Non si vive di solo lavoro (viat’a loro)

Non si vive di solo lavoro. Certo, produrre ciò di cui abbiamo bisogno è fondamentale, ma la vita è anche altro. E non può essere “vissuta” solo sul posto di lavoro. Tutti abbiamo sogni, passioni e affetti da coltivare, e il tempo è l’unica moneta di cui disponiamo per poter vivere appieno la nostra esistenza. E il progresso avrebbe dovuto favorire questo: un trattore in un’ora svolge il lavoro per il quale, un tempo, servivano almeno una ventina di uomini. Che tradotto significa tempo liberato dal lavoro. Ma le cose non stanno così: a fronte di un incremento pazzesco della tecnologia, c’è chi ancora lavora oltre 10 ore al giorno e nonostante ciò non può permettersi neanche una birra al sabato sera. Figuriamoci coltivare passioni o sogni. Per fortuna gli affetti non costano niente, ma anche per questo non c’è tempo.

Per certi politici italiani tipo Renzi, Santanchè, Brunetta, Salvini, Berlusconi, Meloni, o pseudo imprenditori come Vacchi, Briatore, Al Bano e simili, lavorare tutto il santo giorno, sabato compreso, per una paga che si aggira, nel migliore dei casi, a poco più di 1200 euro (in media) al mese, è normale e anche giusto. E poco importa se il lavoratore, nonostante fatica e sudore, non può permettersi neanche di portare la famiglia una settimana al mare magari a pochi chilometri da casa. Mentre i sopracitati passano tutto l’anno a spacciare feste, vacanze, conferenze, congressi, per lavoro. Loro tutta l’estate (dai primi di giugno a fine settembre) stravaccati al sole delle loro costosissime barche, e il lavoratore, ad agosto, dopo un anno di lavoro e sacrifici, chiuso in casa, o a lavare piatti giorno e notte nei lussuosi ristoranti dove i “prescelti” consumano aragoste, ostriche a champagne.

Già, i prescelti, perché  convinti che avere passioni, sogni, hobby, e affetti, sono “prerogative” che spettano solo a loro. Tutti gli altri devono vivere solo per servirli, questo è il loro squallido quanto classista pensiero. Per Renzi è normale chiedere 80mila euro per una conferenza ad un paese canaglia dove vige ancora la shari’a, mentre è sbagliato aiutare con poco meno di 500 euro al mese chi non ce la fa.

La Santanchè, invece, ha un unico solo problema: come arrivare velocemente a Cortina per le vacanze di Natale (vorrebbe un aeroporto a Cortina), e quando arriva vuole trovare in albergo e al ristorante tutto pronto, e poco le importa se il turno di lavoro della brigata cucina ha superato le 13 ore giornaliere. Per Briatore, Vacchi e gentaglia simile, i giovani non hanno voglia di lavorare, mentre loro sì. Infatti si spaccano la schiena tutto il giorno davanti alle telecamera per farsi riprendere mentre ballano con i “domestici” (che pagano a nero), o mentre sbocciano bottiglie da 20mila euro.

Per Al Bano, che definire cantante è un oltraggio alla categoria, è giusto pretendere compensi stratosferici dalla Rai (servizio pubblico) per dire cazzate e cantare le sue banali canzonette, ma non è giusto però pagare il legittimo compenso per il lavoro svolto dai suoi dipendenti, si devono accontentare di quello che volta per volta decide il padrone. Questi personaggi che passano la giornata in Tv ad insultare lavoratori e poveri, pensano di vivere ancora nell’anno 1000. Si sentono in diritto, dall’alto dei loro facili e poco meritati guadagni, di decidere quanto e come pagare il lavoro. E pretendono pure di avere ragione.

Tutto questo avviene in Italia nell’anno 2022, dove il problema sono i poveri e il salario minimo garantito, mentre le Germania riduce le ore di lavoro settimanali e stabilisce il tetto di 12 euro per ogni ora di lavoro svolto, e noi andiamo ancora dietro a questi quattro miserabili che pretendono di continuare a togliere ai poveri per donare ai ricchi. Viva l’Italia!