Omicidio Bergamini, 44^ udienza. Lucchetti ricorda le parole della moglie: “Da quando ho visto i due cugini ho paura”

Il processo per lì’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini si trasferisce al Nord per due udienze. Oggi, in Corte d’Assise a Bologna, 44^ udienza, hanno deposto Donatella Borea (ex fidanzata di Denis), Assunta Trezzi e Maurizio Lucchetti. Domani, nella 45^ udienza, sarà ascoltata nella caserma dei carabinieri di Crema (Cremona) la moglie di Lucchetti, Tiziana Rota.

Assunta Trezzi, zia di Isabella, sorella di sua madre Concetta Tenuta, è la zia di Torino che prende contatti con la clinica londinese per l’aborto. “Ho visto Denis una sola volta quando venne a Torino assieme ad Isabella, si presentarono senza preavviso. Una volta entrati ricevetti una telefonata di Donata Bergamini che mi chiedeva se i ragazzi fossero arrivati e mi invitava a chiedere loro cosa avessero in mente di fare. Allora Isabella mi ha raccontato di aspettare un bambino ma di non volerlo tenere.
Denis disse “Non c’è nessun problema io il bambino lo voglio, lo riconosco e ti voglio sposare” ma Isabella non lo voleva perché diceva di essere troppo giovane”..

La presidente di Corte Lucente le chiede come mai Denis avrebbe parlato di riconoscimento se era disposto a sposare la ragazza e la Trezzi risponde: “Non lo so, forse non ha parlato proprio di riconoscimento ma di certo ha detto era disposto a sposarla e a tenere il bambino. Poi mi ha detto che sarebbero andati ad abortire ma era già tutto pronto, biglietti e altro”. La presidente Lucente la incalza: “E se era già tutto organizzato, come mai vennero da lei?“. Trezzi risponde: “Perché io dovevo dire a mia sorella, qualora li avesse cercati che i ragazzi erano da me. Isabella mi chiese di non parlare a nessuno dell’aborto e io tenni il segreto fino alla riapertura del caso quando ne parli con mio fratello. A mia sorella invece, ne ho parlato solo quando è venuta a mancare mia madre, nel 2018”.

Le viene chiesto come mai non abbia mai parlato della volontà di Denis di sposare Isabella e la donna afferma: “Non mi è mai stato chiesti”. L’avvocato Anselmo la incalza: “Questo processo si basa sull’assunto che Denis non volesse sposare Isabella e in 34 anni se ne è parlato parecchio. Possibile che lei non abbia sentito la necessità di dire quello che le aveva detto Denis? Che non abbia sentito la necessità di far presente che tutti si sbagliavano?”. La risposta della Trezzi è: “E ma perché avrebbero dovuto credere a me?”…

Ascoltata in aula una intercettazione telefonica del 16 maggio 2013 tra Assunta Trezzi e Francesca Siciliano (madre di Concetta Tenuta e Assunta Trezzi), telefonata che risale al giorno dopo l’escussione delle due donne da parte della Procura di Castrovillari. In un passaggio le due donne si raccomandano di non chiamare né scrivere a Concetta Tenuta né tantomeno a Catia Internò (sorella di Isabella). In un altro passaggio la Trezzi afferma “Io quello che sapevo ho detto, quella che ha detto Isabella. Tanto non è che è cambiata la favola, sempre quella è in 23 anni”.

Alla domanda del pm su quale fosse questa “favola” la donna afferma: “Quella che hanno raccontato i media in questi anni”. Lucente chiede come mai le due donne si raccomandano di non parlare con Concetta Tenuta e Catia Internò e la Trezzi risponde: “Mamma era preoccupata per me, era morta da poco mia figlia, mio marito stava male, era per questo che eravamo preoccupate”. Viene poi fatta ascoltare un’altra intercettazione tra la donna e la nipote Catia Internò, sempre datata 16 maggio 2013, quindi il giorno dopo la sua deposizione. La zia dice alla nipote che lei e sua madre (la Siciliano) sono state ascoltate e Catia la rimprovera “Zia, ma queste cose dovete dircele prima”, la zia risponde allora “E che ne so io, di queste cose non si può parlare”. A chiarimento afferma: «Non si poteva parlare della vicenda perché per la nostra famiglia è stata molto dolorosa».

