‘Ndrangheta e migranti, il rapporto speciale di Leonardo Sacco con Dorina Bianchi

di Giovanni Tizian 
tratto da L’Espresso 
«Senti una cosa, ma come ti è venuto in testa di pigliare a questo come direttore di Lampedusa?…tu lo capisci bene che quello è il centro più visibile d’Italia… come l’avete scelto?».
Il prefetto Mario Morcone è furioso. Dall’altra parte del telefono c’è Leonardo Sacco, Mr Misericordia. Morcone non gli perdona la nomina del consuocero di Angelino Alfano a direttore del centro di accoglienza di Lampedusa, gestito dalla confraternita della Misericordia.È il 4 ottobre 2014. Mancano pochi mesi alla bomba di mafia Capitale, alle inchieste sulle mazzette nella gestione del centro per rifugiati di Mineo, in Sicilia. Siamo prima, dunque, dell’inchiesta che coinvolgerà il sottosegretario del Nuovo centro destra Giuseppe Castiglione. Mario Morcone all’epoca è il vertice dell’Immigrazione del Viminale. Sopra di lui c’è solo il ministro Angelino Alfano. L’ufficio del superprefetto svolge un compito delicato. Supervisiona, controlla, monitora flussi, gestisce l’emergenza e verifica che tutto vada per il verso giusto.
In quel periodo, tra sbarchi e primi scandali, la pressione su di lui è altissima. E Morcone – oggi capo di gabinetto del ministro dell’Interno Marco Minniti – non ci sta a finire di nuovo nel tritacarne mediatico. Per questo reagisce duramente alla mossa azzardata di Mr Misericordia, detto anche “Gabibbo” o Mr Cento milioni. Un uomo dalle mille risorse. Che da dieci anni guadagna con i migranti, ma anche con gli aeroporti, con le barche e persino con la squadra di calcio in Eccellenza, che poche settimane fa ha festeggiato il triplete locale, conquistando tre competizioni di fila.
Con una facilità disarmante, Sacco, passa da summit con i boss a incontri istituzionali. Un giorno è il padrino al battesimo del figlio di un personaggio del clan, un altro discute con gli imprenditori affiliati alla cosca e dopo poche ore chiama prefetti e sottosegretari. Come Mario Morcone, appunto. Tutto documentato in alcune informative, di cui L’Espresso è venuto a conoscenza, che fanno parte del fascicolo “Jonny”, l’inchiesta della procura di Catanzaro che ha svelato il giro d’affari della ’ndrangheta intorno al centro di accoglienza in provincia di Crotone, secondo per capienza solo a quello siciliano di Mineo.

Una settantina di arresti, tra cui proprio Sacco e anche il sacerdote fondatore della Misericordia locale, e sequestri per 70 milioni di euro. Inchiesta coordinata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e dall’aggiunto Vincenzo Luberto e condotta dal Ros dei carabinieri insieme alla Guardia di finanza. Un business, secondo l’accusa, gestito dalla ’ndrangheta.

Tramite il re Mida dell’accoglienza, Leonardo Sacco, appunto, che ha fatto della solidarietà una grande azienda di famiglia. Governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, già vicepresidente nazionale della confraternita che ha visto la luce nel lontano 1244 e oggi conta su 800 cellule sparse per l’Italia, Sacco è anche presidente regionale della medesima associazione. Ma per l’antimafia è uomo di potere, relazioni e di mafia.

Angelino Alfano
Angelino Alfano

Il suo book fotografico è una sfilza di sorrisi e abbracci con varie personalità della politica: da Matteo Renzi ad Angelino Alfano, passando per Matteo Salvini. Sono solo scatti durante eventi pubblici, ci mancherebbe. Utili, però, per comprendere il personaggio, scaltro nell’avventarsi sull’affare del secolo, esempio lampante di come la gestione dell’accoglienza in regime di emergenza perenne possa trasformarsi in uno strumento di consenso.

Così Leonardo Sacco è diventato il ras nazionale del settore gestendo per oltre 10 anni il più grande hub dell’accoglienza d’Europa. Dallo Stato, cioè ministero e prefetture, la sua organizzazione ha incassato oltre 100 milioni di euro. Di questi, almeno un terzo, sostengono gli inquirenti, è finito direttamente nelle mani delle cosche locali, in primis la famiglia Arena.

È il 4 ottobre, dunque, quando gli investigatori ascoltano la telefonata con il super prefetto dell’Immigrazione. Il tema è, appunto, la nomina a direttore del centro di Lampedusa (sotto la gestione di Sacco e la Misericordia) del consuocero del ministro Alfano, Lorenzo Montana. Morcone è teso, irritato e preoccupato: «Anche perché capisci l’effetto di tutto questo… è che ogni settimana ti devo fare un’ispezione perché sennò ci fanno un culo come una campana, quindi trova una soluzione garbata che risolva il problema».

Sacco ribatte senza scomporsi: «Tranquillo Eccellenza, io stavo cercando la figura del direttore però poi quando venerdì ci hanno fatto l’aggiudicazione definitiva per iniziare non avevo dove arrampicarmi… tant’è vero che ho dovuto mandare i miei da Isola per i primi giorni per avviare il lavoro… ma lui lo voglio lasciare coordinatore dei servizi, anche perché sull’isola conosce».

