Mauro racconta il suo ultimo incontro con Vialli: “Era sereno: abbiamo scherzato insieme. Avrebbe voluto fare il presidente della Samp”

Massimo Mauro, l’ex calciatore catanzarese orgoglio di Calabria per i suoi trascorsi con la maglia giallorossa ma soprattutto con quelle di Juve, Napoli e Udinese, è stato uno degli amici più cari di Gianluca Vialli. Insieme a lui, ormai più di 15 anni fa, aveva dato vita ad una Fondazione per la Ricerca e per lo Sport con la quale ha raccolto quasi 4 milioni di euro per dare una speranza a chi soffre ed è stato uno dei pochi che ha visto Gianluca nei suoi ultimi giorni a Londra.

Ieri sera Massimo Mauro ha ricordato, con evidente commozione, al Tg1 il suo ultimo incontro con Vialli.

“Con le parole è difficile: l’ho visto dieci giorni fa a Londra ed era in condizioni molto critiche. Era difficile comunicare con lui. Ogni due ore, però, per circa dieci-venti minuti, riusciva a essere lucido: abbiamo parlato della Juve, della Samp e della nostra Fondazione e di tutto quello di cui parlavamo sempre prima della malattia, lontano dai problemi di salute. Lui mi ha chiesto di andare a salutarlo e per fortuna sono riuscito a vederlo a Londra: per me è stato molto importante…”.

Massimo fa fatica a trattenere le lacrime e il vicedirettore di Raisport Marco Franzelli gli dà una mano chiedendogli della Fondazione e di come sono riusciti a farla diventare importante: “Era un uomo credibile – ha detto Mauro – e sapeva esercitare una vera leadership. Negli ultimi anni ha vissuto un’esperienza straordinaria in Nazionale, che gli ha dato tanto entusiasmo, e per questo non finirò mai di ringraziare la Figc, che gli ha dato la possibilità di fare quello che più gli piaceva”.

Poi un aneddoto, che stempera un po’ la tristezza e regala un sorriso a tutti: “Quando si è svegliato, mi ha chiesto se gli potevo massaggiare il polpaccio e io l’ho fatto. Mi ha guardato e sorridendo mi ha detto: “Tu questi muscoli non li hai mai avuti neanche quando giocavi…”. E ci siamo messi a ridere tutti e due: aveva capito che non gli restava molto tempo ma era sereno. L’unico suo grande rammarico è non essersi potuto occupare della Samp. Avrebbe voluto tanto fare il presidente del club blucerchiato e aiutare la ‘sua’ Sampdoria“.