‘Ndrangheta e stato deviato: Pittelli e Michele Marinaro, il finanziere in servizio alla Dia che spifferava le cantate di Mantella

Michele Marinaro

Oggi è stata resa nota la sentenza di primo grado del processo Rinascita Scott. L’ex finanziere Michele Marinaro è stato condannato a 10 anni e 6 mesi di reclusione. La Dda di Catanzaro aveva chiesto una condanna a 17 anni. Ed è proprio alla fase istruttoria del dibattimento che si riferiscono le notizie che riportiamo e che hanno indotto il procuratore Gratteri e i suoi collaboratori a chiedere una condanna molto pesante, identica a quella chiesta per l’avvocato Pittelli, del quale Marinaro era una delle “talpe”. Oggi ci sono stati sconti di pena per entrambi (Pittelli è stato condannato a 11 anni) ma l’impianto accusatorio ha retto. 

Cinquant’anni, nato in Germania e residente a Girifalco, centro delle Preserre alle porte del capoluogo di regione, Michele Marinaro, è un maresciallo della Guardia di Finanza (in servizio presso la Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro e successivamente alle dipendenze della Presidenza del Consiglio) e il suo nome compare nell’ordinanza scaturita dall’operazione “Rinascita Scott”. Di lui si è occupato a fondo anche PresaDiretta nel marzo 2021. Vi spieghiamo chi è e come viene coinvolto in Rinascita Scott. 

Di lui gli investigatori scrivono che avrebbe “concretamente contribuito, pur senza farne formalmente parte, al rafforzamento, alla conservazione ed alla realizzazione degli scopi dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta, operante sul territorio della provincia di Vibo Valentia e su altre zone del territorio calabrese, nazionale ed estero associazione che si avvale della forza d’intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva”.

E’ lui a fornire “in modo sistematico, ai vertici dell’associazione per il tramite dell’avvocato Giancarlo Pittelli –  con il quale era in duetto e costante contatto e cui garantiva totale disponibilità – ed in ragione del suo  ruolo  notizie sulle attività investigative in atto nei confronti degli esponenti della ‘ndrangheta  vibonese, commettendo  si legge nelle carte dell’accusa – anche specifiche rivelazioni del segreto d’ufficio ovvero raccogliendo, indebitamente e fuori verbale, tali informazioni da collaboratori di giustizia la cui escussione gli veniva delegata dall’Autorità giudiziaria in maniera esorbitante rispetto alla delega ricevuta ed al contesto investigativo in cui era stata conferita”.

Ma ecco il dettaglio.

“… Descrivendo la figura dell’avv. Pittelli, i suoi rapporti con Luigi Mancuso, con gli alti esponenti della ‘ndrangheta, della massoneria e delle forze dell’ordine, è emerso che l’avvocato fosse stato in grado di riferire a Luigi Mancuso alcune “indiscrezioni” relative al contenuto della collaborazione di Andrea Mantella. In effetti, il legale era puntuale nel dire che ci sarebbero stati duecentocinquanta omissis nel verbale del collaboratore, che sarebbe accaduto il macello su Vibo Valentia, che ci sarebbero stati numerosissimi arresti.

Nel prosieguo delle conversazioni intercettate, poi, il Pittelli si rammaricava del fatto che da quando la Procura, con l’arrivo del nuovo Procuratore Gratteri, era stata “blindata” non riusciva ad avere le stesse informazioni assicurate prima dai suoi canali e, in un’altra occasione, parlando con Giuseppe Mazzei, in data 2 maggio 2018, affermava (a proposito della sua necessità di scoprire notizie utili sul processo detto “Gli intoccabili” celebratosi a Roma) che se ci fosse stato “Michele” sarebbe stato “diverso”.

Il Michele a cui il Pittelli fa riferimento è risultato essere, senza dubbio, Michele Marinaro, Maresciallo della Guardia di Finanza in servizio presso la Sezione Operativa della Direzione investigativa antimafia di Catanzaro e successivamente alle dipendenze della Presidenza del Consiglio.
I rapporti tra il Pittelli e il Marinaro sono dimostrabili dall’analisi dei tabulati telefonici relativi all’utenza in uso al Fatali e che registrano numerosissimi contatti tra i due. A ciò si aggiungano le seguenti emergenze.

A seguito di delega da parte dell’autorità giudiziaria del 15 maggio 2019 al R.O.S. di Roma – che conduceva all’acquisizione dei tabulati – veniva accertato che in data 14 dicembre 2016, il collaboratore Andrea Mantella, interrogato dal personale della DIA (che provvedeva anche alla scorta e all’accompagnamento del Mantella – era stato materialmente sentito dal Maresciallo Michele Di Somma e dal Maresciallo Capo Michele Marinaro, all’epoca in servizio alla D.I.A. di Catanzaro…
Dai documenti allegati è risultato che Andrea Mantella sia stato sentito il 14 dicembre 2016, dalle ore 11:45 alle ore 12:10.
In questo contesto temporale va evidenziato che sin dal momento in cui il Marinaro veniva delegato all’interrogatorio di Mantella, con visto del P.M.del 29 ottobre 2016, si registravano una serie di contatti telefonici tra lui e il Pittelli.

Un primo contatto il giorno successivo al rilascio dell’autorizzazione da parte del Pubblico Ministero.
Il 21 giugno 2019 veniva escusso il Mantella che riferiva che l’interrogatorio del 14 dicembre 2016 era stato condotto dai due ufficiali della Guardia di Finanza che descriveva fisicamente e che gli stessi ufficiali hanno continuato a fare domande anche successivamente alla conclusione dell’atto, relativamente a vari soggetti, tra giudici, avvocati e imprenditori, alcuni dei quali oggetto di dichiarazioni del collaboratore e altri no, la maggior parte oggetto di informazioni rese dal Mantella nell’interrogatorio del 31 agosto 2016.

