‘Ndrangheta e sanità a Reggio, chiusa l’inchiesta “Inter nos”: 26 indagati. C’è anche Paris

La Dda di Reggio Calabria ha chiuso il cerchio sull’indagine “Inter nos” che, la scorsa estate, ha svelato un giro di irregolarità e interessi occulti nella gestione degli appalti di pulizia degli ospedali e nelle sanificazioni gestite dall’Asp di Reggio Calabria.

Sono in tutto 26 gli indagati, tra cui spicca l’ex consigliere regionale Nicola Paris, per cui erano stati disposti gli arresti domiciliari. I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere a quella mafiosa, dalla turbativa alla corruzione, anche in concorso.

Nell’ambito dell’operazione scattarono inoltre diversi sequestri a imprese per un valore complessivo di 12 milioni di euro e 17 misure cautelari. Tra i soggetti raggiunti dalle misure cautelari figuravano anche alcuni funzionari dell’ufficio gare e appalti dell’azienda sanitaria provinciale e due ex commissari dell’ente sanitario.

I nomi di tutti gli indagati

Chilà Domenico, cl.’63

Chilà Antonino cl. 67

Lauro Giovanni cl. ‘77

D’Andrea Antonino cl. ‘85

Zaccuri Angelo cl. ‘56

Martorano Bruno cl. 75

Delfino Lorenzo cl. ‘67

Piccolo Sergio cl. ‘77

Valente Gianluca cl. ‘77

D’Andrea Mario Carmelo cl. ‘55

Costantino Antonio cl. ‘67

Costarella Massimo cl. ‘64

Macheda Francesco cl. ‘49

Calabrò Nicola cl. ‘ 50

Corea Giuseppe cl. ‘69

Ambrogio Filomena cl. ‘57

Luvarà Fortunato cl. ‘51

Galletta Giuseppe Giovanni cl. ‘58

Pennestrì Rosalba cl. ‘57

Idà Salvatore cl. ‘64

Minniti Angela cl. ‘63

Squillacioti Grazia Rosa Maria cl. ‘50

Sarica Francesco cl. ‘55

Paris Nicola cl. ‘81

Custoza Domenico cl. ’55

Corte Domenico Salvatore cl. ’52

I reati contestati:

Associazione a delinquere: Antonino Chilà, Giovanni Lauro, Antonino D’Andrea, Mario Carmelo D’Andrea, Domenico Chilà, Angelo Zaccuri, Bruno Martorano, Lorenzo Delfino, Sergio Piccolo, Gianluca Valente, Antonio Costantino.

Associazione mafiosa all’interno della cosca Serraino: Domenico Chilà

Concorso in turbata libertà di scelta del contraente aggravato dall’aver favorito la ‘Ndrangheta: Domenico Chilà, Antonio Chilà, Angelo Zaccuri, Bruno Martorano, Lorenzo Delfino, Gianluca Valente, Sergio Piccolo, Nicola Calabrò, Francesco Macheda, Grazia Rosa Anna Squillacioti, Filomena Ambrogio, Angela Minniti e Francesco Sarica.

Concorso in corruzione aggravata: Antonino Chilà, Domenico Chilà, Angelo Zaccuri, Bruno Martorano, Lorenzo Delfino, Sergio Piccolo, Gianluca Valente, Antonio Costantino, Nicola Calabrò, Francesco Macheda.

Il ruolo di Nicola Paris

E’ accusato di essere stato vicino a soggetti legati alla ‘ndrangheta di Melito Porto Salvo e di Reggio Calabria. In particolare, secondo la Procura di Reggio Calabria, si sarebbe impegnato per la conferma di un funzionario infedele che avrebbe favorito i clan. Tra gli arrestati, infatti, ci sono anche alcuni funzionari dell’Asp come il direttore finanziario dell’Azienda sanitaria provinciale. Paris – in particolare – avrebbe tentato di intervenire con il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Antonino Spirlì, per sollecitare il rinnovo contrattuale» del direttore del settore della struttura complessa Gestione Risorse Economico Finanziarie dell’Azienda sanitaria, Giuseppe Corea. Quest’ultimo, secondo gli inquirenti, è la persona grazie alla quale le imprese vicine ai clan Serraino, Iamonte e a quelli della Locride si accaparravano gli appalti. Nel corso dell’indagine i finanzieri hanno intercettato anche le conversazioni tra gli imprenditori e Paris durante un pranzo per festeggiare la proroga dell’incarico a Corea.