Nella stessa telefonata si parla di “quell’altra cosa”, sempre a chiarimento: «Parlavamo dell’aborto ma non perché io ne avessi parlato con Catia, solo perché della vicenda aveva parlato la tv, ma io non le ho mai detto che sapevo». Quindi ascoltata una nuova intercettazione, sempre datata 16 maggio 2013, questa volta con l’amica Laura. Qui si parla chiaramente dell’aborto e dell’organizzazione del viaggio a Londra, l’amica parla del fatto che i biglietti per Londra fossero stati presi dalla zia a Torino perché era più facile farli da lì mentre la Trezzi nega affermando che tutto era stato preparato prima e poi specifica “Non vorrei che ci siano i telefoni sotto controllo”. A chiarimento afferma oggi in aula che forse aveva pensato di poter essere intercettata ma che non ne aveva il timore, quindi parlava tranquillamente al telefono. Viene mostrato alla donna il biglietto trovato nel portafogli di Denis il giorno della sua morte. Biglietto della clinica di Londra dove è stato eseguito l’aborto e sul quale sono riportati i numeri di telefono della zia di Isabella Assunta Trezzi. La donna non sa spiegarsi come mai Denis avesse con sé quel biglietto.

LA TESTIMONIANZA DI LUCCHETTI 

Accompagnato coattivamente in aula, depone anche Maurizio Lucchetti, ex compagno di squadra di Denis nelle stagioni 1987-88 e 1988-89. Lucchetti descrive i suoi ricordi sul rapporto tra Denis e Isabella: «Isabella era gelosa e possessiva, in ogni momento voleva sapere dov’era Denis. Era solita chiamare casa mia per vedere se fossi rientrato dall’allenamento e capire se Denis rientrasse alla stessa ora. Ho saputo dell’aborto in maniera indiretta, forse da qualche compagno nello spogliatoio, poi me lo confermò anche mia moglie (Tiziana Rota ndr) e la sorella di Denis, Donata”.

Lucchetti racconta poi l’ultima volta che vide Denis: «Scesi a Cosenza con mia moglie forse una decina di giorni prima della morte di Denis, era un lunedì. Lo incontrai mentre mia moglie ne approfittò per vedere Isabella. Poi rientrando a Vietri mi raccontò il tenore della conversazione intrattenuta con Isabella che le riferì che non stava più assieme a Denis e che piuttosto che vederlo con un’altra lo avrebbe preferito morto. Videro poi due cugini di Isabella e lei disse a Tiziana di cambiare discorso perché se i cugini avessero saputo che Denis la aveva lasciato lo avrebbero ammazzato”.

Il racconto di Lucchetti va avanti: «Rivedemmo Isabella qualche giorno dopo la morte di Denis, una decina di giorni dopo. La invitammo a casa per cercare di farla distrare. Isabella di continuo ci chiedeva se credessimo alla sua versione del suicidio. Di continuo chiedeva “Si è buttato. Mi credi?”. Lì a Salerno da noi è uscita e ha incontrato Carmine della Pietra, non so se si conoscessero già prima. Commentai con mia moglie che mi sembrava inappropriato il suo comportamento, le dissi “E lei era triste?”. Poi non ci siamo più visti né sentiti tranne una volta in cui Isabella un paio di anni dopo chiamò mia moglie e le disse che le avrebbe voluto dire una cosa su Denis ma che in quel momento non poteva perché non era sola, poi più nulla».

Il pm Primicerio gli chiede: «Sua moglie ha paura?», Lucchetti si innervosisce: «Io parlo di me, mia moglie dovete lasciarla stare, non sta bene e dovete lasciarla stare. Ha parlato venti anni fa, forse aveva anche paura. Magari aveva il timore di avere un’amica coinvolta in una cosa del genere”.

L’avvocato Anselmo gli chiede se ricorda una telefonata, intercettata, tra lo stesso Lucchetti e Remo Croci, giornalista di “Quarto Grado” nella quale interviene anche Tiziana Rota, la stessa dice “Non ho detto tutto perché ho paura. Da quando ho visto i due cugini ho paura”. Lucchetti afferma «Sì, ricordo questa conversazione e ricordo queste parole di mia moglie, le ho sentite più volte». Domani Tiziana Rota sarà ascoltata dalla Corte nella caserma dei carabinieri di Crema (Cremona) ma l’udienza sarà “protetta” e quindi a porte chiuse.