all’indagine a carico del sindaco di Maierà Giacomo De Marco (fuori da questa inchiesta).

L’ambiente intorno a cui tutto questo ruota, e cioè quello dei soldi, degli appalti e dell’alta borghesia, non è difficile da individuare e incastrare negli ambienti del Rotary e dei cavalierati vari. D’altra parte non sarebbe la prima volta che questi ambienti elitari diventino l’anticamera di altre logge coperte. Sono luoghi che hanno sempre meno anticorpi per tener fuori infiltrazioni: la Procura di Reggio Calabria è stata in passato molto precisa nel descrivere e dimostrare questo passaggio. Sembra che finanziamenti e appalti, ma anche posti, nomine e carriere, vengano decisi al di fuori delle sedi adatte e democratiche e delle procedure trasparenti, ma se ne discute nei ristoranti, alle cene e all’ombra di rituali di incappucciati di cui è impossibile capire identità, provenienza e interessi.

Di tutto questo si è scritto senza bisogno di accertare irregolarità su lavori o sulle pratiche, perché tutto questo prima di corruzione e storture crea disuguaglianze sociali che si accertano ogni giorno al di là degli esiti dell’indagine. Trova riscontro nello stato di bisogno che riguarda la maggior parte dei cittadini del territorio al di fuori di una solida e piccola fetta dai molteplici interessi.