Tranquillizzato Morcone, passa all’attacco: «Eccellenza mercoledì ci vediamo?», «vieni, vieni, vieni». Della sfuriata, Sacco, informa subito i sui collaboratori. Uno dei più fidati sostiene di aver presentato Lorenzo Montana al Prefetto di Agrigento, al quale ha sottolineato che la scelta è ricaduta su di lui per l’esperienza maturata nell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia il rappresentante del governo aveva sollevato alcuni dubbi perché temeva che Montana non fosse molto pratico del settore. Timori placati dalla proposta dell’uomo della Misericordia: il parente di Alfano sarebbe stato affiancato dagli uomini di Sacco.

Mario Morcone
Mario Morcone

Non se ne farà nulla, nel frattempo Montana aveva dato le dimissioni. Caso risolto? Non per il prefetto Morcone, che chiama Sacco per suggerirgli di scrivere un comunicato: «Bisogna comunque fare un’agenzia, sta succedendo un bordello su internet, nel quale dite quello che hai detto a me». Sacco è subito operativo, non vuole deludere Morcone: «La facciamo subito e le mando una copia via mail». Due ore dopo il prefetto ricontatta Mr Misericordia per chiedergli alcune modifiche nel comunicato: «… E se puoi mettere sulla base del suo curriculum e delle sue esperienze, aggiungere che è stato assessore al Bilancio al Comune di Lampedusa…il resto va bene».

Una volta superato il check prefettizio la comunicazione alla stampa può partire. Il prefetto ha risolto una situazione potenzialmente esplosiva. Salvando la faccia dell’istituzione che rappresenta. Dietro la dura reprimenda di Morcone, però, affiora un’insofferenza per i troppi giochini di potere e di nomine politiche che ruotano attorno al grande business dell’accoglienza. Un sistema che prima Mineo, poi Crotone e Lampedusa incarnano alla perfezione. E sul quale aleggia sempre l’ombra della spartizione politica.

I contatti tra l’imprenditore del clan e Morcone proseguono e non hanno riguardato solo il Lampedusagate. È soprattutto Sacco a chiamare, per fargli gli auguri, per questioni di lavoro e per alcuni crediti vantati dal centro di Crotone. «Eccellenza buongiorno, nell’augurarle buon Ferragosto le rinnovo il nostro invito a venirci a trovare o istituzionalmente con una visita al C.a.r.a. o privatamente magari in barca. Un abbraccio. Leonardo Sacco».

È la mattina del 14 agosto 2014, e Mr 100 milioni scrive al prefetto Morcone. Poi a metà settembre manda due sms al prefetto, con una richiesta di aiuto: «Eccellenza siamo in grosse difficoltà con i pagamenti delle presenze extra. Solo degli extra su Crotone siamo a 4 milioni. Le chiedo un intervento perché stiamo affondando. Un abbraccio».

Sacco andrà anche a Roma da Morcone. Gli investigatori del Ros apprenderanno i contenuti dell’incontro dalle reazioni dell’uomo della cosca Arena. Un incontro «andato bene», commenterà Sacco, in cui Morcone avrebbe parlato «molto apertamente». Il tema è quello di alcune contestazioni mosse alla Misericordia dalla prefettura di Crotone. Secondo l’imprenditore del clan, l’ex capo dell’Immigrazione si sarebbe mostrato disponibile a intervenire in qualche modo. «Domani dovrei vederla e gli dico qualcosa, però nel frattempo chiamo il capo ufficio mio che è quella che rompe i coglioni e gli dico», è sempre Sacco che riferisce le parole di Morcone. Oltretutto, aggiunge, il prefetto gli avrebbe dato un suggerimento prezioso, ossia che di Lampedusa devono avere cura perché è una vetrina internazionale, «qua capisci cosa sono le pressioni, ma statti tranquillo». Invece, sulle contestazioni della prefettura, 20 mila euro, Morcone avrebbe minimizzato: «Cosa vuoi che siano 20 mila euro su tre milioni». E in effetti per Mr 100 milioni sono pochi spiccioli.

L’area politica di riferimento dell’imprenditore Sacco è il centrodestra. In particolare il partito guidato dal ministro Alfano, di cui fa parte anche il sottosegretario siciliano Giuseppe Castiglione, invischiato nell’inchiesta sul centro per rifugiati di Mineo. Lo dimostrano i contatti di Mr Misericordia, che viene intercettato più volte mentre parla con l’attuale sottosegretaria ai Beni Culturali Dorina Bianchi, all’epoca, siamo sempre nel 2014, era vicepresidente del gruppo Ncd alla Camera.

