‘Ndrangheta a Milano. Appalti truccati, arrestato il reggino Nucera sindaco di Opera

Indagine per presunti appalti truccati. Mascherine per familiari e dipendenti comunali e amici quando durante la pandemia non si trovavano. La condotta illecita sarebbe emersa nelle indagini dei carabinieri che hanno portato oggi agli arresti domiciliari del sindaco di Opera (Milano), Antonino Nucera, della dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune e di 3 imprenditori. «Il sindaco di Opera – si legge in una nota – nei primi mesi della pandemia, ha distribuito a stretti congiunti e a dipendenti comunali 2.000 mascherine chirurgiche che erano destinate a RSA e farmacie».

Antonino Nucera, sindaco di Opera, cittadina di 13mila abitanti alle porte di Milano, a ridosso del Parco Agricolo Sud Milano, 50 anni, originario di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), è stato eletto con il Centrodestra (Lega, Fi e una lista civica). Il primo cittadino durante la prima pandemia, nel maggio 2020, è salito agli onori delle cronache per un’ordinanza molto restrittiva che imponeva ai cittadini di non uscire di casa, scatenando una campagna social da parte degli abitanti. In quell’occasione aveva dichiarato che «l’ordinanza emessa ha un unico obiettivo: garantire la sicurezza e la tranquillità di tutta la comunità operese». Secondo le indagini, in totale, sono state da lui indebitamente “distratte” 2.880 mascherine, prevalentemente alla farmacie comunali che avrebbero dovuto distribuirle alla popolazione ma, in più occasioni, come testimonierebbero anche delle intercettazioni, anche alla rsa presente nella frazione di Noverasco (Milano).

Per le accuse di corruzione e altro contenute nell’ordinanza ai domiciliari, sono coinvolti a vario titolo anche il capo dell’ufficio tecnico di Opera, Rosaria Gaeta, fidanzata di Nucera. Ai domiciliari sono finiti anche due imprenditori messinesi Rosario e Cono Bonina, padre e figlio di 71 e 46 anni, titolari della Veria srl di Brolo.

L’inchiesta – coordinata dai Procuratori Aggiunti, Alessandra Dolci e Maurizio Romanelli, e dai Sostituti Silvia Bonardi e Stefano Civardi, e condotta dal Nucleo Investigativo di Milano – è stata avviata nel febbraio 2020 per far luce su presunti illeciti posti in essere dalla predetta amministrazione comunale. Dalle indagini è emergere come, nell’arco temporale febbraio – ottobre 2020, il primo cittadino di Opera, con l’adesione incondizionata della dirigente dell’Ufficio Tecnico e l’accondiscendenza di alcuni funzionari e consulenti dell’Ente, abbia sistematicamente interferito in alcune procedure di gara bandite da quel Comune per orientare l’assegnazione di lavori pubblici in favore di imprenditori conniventi, ricevendo da questi ultimi sostanziose utilità.

In tale contesto, sono state inoltre documentate gravi condotte delittuose di natura ambientale realizzate dagli stessi imprenditori indagati mediante lo stoccaggio, il riutilizzo e l’interramento – in aree di cantiere nel Comune di Opera e in aree agricole all’interno del Parco Sud di Milano – di circa mille tonnellate di fresato d’asfalto ed altro materiale proveniente dalle lavorazioni stradali e da altri interventi appaltati dai Comuni di Opera, Locate di Triulzi, San Zenone al Lambro, Segrate, Monza, attestando falsamente il regolare recupero dei predetti rifiuti speciali mediante «formulari» falsi ottenuti dai gestori di due centri di smaltimento, questi ultimi indagati a piede libero.