Occhiuto, Granieri e la nuova scorta del sindaco

Mario Occhiuto

Vi avevamo svelato, nei giorni scorsi, di un incontro avvenuto in procura tra il dottor Granieri e il sindaco Occhiuto.

Quasi tre ore di colloquio al chiuso della stanza del procuratore capo. Una “visita”, quella di Occhiuto, che non era passata inosservata. Da giorni ci chiedevamo quali fossero i contenuti. Oggi noi siamo in grado di riferirveli.

Pare che il sindaco si sia recato in procura, per cercare di apparare, insieme al suo sodale Granieri, la situazione giudiziaria, che interessa sia uno che l’altro, venuta fuori dai nostri articoli. Il duo Occhiuto/Granieri prova a rompere l’accerchiamento. Per diversi giorni abbiamo pensato che il sindaco avesse voglia di confessare tutti i suoi reati e costituirsi, e invece, in spregio alla legge, elabora una strategia che è una offesa alla democrazia, alla Legge, e ai cittadini.

Dario Granieri, il procuratore del porto delle nebbie
Dario Granieri, il procuratore del porto delle nebbie

Il sindaco e il procuratore capo decidono di inventarsi qualche altra chiacchiera per tentare di ammantare la loro figura di intrallazzini, che oramai è patrimonio della città, venuta fuori da tutti gli imbrogli messi a punto insieme. Uno ‘mbrosava e l’altro ammucciava. Questo è pacifico. Basta guardare gli atti emanati dalla giunta Occhiuto.

E così, il duo ha pensato bene di ricorrere ad un classico. La minaccia mafiosa. Che poi, detto da Occhiuto, che dalla mafia ha comprato i voti, è un oltraggio a chi veramente lotta ed è minacciato seriamente da mafiosi e affini. Pare che il sindaco e il procuratore si siano messi d’accordo per raccontare, a noi mamozi, di essere nel mirino delle cosche cosentine.

Le stesse alle quali ha affidato lavori, senza gara, per milioni e milioni di euro. E per far apparire tutto verosimile, pensando a noi come dei fessacchiotti, affida una scorta di polizia al sindaco. Che, lo ricordiamo, è già scortato h24, da tre vigili urbani.

Ma evidentemente non erano sufficienti a giustificare l’imminente pericolo. E, si sa, tre poliziotti armati fino ai denti fanno scena e una certa impressione. Il tutto condito da relazioni farlocche, stilate con l’aiuto di dirigenti di polizia, per corroborare la chiacchiera della necessaria documentazione cartacea, al fine di giustificare tale misura.

Insomma, oltre al danno, anche la beffa. In altre parole: presentiamoci ai cittadini come servitori dello stato minacciati dalla mafia, sperando che gli stessi abbocchino, per avere una copertura sociale che oggi non hanno. Ma, anche questa volta, il duo Granieri/ Occhiuto, ha fatto i conti senza l’oste. Iacchite’ anche questa volta li ha sgamati. Giusto per la verità dei fatti: noi da quando abbiamo aperto riceviamo in media 4/5 mail e diverse telefonate al giorno di minacce. E non per questo, abbiamo mai pensato di recarci, in via privata o preferenziale dal procuratore. E così che funziona a Cosenza. Basta inventarsi le cose e avere gli amici giusti per farla franca. Ma oggi mi sento di dire che non è più così.
GdD