Omicidio Bergamini. Ecco come ha “parlato” il corpo di Denis grazie alla glicoforina

ECCO COME HA PARLATO IL CORPO DI DENIS 

Nel corso delle operazioni peritali, il 10 luglio 2017, personale della Sezione di P.G. presso la Procura di Castrovillari, procedeva alla consegna alla dott.ssa Carmela BUONOMO dei reperti istologici presi in carico dal Dott. Stefano TARAGLIO, Direttore di anatomia patologica dell’ospedale “San Giovanni Bosco” ASL TORINO2, dove si trovavano custoditi.

Il 31 luglio 2017 in Caserta presso l’U.O.C. di Anatomia Patologica A.O.R.N. Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, i periti prof. Antonello CRISCI e la dott.ssa Carmela BUONOMO davano prosecuzione alle operazioni peritali alle quali erano presenti i consulenti delle parti offese e del Pubblico Ministero, mentre erano assenti i CTP di Isabella INTERNÒ, ovvero il prof. Franco INTRONA e la Dott.ssa Liliana INNAMORATO.

Le operazioni peritali riprendevano il 25 settembre 2017 e questa volta, oltre che ai consulenti di parte civile che del Pubblico Ministero era presente anche la Dott.ssa Liliana INNAMORATO, CTP di Isabella INTERNÒ. In questa fase si è arrivati a dei risultati che costituiranno la base della relazione di perizia e che sarebbero stati poi ampiamente discussi nel corso dell’udienza di incidente probatorio del 27 novembre 2017. Tali evidenze delle indagini anatomo-patologiche si baseranno sull’utilizzo della <glicoforina> e <<dell’apoproterina-A>>. A conclusione delle operazioni, i periti e i consulenti presenti firmavano all’unanimità, senza interventi od osservazioni, il relativo verbale attestante ciò che era stato visionato.

Le operazioni riprendevano il 9 ottobre 2017; a conclusione delle operazioni i periti e i consulenti presenti – ivi compreso il CTP di Isabella INTERNÒ – firmavano all’unanimità, senza interventi od osservazioni, il relativo verbale attestante ciò che era stato visionato.

Dagli esami istopatologici si evince che:
 Le sezioni seriate della laringe hanno evidenziato in sede paramediana destra (LR8) plurime aree di stravaso ematico interstiziale comprovate dalla positività alla glicoforina. Ectasie e congestione vascolare come in tutte le altre sezioni;
3 vetrini con prelievo a livello dello psoas: plurime aree di stravasi ematici interstiziali comprovati dalla positività alla glicoforina;
 Le sezioni denominate “Bergamini 2011” del 2011 riferite alle sezioni di polmone evidenziavano tessuto polmonare sede di iperdistensione delle cavità alveolari con rottura dei setti, congesti, con marcate ectasie vascolari con sludging ed edema acuto siero
proteinaceo. Il reperto immunoistochimico evidenziava una positività prevalente interstiziale del CD 68 ed una positività per CD 15 di tipo secondario e una positività discontinua per l’Apoproteina-A;
 Le sezioni relative al tessuto osseo topograficamente in sede iliaca sinistra dopo trattamento decalcificante non rilevavano positività alla glicoforina; parimenti alla sezione destra dell’ala;
 Le sezioni seriate che comprendevano la linea mediana comprovate dalla presenza dell’epiglottide (base e corpo) evidenziavano, nell’ambito di una congestione marcata della rete vascolare ectasica, aree caratterizzate da slargamento con assottigliamento della parete vascolare fino a parziale discontinuità con passaggio nell’interstizio
di materiale glicoforino-positivo.

L’aspetto interessante è l’individuazione di una lesività, mediante le indagini radiologiche non localizzata sull’emisoma destro – come argomentato dal prof. AVATO in sede di relazione di perizia (infatti si è riscontrato a sinistra frattura pluriframmentata dell’ala iliaca con porzione laterale dislocata lateralmente; frattura dell’articolazione coxo-femorale di
sinistra, della branca ileo-pubica, ischio-pubica e della testa e del collo del femore, con femore destro integro), combaciando invece con altre affermazioni presenti nella stessa perizia del prof. AVATO (la cresta iliaca a destra mostrava frattura parcellare con ancoraggio mediale del frammento…).

