‘Ndrangheta, massoneria e politica: la Cassazione bastona De Stefano e Sarra

Giorgio De Stefano

La Corte di Cassazione ha dichiarato la «totale inammissibilità» dei ricorsi presentati da Giorgio De Stefano e da Alberto Sarra avverso l’ordinanza di custodia di cautelare di cui sono stati destinatari nell’ambito dell’indagine Mammasantissima, coordinata dal pm Giuseppe Lombardo.

Una sentenza assai dura per De Stefano e Sarra, inchiodati da un impianto accusatorio che la Suprema Corte considera corretto e credibile.
Un punto importante per la Dda di Reggio Calabria, che con il maxi- processo Gotha – scaturito dall’unificazione di più di sei inchieste – ha riscritto la concezione della ‘ndrangheta, provando l’esistenza di una nuova struttura, diversa dall’ala militare, e dall’enorme valore strategico.

Alberto Sarra

Nel processo Gotha la ‘ndrangheta invisibile viene non solo fotografata nella sua complessa strutturazione, ma anche messa a nudo, con l’individuazione dei suoi organismi di vertice. Una “cupola” di cui farebbe parte anche l’avvocato De Stefano, per il quale – dice chiaramente la Cassazione – ci sono gravi indizi di colpevolezza. Stesso lapidario giudizio arriva per l’ex sottosegretario regionale Alberto Sarra, considerato dagli inquirenti in rapporti con la direzione strategica della ‘ndrangheta tutta.