Invero, la delega del P.M. era stata rilasciata ai fini dell’approfondimento della figura dell’imprenditore Sgromo che era emersa nel corso di quell’interrogatorio, in seno al quale, altresì, il Mantella aveva riferito a proposito di Rubino, suocero di Mallamace, di Rocco Anello, di Tonino Daffinà, degli avvocati Di Renzo, Staiano e Pittelli.

Nella “chiacchierata” informale con i marescialli, il Mantella veniva richiesto di questi soggetti e di altri, tra cui il giudice Bianchi, il politico Nazzareno Salerno, notizie relative a esponenti della famiglia Mancuso (soggetti sul cui conto aveva riferito in altri interrogatori), nonché sugli avvocati Cantafora, Chiappaloni e Grillo (di cui non ha mai riferito il collaboratore).

Ritornando ai contatti tra Marinaro e Pittelli occorre segnalare che il giorno prima di sentire Mantella, quindi il 13 dicembre 2016, si riscontra che Pittelli invia un sms al Marinaro a cui segue una telefonata da quest’ultimo all’avvocato e, in data 31 agosto 2016, data di uno degli interrogatori di Mantella, il Pittelli era già in grado di portare delle “carte” a Luigi Mancuso che lo aveva incaricato di scoprire il contenuto delle dichiarazioni del pentito (e che sarebbero state consegnate i primi di settembre).

Ritornando indietro nel tempo, le prime informazioni acquisite dal Pittelli sul conto di Mantella e riferite ai Mancuso e a Giovanni Giamborino risalgono al 29 luglio 2016. Nella conversazione, già richiamata sopra, tra Giamborino e Rosario La Bella emerge chiaramente che l’avv. Pittelli aveva già portato “un fascicolo” coperto da molti omissis.

Occorre evidenziare che nemmeno quattro giorni prima di questa data, ovvero il 24 luglio 2016, sono documentati ben dieci contatti tra l’avv. Pittelli e Marinaro. Nella conversazione dell’8 agosto 2016 tra Giovanni Giamborino, Pasquale Gallone e Giancarlo Pittelli, quest’ultimo faceva il riepilogo degli incarti avuti.
Un’ulteriore informazione il Pittelli la dà al Giamborino in data 11 agosto 2016 sulle “carte della sentenza che non sono ancora uscite […1 l’importante … appena esce la sentenza vi chiamo io”.

L’incontro con il Giamborino avverrà il 31 agosto 2016, ovverosia nemmeno tre giorni dopo gli altri contatti tra il Pittelli e il Marinaro (preceduti dallo scambio di tre sms nella giornata del 13 agosto 2016).
Il 5 settembre 2016 Marinaro e Pittelli si contattavano telefonicamente, intrattenendo una conversazione della durata di 168 secondi e il successivo 12 settembre, Pittelli e Giamborino parlano dei contenuti delle dichiarazioni di Mantella, nell’auto del Giamborino che si dirigeva presso l’abitazione di Luigi Mancuso.

Nella conversazione il Pittelli riferiva di aver saputo che il Mantella era un “violentissimo” e che “dice che ha scritto la lettera alla mamma lui … accusa il fratello”.
Il 29 settembre 2016 si incontrano Pittelli, Giamborino e Luigi Mancuso e, nel ribadire il clima di segretezza impostato in Procura dal nuovo Capo dell’Ufficio, dott. Nicola Gratteri, affermava che sebbene a differenza di prima non arrivassero più notizie, tuttavia “qualche informazione dalla Dia sta arrivando, capito? A quello gli danno tutte le informazioni possibili ed immaginabili…ma dalla DIA, di qua da Gratteri e dalla DDA non sta uscendo niente.., eh?!”. Il giorno precedente a questa conversazione sono registrati contatti tra Pittelli e Marinaro.

I due si contattano anche il 18 ottobre 2016, ovvero quattro giorni prima di un altro incontro tra Giovanni Giamborino e Giancarlo Pittelli presso lo studio di quest’ultimo a Catanzaro.
Analogamente accade il 24 ottobre 2016, in cui si registrano contatti tra Marinaro e Pittelli a cui seguono nei giorni avvenire comunicazioni tra Giamborino e altri indagali in cui si fa riferimento alle attenzioni da utilizzare nel parlare per evitare di essere tirati dentro l’indagine in corso.

Gli elementi rassegnati, in uno con le risultanze di cui alle note del RAC di Catanzaro del 12 dicembre 2017 e del 29 dicembre 2017 fanno emergere la figura assolutamente ambigua di Michele Marinaro, con il quale Pittelli intrattiene contatti significativi a ridosso delle date in cui si svolgono gli interrogatori di Mantella e vengono intercettate le conversazioni con Giamborino o altri indagati a cui si fa riferimento ad informazioni riservate, relative al contenuto, all’epoca ancora segretato, delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia.

Da una pluralità di elementi investigativi, l’analisi dei tabulati telefonici dai quali emerge che il Pittelli si sentisse con il Marinaro in prossimità dei giorni in cui riusciva a fornire informazioni riservate ai Mancuso, la circostanza rappresentata dal fatto che il Marinaro avesse interrogato, proseguendo in un interrogatorio ufficioso e non verbalizzato, il Mantella, unitamente all’osservazione che il Pittelli oramai poteva avere notizie soltanto dalla DIA e non più dalla DDA e che “Michele” senz’altro era un amico, conducono a ritenere che verosimilmente, non certamente, la fonte informativa del Pittelli fosse stata il Marinaro…”.