Pertanto, le lesioni obiettivate possono essere compatibili con uno schiacciamento da parte di mezzo pesante e la corrispondenza topografica tra il modo in cui giaceva il cadavere ed i reperti obiettivati è asseribile, in quanto al ritrovamento sull’asfalto l’emisoma rivolto verso
il mezzo pesante era il sinistro e il primo lato a poter essere verosimilmente schiacciato era proprio quello di sinistra, ipotizzando un sormontamento parziale da parte della ruota destra del camion, dotato di moto lento.

Effettivamente si appura come anche e soprattutto l’emisoma sinistro fosse coinvolto, tuttavia i dati a disposizione, così come quelli a disposizione dei precedenti consulenti non permettono di asserire un trascinamento a causa proprio della localizzazione delle lesioni sulla regione inferiore dell’addome ed a livello della pelvi e l’assenza di segni di trascinamento per quanto si possa evincere dall’esame dei dati a disposizione.

Altro elemento risulta interessante. Le sezioni relative al tessuto osseo
topograficamente in sede iliaca sinistra dopo trattamento decalcificante non rilevavano positività alla glicoforina; parimenti alla sezione destra dell’ala; conoscendo la letteratura circa l’uso della glicoforina in merito alla vitalità delle lesioni, letteratura che partendo dalla cute oggi riguarda anche l’analisi dei traumi del tessuto osseo, risulta alquanto strano che un investimento “intra vitam” non abbia comportato nell’osso, e parimenti a destra quanto a sinistra, i segni di una reazione vitale.

Argomentano i periti che a livello polmonare, la positività dei vetrini alla apoproteina-A, nonché al CD68 e al CD15 lascia ritenere che “l’insulto asfittico” (ovvero il soffocamento, ndr) possa essersi concretamente verificato.

Inoltre, l’esame autoptico effettuato dal professore AVATO già ebbe ad evidenziare la <<paucità>>di reperti toracici compatibili con un trauma da compressione nella regione dei campi polmonari.
Continuano ancora i periti: alla luce degli elementi emersi risultano condivisibili (fatta eccezione per l’erronea collocazione delle lesioni fratturative e vasali: destra anziché sinistra) le considerazioni del professore Giorgio BOLINO nella prima (2011) e nella seconda consulenza redatta con il dott. Roberto TESTI (2013) in cui affermava: “è chiaro, peraltro, come l’esame autoptico abbia rilevato una lesività del tutto sufficiente a
definire la causa mortis, rappresentata da una ‘emorragia iperacuta connessa alla lesione vasale’ dell’arteria iliaca comune destra…Nulla osta, tuttavia, che il complesso lesivo possa essere intervenuto su un soggetto, sdraiato sul manto stradale, in limine vitae per altra causa (asfittica? Ovvero comunque tramortito mediante l’uso di tossici volatili o altre sostanze xenobiotiche)… Le caratteristiche…portano a ritenere maggiormente plausibile che al momento dell’investimento Bergamini Donato fosse già deceduto o in condizioni di assai ridotta vitalitàIl sormontamento da parte dell’autocarro non può aver provocato – di per sé solo – le caratteristiche morfologiche macroscopiche ed istologiche riscontrate in sede polmonare...”. 

Dinamica del sormontamento alla luce dei nuovi dati emersi dalla radiologia: la prima parte del corpo ad essere schiacciata sarebbe stata l’emisoma sinistro.
Esami chimico-tossicologici negativi, non esclusa tuttavia l’utilizzo di sostanze volatili.

Alla luce degli attuali accertamenti e dalla disamina di quelli precedenti, nell’esame degli elementi utili alla ricostruzione degli eventi lesivi che hanno condotto alla morte di Bergamini, possono ribadirsi alcuni aspetti salienti.
Già nel corso dell’esame post-esumazione praticato nel 1990 dal prof. Francesco Maria AVATO venivano infatti evidenziati, come poi confermato dal prof. Giorgio BOLINO prima e dai prof. BOLINO-TESTI poi, elementi macroscopici e microscopici prevalentemente polmonari suggestivi di una condizione asfittica, non imputabile all’ipovolemia né a preesistenze patologiche stante la giovane età e le condizioni di salute della vittima sottoposta a continui controlli medici per l’attività di calciatore professionista.

