Medici di famiglia contro l’Asp di Reggio: “Scaffidi sia commissariato, è inadeguato”

Si danno appuntamento davanti alla sede dell’Asp reggina i medici di medicina generale, aspettando che sia il loro segretario provinciale, Bruno Cristiano, a rilanciare i termini del disappunto e delle rivendicazioni. «Abbiamo già diffidato l’Asp lo scorso 6 ottobre, ma non avendo avuto risposta abbiamo scritto al commissario Longo ed al presidente della Regione. Non ci fermeremo qui; siamo pronti a portare le nostre ragioni alla Cittadella ed anche a Roma. Chiederemo – asserisce il segretario della Fimmg – il commissariamento di Gianluigi Scaffidi in quanto non è stato all’altezza del compito affidatogli».

Cinque i punti del dissenso. La provincia reggina è l’unico territorio a non aver visto partire le Aggregazioni funzionali territoriali. “Siamo stati privati così – affermano – della possibilità di lavorare in team e di fornire una copertura ambulatoriale molto ampia ed una assistenza migliore ai pazienti. Siamo stati accusati di non essere stati da supporto ai vaccini ma ci si dimentica che queste aggregazioni avrebbero potuto agevolare anche questo impegno richiestoci in un momento delicato dell’epidemia. E che dire della medicina territoriale, fondamentale baluardo sanitario? Il suo affossamento è sotto gli occhi di tutti”.

Ad accendere i toni anche le spettanze contrattuali. “C’è un pesante arretrato, dal 2005 al 2015, legato ai fondi di ponderazione, cui non si è inteso mettere mano, nonostante questi fondi siano stati accantonati e deliberati dal commissario Scura”.

Altra questione, le zone carenti. “Attendiamo che vengano assegnate, non si capisce perché non si riesca a fare una graduatoria: in quattro anni – ricorda Cristiano – sono andati in pensione circa 50 medici ma non si è proceduto al loro ricambio. La situazione è critica, soprattutto sulla fascia jonica”.

Infine, la Fimmg provinciale accusa l’Asp “di non aver comunicato alla Sisac il numero degli iscritti per ogni sindacato”.

Non si fa attendere la replica di Scaffidi, il quale dal suo punto di vista evidenzia «la scorrettezza dei manifestanti che non hanno chiesto di interloquire con questa direzione per rappresentare i problemi risalenti ad omissioni della precedente amministrazione, preferendo, invece, renderli noti solo ai media. Il rispetto dei diritti di chiunque – fa presente il commissario dell’Asp – è un dovere morale e giuridico da parte di chi amministra e allorquando i manifestanti avranno l’educazione di rapportarsi con la direzione, si esperiranno, dopo controlli e valutazioni di competenza, le vie per la soluzione». Magari chiederà aiuto al suo vecchio amico Peppe Scopelliti o alla sua cara amica Dalila Nesci, che poi sono due facce della stessa medaglia. Non si sa mai, di questi tempi…