‘Ndrangheta stragista. Lombardo e Bombardieri: “Sentenza storica”

Fonte: Antimafia Duemila

Il capo della Dda Bombardieri: “Giusto riconoscimento del lavoro che va avanti da anni”

“Sentenza storica, spero che possa essere l’inizio di un percorso di ricostruzione oltre a quello che è stato fatto per le vittime di mafia di questa terra che meriano questo tipo di impegno e le risposte che non sono state facili”. E’ così che ha commentato dopo la lettura della sentenza il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, che ha rappresentato l’accusa nel processo ‘Ndrangheta stragista. Secondo il magistrato si è arrivati alla condanna all’ergastolo del boss Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone “raccogliendo gli elementi disponibili e gli abbiamo messi insieme e abbiamo portato all’attenzione della corte la ricostruzione a cui abbiamo profondamente creduto e oggi è arrivato un risultato importantissimo e siamo contenti di questo”. Riguardo al fatto che il boss di Brancaccio abbia deciso di parlare nel processo, Lombardo ha detto che “Graviano ha spiegato il motivo per cui ha parlato per chiarire alcuni passaggi della sua vita. Dobbiamo prendere quello che ha detto e attenerci alle sue motivazioni”.
Il procuratore aggiunto ha spiegato che per molti anni la ‘Ndrangheta “ha cercato di far credere di non aver preso parte a una determinata strategia e ha utilizzato gli uomini giusti ed è per questo che è riuscita a nascondersi. Penso che sia arrivato il momento di raccontare fino in fondo quale è stato il suo ruolo e la loro forza criminale”.

Insieme al procuratore Lombardo era presente in aula il capo della Dda di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, che ha spiegato che la sentenza “è il giusto riconoscimento del lavoro che va avanti da anni e che ha consentito, su impulso delle procura nazionale antimafia, la Direzione Distrettuale di Reggio Calabria a ricostruire una delle vicende più oscure della storia giudiziaria del nostro Paese. Finalmente si capisce come la morte dei due appuntati Fava e Garofalo e il ferimento di altri militari nel 1993-1994 non sono stati un imprevisto o un caso ma appartenevano a un disegno più ampio che vedeva coinvolta la ‘Ndrangheta reggina unitamente a Cosa nostra siciliana. Se ci saranno altri livelli da raggiungere? – ha proseguito – Intanto di fermiamo a questa sentenza, leggeremo le motivazioni per poter comprendere le ricostruzioni della Corte e naturalmente ci muoveremo di conseguenza. La stessa presidente ha disposto la trasmissione di alcuni atti alla nostra attenzione per le valutazioni che saranno di nostra competenza”.

In conclusione, Bombardieri ha detto che il “fatto che la ‘Ndrangheta non sia mai stata considerata per quello che veramente è solo oggi se ne parla come un fenomeno universale che non riguarda solo l’Italia ma l’Europa e il mondo intero, deve portarci anche a dare la giusta dimensione per contrastarla. Oggi noi siamo impegnati nella richiesta di un potenziamento degli uffici giudiziari giudicanti e della polizia giudiziaria che è ancora ferma agli anni in cui si parlava solo di Cosa nostra. – ha concluso – La ‘Ndrangheta è pericolosa e questo processo dimostra che il livello era quello ed era l’occasione giusta per ribadire la richiesta di ottenere un rafforzamento delle forze di polizia giudiziaria che quanto mai è necessaria in questa terra”.