Infatti, sono state riscontrate, macroscopicamente ed istopatologicamente, aree di sofferenza del parenchima polmonare che, in assenza di lesività diretta, sono
compatibili con asfissia acuta.

Le caratteristiche macroscopiche e microscopiche dei tessuti lesi, con rilievo di assenza di stravasi ematici (macro e microscopici) ai margini delle lesioni depongono, concordemente con quanto sostenuto dal professore BOLINO, per una “…incerta vitalità del complesso
lesivo…”, compatibili con uno stato di “…limine vitae…” al momento delle medesime.
Gli esami istopatologici attuali hanno confermato, a distanza di anni, gli elementi di congestione a carico del polmone, con particolare, precedentemente non rilevato, interessamento della laringe con stravasi ematici interstiziali.

In merito, già il Prof. AVATO aveva evidenziato “…una certa qual sofferenza polmonare (aspetti congestizi e di edema, di enfisema acuto…”, con “…frequenti rotture dei setti alveolari oltre a modesto edema alveolare e interstiziale, discreta congestione vasale…”ed il prof. Giorgio BOLINO aveva argomentato che “…le superficie alveolari, a ben guardare, si caratterizzavano per una discreta dilatazione…

I polmoni avrebbero, invece, dovuto essere schiacciati e quindi atelettasici, privi di aria, almeno alle basi… Soprattutto le frequenti rotture dei setti alveolari non sono spiegabili in un soggetto giovane ed evidentemente in buona salute, sottoposto a rigidi controlli sanitari in quanto sportivo professionista…”.

Gli attuali e più sofisticati accertamenti isto-immuno-patologici hanno confermato il dato dei precedenti consulenti a carico del parenchima polmonare, con rilievo di “…tessuto polmonare sede di iperdistensione delle cavità alveolari con rottura dei setti, congesti, con marcate ectasie vascolari, con sludging ed edema acuto siero-proteinaceo. Il reperto
immunoistochimico evidenzia una positività prevalente interstiziale del CD68 ed una positività per CD15 di tipo secondario e una positività discontinua per l’Apoproteina-A…”, e lo hanno ampliato evidenziando a carico della laringe, precedentemente non esaminata, stravasi ematici e congestione, rilevando “…in sede paramediana destra plurime aree di stravaso ematico interstiziale comprovate dalla positività alla glicoforina. Ectasie e congestione vascolare come in tutte le altre sezioni…”.

Tali aspetti avvalorano le precedenti valutazioni di segni asfittici autoptici ed istopatologici, dipanando i dubbi espressi dai professori BOLINO-TESTI, laddove questi ultimi specificano che “…le alterazioni polmonari possono….aver almeno in parte risentito del lungo lasso di tempo (circa 50 giorni) intercorso tra il decesso e l’esecuzione dell’indagine autoptica…” e che il “…quadro polmonare…” è “…compatibile con una morte avvenuta per asfissia meccanica…”, smentendo l’affermazione del prof. AVATO secondo cui la “…sofferenza polmonare (aspetti congestizi e di edema, di enfisema acuto)…” e la “…sofferenza miocardica…” sono aspecificamente“…di entità tale da poter essere valutati come fattori concorrenti ma non certo di per sé sufficienti in una sequenza fenomenologica letifera…”.

Infatti, pur non essendo indubbiamente “…sufficienti in una sequenza fenomenologica letifera…” per i motivi appresso specificati, non potevano all’epoca non essere considerati in una ricostruzione dell’epicrisi del decesso (la dottoressa Carmela BUONOMO nel corso dell’udienza di incidente probatorio, specifica che l’epicrisi è la ricostruzione di tutto ciò
che ha portato la persona alla fine della sua vita, considerando tutti gli aspetti fisiopatologici, quindi poi patologici che poi hanno portato all’exitus). Aspetti istopatologici che oggi sono ampiamente confermati dalle moderne tecniche immuno-istologiche, che con aggiunta di un nuovo dato di una laringe caratterizzata da “…plurime aree di stravaso ematico interstiziale comprovate dalla positività alla glicoforina. Ectasie e congestione vascolare…”, e sono riconducibili ad un fenomeno asfittico e, certamente, non ad una condizione di shock ipovolemico da discontinuazione vasale.

