Mimmo Lucano, Travaglio e quella sentenza che ci divide (di Gianfranco d’Atri)

di Gianfranco d’Atri, professore associato Unical, Dipartimento di Matematica e Informatica

Travaglio ha la capacità di affermare con lo stesso convincimento cose giuste ed incredibili sciocchezze. Se è condivisibile l’attenzione all’’indegnità morale di Berlusconi alla presidenza della Repubblica, è parimenti riprovevole la sua posizione sul caso Lucano.
Conosco Mimmo Lucano da quando, nella primavera del 2016 mi chiese di organizzare a Riace un incontro sul tema “la moneta del migrante”. La Università’ della Calabria aveva avviato da tempo ricerche sulle monete complementari e stava sviluppando le sperimentazioni con la Blockchain, ed il Bitcoin iniziava ad acquisire rilevanza economica: il progetto Unicalcoin oltre a presentare l’opportunità di sperimentare queste nuove tecnologie sembrava il punto di partenza per trovare una soluzione ad alcuni problemi di gestione dell’aiuto ai migranti – a livello internazionale il tema del controllo dei flussi economici ai rifugiati, di dimensioni ben più rilevanti, era anche all’attenzione delle agenzie intergovernative e dell’ONU -.

La soluzione “naïf” di Lucano, quella di stampare biglietti/banconote da assegnare ai migranti in attesa che i fondi statali venissero erogati era una grande idea. Presentava ovviamente problemi tecnici e giuridici per un loro impiego diffuso: la garanzia di base era la fiducia nella persona, non nell’istituzione, ed il regolare funzionamento necessitava la collaborazione di molteplici soggetti, anche volontari. Anche una azienda importante come la giapponese NTT aveva espresso un interesse ad approfondire il tema.
Nessuno di noi pensava, nella maniera più assoluta, di essere alla presenza di una frode , di malversazioni o peculato. Forse ci attendevamo un supporto dalle istituzioni per una eventuale sperimentazione su larga scala, forse non eravamo i soggetti maggiormente idonei a portare avanti un progetto così ambizioso: usare la tecnologia per fare del bene a degli essere umani.

La collaborazione, in breve, non decollò e, soprattutto, le istituzioni sono riuscite a piegare le velleità di un combattente come Mimmo Lucano; figurarsi che avrebbero fatto con noi!
In effetti, nel tempo la tecnologia é andata avanti e le applicazioni finanziarie e speculative della Blockchain sono proliferate: apparentemente la creazione di profitti finanziari non è reato e i giustizieri hanno trovato reati e colpevoli facilmente perseguibili indagando fra i vicoli di Riace.

Forse serve ricordare che a Riace, più delle banconote che eravamo andati a studiare, a entusiasmarci erano stati gli occhi della bambina di otto anni che da mesi aveva perso in mare i contatti con la mamma che, solo grazie a Lucano, aveva potuto riabbracciare.
Forse secondo Travaglio, se per il ricongiungimento serviva qualche autorizzazione o certificato, sarebbe stato meglio ignorare quegli occhi.