“Pronto Dorì”

Telefonate e messaggi che proseguono per alcuni mesi e che vertono soprattutto sull’altro grande affare che interessa all’uomo del clan: l’aeroporto di Crotone. Il 12 settembre 2014 dal telefono di Sacco parte una telefonata. «Più o meno quando scendi Dorì?», chiede. «Io la prossima settimana devo scendere… poi la prossima viene Lupi» è la risposta della deputata. Mr Misericordia però ha urgenza di incontrarla e insiste:«Fammi sapere, è urgente». Dorina Bianchi è di Crotone, a questa città deve la sua prima elezione in Parlamento nel 2001, la coalizione di cui faceva parte era la Casa delle libertà e all’epoca militava nel Ccd. Da allora è sempre stata rieletta tra Camera e Senato. E ha cambiato schieramento varie volte. Nell’ordine è passata dall’Udc al Pd al Pdl, infine, all’Ncd, ora Alternativa popolare. Sei anni fa si è candidata a sindaco di Crotone senza fortuna. È in quel territorio però che nascono i rapporti con Sacco.

Leonardo Sacco al centro con Angelino...

L’imprenditore dell’accoglienza sembra in confidenza con la parlamentare. Per esempio il 2 novembre le scrive un messaggino:«Cara Dorina, mi dicono che domani il ministro Alfano sarà a Crotone e Isola, riusciamo a farlo passare dal Centro di accoglienza?». Ma con la futura sottosegretaria, l’imprenditore crotonese spera di ottenere rassicurazioni soprattutto sul salvataggio del piccolo aeroporto di Crotone. Sacco, infatti, sedeva nel Cda della società di gestione del terminal calabrese. E dello scalo crotonese i due parlano tra il 5 e il 12 novembre di tre anni fa. Prima la sottosegretaria dice a Sacco che sta ancora «aspettando il punto sull’aeroporto», l’imprenditore sostiene di averle mandato tre mail con anche il «punto». Pochi giorni dopo e i due si risentono. La deputata voleva informarlo dell’imminente viaggio a Crotone dell’allora ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi per affrontare la questione dello scalo aeroportuale. «Arriva direttamente con la Ryan air e fa la conferenza in aeroporto… e poi rimane anche la sera con noi».

Ma l’uomo della Misericordia vuole conferme anche su un’altra visita istituzionale da programmare: «E Alfano invece?». Bianchi non è impreparata: «Stasera vado da lui al ministero… mi dà la data… sua». Finalmente l’imprenditore è soddisfatto, la cerchia del Nuovo centro destra si sta attivando. Sei giorni prima dell’arrivo di Lupi a Crotone, gli investigatori registrano una nuova telefonata in cui Sacco segnala a Dorina Bianchi che sull’aereo «non ci sono posti». La parlamentare allora suggerisce che«bisogna prenotare subito, per me e anche per Lupi». Sacco è ben felice di farlo, «mandami i dati che me la vedo io». Alle sette di sera dallo stesso 14 novembre la deputata del centrodestra chiama Sacco, parlano ancora dello scalo di Crotone: «Il problema è l’assetto societario non i fondi, il problema sarà l’assetto e quello che verrà fuori…poi te lo spiego meglio». Mr Misericordia, tuttavia, non molla l’osso e ribatte che «Enac aveva fatto marcia indietro…perché aveva accettato il concordato». «Però Enac non lo ha comunicato al ministero… e se non lo comunica è come se non ci fosse nulla, non so se rendo l’idea», aggiunge la parlamentare.

L’ansia di Sacco è placata: «L’importante è che non abbiamo problemi». Tuttavia affinché tutti siano più tranquilli Bianchi suggerisce a Sacco «di mandarle comunque la lettera». Ciò che preoccupava Sacco in veste di membro del Cda dell’aeroporto erano gli oneri di servizio pubblico, ossia quelle clausole che permettono a uno scalo periferico – o comunque non attraente per le compagnie aeree perché con una bassa intensità di traffico – di godere di voli con continuità e tariffe non esorbitanti. Oneri, quindi, che vanno oltre il puro interesse commerciale delle società.

Di questo discutono Sacco e Bianchi nelle telefonate successive. «Ti ho girato una nota del 3 novembre del ministero che revoca gli oneri di servizio», dice l’imprenditore. L’attesa finisce e finalmente è il giorno di Lupi a Crotone. Sacco ne riferisce gli esiti al presidente di Confindustria Crotone Michele Lucente: «Gli oneri sono a posto, siamo aeroporto di interesse nazionale, da quando sottoscriviamo il nuovo contratto di servizio».

Gli investigatori del Ros hanno annotato molti altri contatti, sms e telefonate tra la parlamentare e Mr Misericordia. Nulla di penalmente rilevante, ma, di certo, dimostrano che tra i due c’è una certa confidenza e che, Sacco la considera un punto di riferimento, lo strumento necessario per tentare di avvicinare i ministri che si occupano dei settori a lui cari.

«Le relazioni con le realtà e i soggetti operanti sul territorio crotonese sono sempre state improntate nella massima correttezza e nel pieno rispetto dei ruoli istituzionali», ha dichiarato il sottosegretario quando ha appreso della notizia della maxi retata sulla ’ndrangheta dell’accoglienza. Nessun dubbio sulla correttezza, tuttavia si tratta di capire se è opportuno per un deputato della Repubblica instaurare un rapporto così stretto con Mr Misericordia, già ai tempi molto chiacchierato.