Tutto ciò permette una diversa e più significativa valutazione delle lesioni polmonari precedentemente evidenziate aumentando nettamente la probabilità rispetto alle mere possibilità definite dal professore Giorgio BOLINO di “…ritenere possibile che al momento dell’investimento il Bergamini fosse magari ancora vivo ma in condizioni per così dire di
ridotta vitalità ovvero in limine vitae…”

La dinamica più verosimile è quella che vede il corpo del BERGAMINI steso sul manto stradale in posizione prona accostato e parzialmente sormontato dalla ruota anteriore destra del camion.
Dinamica ampiamente avvalorata dagli esami radiologici effettuati in questa sede che hanno consentito di evidenziare, con certezza, tutte le lesioni ossee localizzate all’emilato sinistro e non a quello destro, come affermato dal prof. AVATO.

Detti attuali esami di imaging hanno confermato l’esclusivo traumatismo osteo-articolare a livello addomino-pelvico, del rachide lombare, con lussazione e diastasi delle articolazioni sacro-iliache e frattura dei segmenti ossei prevalentemente a sinistra. Dette lesioni ossee
all’emilato sinistro del bacino dimostrano che lo schiacciamento del corpo è avvenuto a livello dell’emilato sinistro, deponendo per un sostanziale parziale sormontamento del corpo di Donato BERGAMINI.

In base alla dinamica ricostruita, le lesioni addomino-pelviche sono state da scoppio, compatibili con lo schiacciamento da parte di una ruota di un pesante automezzo, in termini di accostamento e soprattutto di parziale sormontamento.

Sono risultate altresì assenti lesioni al volto, al capo, al tronco e agli arti superiori riconducibili all’impatto dell’autocarro con un pedone, date anche le caratteristiche proprie del mezzo investitore. Sono altresì assenti segni di trascinamento del corpo sull’asfalto, sia a livello cutaneo che a carico degli indumenti, così come si evince dall’analisi dei meri rilievi
fotografici.

Quindi, assente è stato il riscontro, a carico dei tegumenti e dell’apparato scheletrico, di lesioni da urto tra veicolo e corpo, da proiezione e abbattimento al suolo del corpo, nonché da trascinamento, per attrito (anche sugli abiti) del corpo, e si può pertanto escludere
categoricamente ogni altra dinamica che avrebbe comportato l’impatto del corpo del BERGAMINI contro il frontale del mezzo investitore e/o contro il manto stradale, essendoci invece stato solo l’interessamento, come già detto, della ruota anteriore destra.

Del resto, nessun segno di impatto, comprese tracce ematiche, è stato riscontrato sull’autocarro in oggetto, nè sul frontale di questo ma neanche sulla superficie laterale del pneumatico anteriore destro e su quello immediatamente successivo (l’autocarro aveva due assi anteriori).
All’atto del sormontamento il corpo era steso, in posizione prona, sul manto stradale, con il capo volto verso la linea di mezzeria e gli arti inferiori verso il margine della strada, perpendicolarmente alla traiettoria del mezzo investitore. È proprio questa posizione, sola, che permette di spiegare le lesioni unicamente trasversali e focali evidenziate sul corpo
del Bergamini.

In conclusione, la dinamica lesiva che emerge da tali rilievi è fortemente a favore di una genesi delle lesioni determinatesi per impatto tra la ruota, nello specifico la destra, di un autocarro ed il corpo di Donato BERGAMINI già posto prono al suolo, da cui l’estrinsecarsi delle lesioni in termini unicamente di accostamento e sormontamento parziale,
provocate da un mezzo pesante che procedeva con moto lento.
Invero alcuni elementi istopatologici ed immunoistochimici ci fanno propendere per un decesso avvenuto prima dell’investimento quali ad esempio l’assenza di materiale positivo alla glicoforina sul bacino frantumato.
Ipotesi questa che trova ragione anche nella “…mancanza di segni di vitalità…” in tutti i preparati istologici della cute allestiti dal prof. AVATO, anche in quello “…dell’area sopraclaveare…” non interessata dal trauma da schiacciamento, e rivalutati dai prof. BOLINO-TESTI.