Occhiuto&Manna, chi sono i loro Santi in Paradiso?

Sono più di sei (6) anni che ci chiediamo, attraverso i nostri articoli: ma chi sono i Santi in Paradiso che dall’alto dei cieli proteggono il sindaco (sempre più traballante) Manna e l’ormai ex sindaco Occhiuto da ogni azione giudiziaria nei loro confronti?

Lo abbiamo chiesto a giudici, pm, procuratori e avvocatoni di ogni ordine e grado. Abbiamo interpellato sulla questione anche prefetti, colonnelli e generali dei carabinieri, questori e servizi segreti. Ovviamente la nostra domanda è stata rivolta anche ai politici corrotti e non, ai massoni deviati e non, all’antimafia salottiera e non, ai giornalisti di regime e non, e persino a tutta la società civile, senza avere mai una risposta. Nessuno è in grado di rispondere a questa domanda. Eppure i termini per porre questa annosa domanda ci sono tutti, eccome se ci sono: Marcello Manna e Mario Occhiuto sono la prova provata che in Calabria, e non solo, la Legge non è uguale per tutti. E nonostante ciò nessuno si indigna, lo stato e i suoi rappresentanti locali compresi.

Quali sono i motivi che ci spingono ad insistere con questa domanda, è presto detto: ciò che vale per gli altri, in materia di inchieste giudiziarie, non vale per loro. Un esempio concreto: Mario Occhiuto e Marcello Manna, al pari di Sandro Principe (già sindaco di Rende) e Orlandino Greco (già sindaco di Castrolibero), sono chiamati in correità da diversi pentiti di ‘ndrangheta per questioni di voto di scambio, su tutti Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti, esponenti di primo piano della ‘ndrangheta locale da tanto tempo collaboratori di giustizia. Lamanna e Foggetti hanno raccontato tutti i legami tra i clan locali e la politica cosentina fornendo agli investigatori il “quadro” completo delle collusioni massomafiose cittadine. Ma tali dichiarazioni sono valse giudiziariamente solo per Sandro Principe e Orlandino Greco, entrambi finiti in due distinti blitz della Dda di Catanzaro e sotto processo. Per Occhiuto e Manna niente di niente, neanche un avvisino di garanzia. Eppure i pentiti Foggetti e Lamanna con le loro dichiarazioni hanno riempito (le trovate nel nostro sito) decine di pagine di verbali dove raccontano gli intrallazzi di Manna e Occhiuto. Come si spiega questa disparità di trattamento tra i chiamati in correità dai pentiti? Lamanna e Foggetti sono stati dichiarati credibili da diversi tribunali, ma nonostante ciò le loro dichiarazioni su Manna e Occhiuto non hanno prodotto nessuna azione giudiziaria nei loro confronti. Come mai?

Di più: Mario Occhiuto in 10 anni di amministrazione ha commesso più reati amministrativi di tutti i sindaci calabresi messi insieme. Migliaia di determine dirigenziali di somma urgenza e cottimi fiduciari fittizie elargite a ditte amiche per lavori inesistenti o super pagati (un esempio concreto: cambio tende e lavori di tinteggiatura dell’ufficio del procuratore capo di Cosenza, costo per la collettività 40.000 euro). Per “scoprire” il legame tra le ditte amiche destinatarie delle determine fittizie e il sindaco Occhiuto, non serve Sherlock Holmes, basta solo leggere la lunga lista dei creditori di Occhiuto per trovare i nomi dei proprietari delle ditte che spesso ricorrono nell’assegnazione degli “affidamenti diretti”.

Già, perché Occhiuto prima di diventare sindaco ha esercitato la professione di architetto “creando” ben 18 società, all’oggi tutte fallite con tanto di libri contabili portati in Tribunale, che hanno prodotto un buco di 28 milioni di euro, così come dicono i finanzieri nell’ordinanza che vede il sindaco Occhiuto sul banco degli imputati per bancarotta fraudolenta. Un processo che si trascina da quasi sette anni, è chiaro che lo scopo è la prescrizione. Insomma, Occhiuto ne ha combinate di tutti i colori riuscendo sempre a farla franca. Se a commettere i reati che ha commesso Occhiuto fosse stato il cittadino “laqualunque” a quest’ora sarebbe in qualche isola a scontare la sua pena. Per la cronaca: lungo il Tirreno cosentino sono stati arrestati molti sindaci, e per molto molto meno di quello che ha combinato Occhiuto. Chi è, o chi sono i suoi Santi protettori?

Per quel che riguarda Marcello Manna siamo di fronte all’unico caso nel mondo dove la prova regina, la pistola fumante, ai fini giudiziari non è sufficiente per procedere nei suoi confronti. Per arrestare uno come lui ci vuole qualcosa di più di un video che lo immortala nell’atto di consegnare una bustarella farcita al giudice Petrini per taroccare una sentenza a trent’anni di un noto mafioso. Un video, tra l’altro, girato in diretta dai finanzieri che hanno anche ascoltato le parole che i due si sono detti. Ma nonostante ciò Manna continua ad esercitare la professione di avvocato, e a ricoprire la carica istituzionale di sindaco di Rende. Stessa cosa di Occhiuto: se in quel video invece di Manna fosse apparso qualcun altro, le manette sarebbero scattate all’istante. Anche qui per la cronaca: in Puglia, che ha sicuramente i suoi problemi, ma non è certo la Calabria, nell’ultimo anno sono stati arrestati 7 magistrati e altrettanti avvocati, accusati di corruzione e collusione con la criminalità pugliese, in Calabria esistono almeno 15 magistrati indagati per gli stessi reati, ma nessuno è mai finito in galera. È chiaro a tutti che in Calabria, più d’ogni altra parte c’è qualcosa di veramente marcio nella magistratura. E allora: chi protegge Manna? Ma soprattutto perché proprio lui?

Bene, queste domande le poniamo al dottor Gratteri, il massimo esperto in materia di massomafia: egregio dottor Gratteri, ci può spiegare il perché di questa palese disparità di trattamento giudiziario tra soggetti che, stando alle sue stesse indagini sul “Sistema Cosenza”,  dovrebbero essere coimputati? Attendiamo ancora qualche mese con fiducia perché siamo convinti che – prima o poi – anche questi due delinquenti andranno finalmente dove dovrebbero essere già da un pezzo.