Omicidio Bergamini, 16^ udienza. I carabinieri Redavid e Lupo ricostruiscono indagini e intercettazioni sulla famiglia Conte-Internò

E’ ripreso stamattina in Corte d’Assise a Cosenza il processo per l’omicidio volontario e premeditato di Denis Bergamini. Nella 16^ udienza, l’imputata Isabella Internò risultava assente. Per quanto ha riferito l’avvocato Angelo Pugliese, la signora era impossibilitata a partecipare a causa di una fastidiosa lombosciatalgia. Pare che Internò sia anche passata dalle parti dell’ospedale dell’Annunziata per ottenere un certificato: al momento non se ne ha traccia, se arriverà cercheremo di capire se è reale o meno. Nel frattempo, l’udienza è andata avanti ugualmente con l’imputata contumace.

Per questa 16^ udienza hanno testimoniato due carabinieri che hanno seguito il caso Bergamini a partire dal 2011, dopo le indagini difensive dell’avvocato Eugenio Gallerani. Si tratta del luogotenente Roberto Redavid e del maresciallo Marcello Lupo.

“C’erano tre comparti investigativi che indagavano sulla morte di Denis Bergamini: – hanno spiegato i due carabinieri –: il nostro, quello tecnico del Ris e quello della Procura che escuteva persone informate sui fatti. Noi abbiamo ascoltato 51 persone, con la collaborazione dei Comandi provinciali competenti per territorio. Siamo andati a scandagliare la vita privata e sentimentale del calciatore analizzando aspetti che fino al 2011 non erano stati considerati. Abbiamo scartato le piste del totonero, del totoscommesse e della droga perché non ci erano elementi che suggerissero di fare ulteriori approfondimenti… Il procedimento del 2011 era nato da un dossier presentato dal legale della famiglia Bergamini l’avvocato Eugenio Gallerani che aveva stimolato la riapertura delle indagini. Siamo ripartiti da zero, seguendo le probabili piste sull’evento poi la Procura avrebbe unito tutte le risultanze. Dalla nostra attività investigativa abbiamo dedotto che la richiesta di vedersi quel giorno era venuta da parte di Isabella, che nonostante la relazione col calciatore fosse terminata cercava di riavvicinarlo, di riconquistarlo affascinata dai privilegi e dalla visibilità che otteneva stando al suo fianco”.

Un aspetto fondamentale delle deposizioni di Lupo e Redavid ha riguardato l’analisi e l’esame delle intercettazioni avvenute nel corso delle attività investigative.

“Nelle intercettazioni captate nella Mercedes Classe A sulla quale viaggiava Internò prima e dopo essere ascoltata in Procura a Castrovillari nel 2011 – spiegano Marcello Lupo e Roberto Redavid – abbiamo trovato elementi di rilievo. Mentre si trova in auto con la figlia e la sorella parla di una conversazione tra il marito di quest’ultima e suo cognato: Gianluca Tiesi e Luciano Conte. L’imputata affermava che Gianluca Tiesi avesse discusso con il suo coniuge convenendo sul fatto che dire troppi non ricordo, non andava bene e che non doveva agitarsi tanto… il magistrato che l’avrebbe ascoltata non aveva neanche 30 anni. Internò avrebbe poi confidato loro: “io solo gli orari non ricordo”, mentre la giovane figlia le ripeteva di non dar retta al padre e di dire la verità. Nel viaggio di andata e ritorno verso la Procura di Castrovillari, l’imputata invece parla con il marito Luciano Conte che le fornisce istruzioni…“, come ormai è di dominio pubblico già dall’istruttoria del processo (http://www.iacchite.blog/omicidio-bergamini-linterrogatorio-di-luciano-conte-alla-moglie-le-intercettazioni-della-procura/). Si ritorna in aula mercoledì 11 maggio.