Mendicino, Tari alle stelle: “Vi spiego perché dissento sia dalla maggioranza che dalla minoranza”

Mendicino

di Luciano Luciani

VOGLIO DI NUOVO COME PER IL BILANCIO ESPRIMERE IL MIO TOTALE DISSENSO ALLA POLITICA SENZA CONTENUTI DI MAGGIORANZA E MINORANZA.
Per noi cittadini non è possibile né dare giudizi né comprendere, perché se da una parte la maggioranza non si degna nemmeno di spiegare un aumento di tale portata in un periodo di crisi, la minoranza grida contro l aumento non spiegando i motivi per cui non è giustificata l azione di aumento e come si potrebbe incidere per un risparmio

Voglio dare un motivo di riflessione su alcune dinamiche che mi piacerebbe venissero affrontate per il bene comune.

La prima cosa che mi viene in mente è: perché il costo della raccolta dei rifiuti non è diminuito in relazione al calo della produzione di rifiuti generato dalla contrazione del Pil ?
Questo è avvalorata anche dai dati contenuti nell’ultimo Rapporto Rifiuti Urbani 2020 dell’Ispra (edizione del 14 gennaio 2021), dove si evidenzia chiaramente il rapporto esistente tra consumi e produzione di rifiuti.

Quantitativi di rifiuti che i Comuni e/o i gestori del servizio di raccolta non hanno dovuto trattare. Ciò avrebbe dovuto generare un abbattimento del costo complessivo del servizio e, di conseguenza, delle tariffe pagate ( sempre che Mendicino non sia una eccezione nazionale per cui nonostante il covid e il calo del pil vi sia stato aumento della produzione . I casi sono questi , o Mendicino e un caso in controtendenza nazionale , o sulle quantità qualcuno ha sbagliato, o il risparmio e stato assorbito da altri costi..quali? )
Ricordiamo, infatti, che le voci di costo per la raccolta, il trasporto, il trattamento e l’avvio a smaltimento dei rifiuti urbani sono tra le voci di costo più rilevanti all’interno del piano economico e finanziario

La seconda cosa che penso è la necessita di confrontare i costi del servizio TARI e i fabbisogni. 
Mediamente, si riscontra nei Comuni italiani uno scostamento tra la spesa reale e il livello di fabbisogni standard   Uno scostamento in aperto contrasto con il comma 653 dell’art. 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147, che prevede che nella determinazione dei costi il comune debba avvalersi anche delle risultanze dei fabbisogni standard (questa analisi è stata fatta ? Minoranza o maggioranza?).

La terza cosa che mi viene in mente è la necessità di verificare e confrontare i livelli di congruità e di adeguatezza di tutte le variabili che concorrono alla determinazione delle tariffe e della qualità del servizio, al fine di offrire strumenti di analisi e di proposta. 
Una confrontabilità che può essere misurata su diversi parametri:
costo complessivo del servizio e costo pro capite;
scostamento rispetto al fabbisogno standard;
ripartizione utenza domestica e non domestica;
ripartizione costo fisso e variabile;
presenza o meno di agevolazioni/riduzioni;
livello della tariffazione per le categorie individuate.

Un’ultima riflessione voglio farla sul costo della raccolta differenziata che è sicuramente una tra le voci più rilevanti dei piani finanziari anche se deve essere evidenziato come le alte percentuali di raccolta non necessariamente corrispondono all’avvio di un percorso virtuoso in termini di sostenibilità che possa generare valore economico e, quindi, un ritorno in termini di riduzione tariffaria per le utenze. (Allora se a miglioramento di raccolta differenziata non corrisponde un risparmio di tariffazione ci poniamo il problema di  quanto effettivamente viene rivalorizzato ?/)

Questo quello che voglio portare alla riflessione a una politica seria e competente senza offendere nessuno ma cercando quelle strade vere che aiutano i nostri concittadini a stare meglio.