Omicidio Bergamini. Anselmo: “Abbate ha depistato: mi auguro che a questo processo venga consentito di arrivare alla fine”

Cosenza, 23 Marzo 2023 Processo Bergamini In foto: L'avvocato Fabio Anselmo

Al termine della 39^ udienza del processo per l’omicidio volontario pluriaggravato di Densi Bergamini, l’avvocato Fabio Anselmo ha rilasciato una dichiarazione ai cronisti ripercorrendo la testimonianza di Donata Bergamini.

“E’ emersa l’umanità di una donna che ha lottato per 34 anni contro la giustizia che non voleva fare il suo corso – ha detto Anselmo -“.

Riguardo alla ricostruzione della deposizione di Donata Bergamini al procuratore Ottavio Abbate, il giudizio del legale ferrarese è stato durissimo ma giustificato dalle gravissime circostanze rivelate dalla sorella del calciatore.

“Il procuratore Abbate ha posto tre volte la stessa domanda – ha sostenuto Anselmo – con un presupposto che era falso cioè che Bergamini si fosse suicidato… il motivo deve essere una delle tre carte: o l’aborto Internò o il totoscommesse o la droga. In realtà non si era suicidato ma era evidente fin dall’inizio… Se vogliamo parlare di depistaggi, credo che finalmente abbiamo chiarito che il Cosenza Calcio non c’entra nulla con i depistaggi e io lo posso dire perché ne sono sempre stato convinto, chi ha depistato lo avete capito voi e mi auguro che a questo processo venga consentito di svolgere regolarmente il suo corso fino alla fine…”. Chiamato a spiegare meglio il suo augurio, Anselmo ha risposto: “Temo sempre…”. 

La telefonata della Maserati? “E’ servita per farci capire quale fosse entità del dolore di Isabella Internò che si era strappata le vesti al funerale di Denis…”. Isabella Internò non è presente alle udienze? “Ognuno ha il diritto di difendersi come vuole… mi metto nei panni dell’avversario ma poi i panni sono i miei e questi, quello che posso dirvi è che la verità ormai la conosciamo tutti, poi la giustizia deve fare il suo corso, quindi ci deve essere una verità che ci era stata garantita nel 2016-1017 dal procuratore di allora e questa verità oggi la possiamo bene apprezzare, poi occorre che questa verità venga certificata in un’aula giudiziaria e non si può dare per scontato prima che avvenga”.