Omicidio Bergamini, i cugini della Internò e i loro rapporti col boss Patitucci di Rende

Isabella Anna INTERNÒ è nata a Cosenza il 9 gennaio del 1969, il padre Francesco (deceduto in data 22/07/2009) era titolare di una ditta artigiana di tinteggiatura di interni con sede a Roges di Rende, mentre la madre Concetta TENUTA all’epoca dei fatti era casalinga. Oltre ad Isabella la coppia ha avuto un’altra figlia, Catia, nata a Cosenza il primo agosto del 1973.

Dalle informazioni acquisite è emerso che la ditta di Francesco INTERNÒ era molto quotata e ricercata a Rende e nei comuni circostanti, per la bravura e la professionalità del suo titolare. Nel 1973 i coniugi INTERNÒ e TENUTA acquistano dal costruttore Aurelio CAVA un appartamento sito all’interno del residence “Residence Park” di Via Adige nr. 1 nel comune di Rende.
Francesco INTERNÒ acquista l’appartamento sito al piano secondo della scala A interno 4 e nel contempo si occupa della tinteggiatura degli altri appartamenti del medesimo residence.
Nel 1979 i genitori di Isabella INTERNÒ comprano, sempre dal costruttore Aurelio CAVA, un appartamento sul Tirreno cosentino, precisamente nel comune di Cetraro, in località Cavinia; questo appartamento è posto all’interno del complesso residenziale “Cavinia Nord”; verrà poi venduto dai genitori di Isabella INTERNÒ, a marzo del 1989, per la somma di lire 14 milioni e mezzo.

A proposito della cessione dell’abitazione di Cetraro, ecco cosa dice un’amica di Isabella Internò, Barbara DODARO, anch’essa abitante in Via Adige nr.1: “…La famiglia di Isabella aveva inizialmente una casa al mare a Cavinia, casa che poi hanno venduto perché a dire della mamma di Isabella, stavano attraversando un periodo di difficoltà economiche a
causa della concorrenza sleale di chi lavorava in nero. Se non sbaglio questo fu prima della morte di Bergamini. Subito dopo, sarà passato un anno e mezzo circa, ricordo che acquistarono una nuova casa al mare a Falconara Albanese, perché a dire della signora Cettina, il marito non poteva stare senza casa al mare, che avevano trovato un buon affare
perché la casa era in collina e il marito aveva finito lui di aggiustarla…”.

Da accertamento effettuato presso l’Agenzia delle Entrate di Cosenza, risulta che l’abitazione di Falconara Albanese, menzionata dalla DODARO, è stata comprata nel 1992.
Nel 1999 i coniugi INTERNÒ/TENUTA venderanno l’appartamento di Via Adige a Gianluca TIESI, futuro marito della figlia Catia, all’epoca fidanzati; nel 2003 acquisteranno dal costruttore Giovanni RUFFOLO una villetta in Marano Marchesato.
Francesco INTERNÒ è il quinto di otto figli, la sua famiglia era originaria della Puglia; il padre Cosimo infatti era nato a Melissano (LE) ma in realtà solo lui e altri tre fratelli erano nati nella provincia leccese, gli altri fratelli risultano essere nati a Cosenza, a partire dal 1928.

Buona parte dei familiari di Francesco INTERNÒ viveva e vive tuttora a Rende, in contrada Santa Chiara; per i numerosi nipoti e cugini che gli erano molto legati e che lo rispettavano, Francesco INTERNÒ rappresentava un punto di riferimento. A titolo di esempio basti ricordare quanto segue:
1) Il nipote Dino Pippo INTERNÒ nato a Rende il 15/09/1968 da giovane ha lavorato nella ditta di tinteggiatura di Francesco INTERNÒ. Sono molti quelli che lo ricordano, ad iniziare dalla moglie Antonella RAIMONDO:
 “…in quel periodo [1989] imparava [Dino Pippo INTERNÒ] il mestiere di imbianchino con lo zio Francesco Internò, con il quale era affiatato….”;
 “…mio fratello Dino Pippo diversamente da me aveva rapporti più stretti con zio Franco in quanto lavorava con lui come imbianchino e quindi anche con Isabella aveva più occasioni di incontro che con me…” ;
 “…Il padre di Isabella faceva l’imbianchino e aveva anche una piccola impresa, ben avviata e molto redditizia; se non mi sbaglio anche Dino Pippo, mio cognato, lavorava per la Ditta di Internò Francesco…”;
 “…Ricordo però che all’epoca Pippo [INTERNÒ] lavorava con il papà di Isabella che faceva l’imbianchino, quindi il nome di Pippo lo sentivo nominare nella famiglia di Isabella…”;
 “…Poi ricordo anche il fratello di Giuliana e Loredana, Pippo e lo ricordo insieme al papà di Isabella che chiamavamo (mastro) Franchino e anzi ricordo che lavorava con lo zio, nella ditta di tinteggiatura di quest’ultimo…”);
 “…il papà di Isabella era imbianchino, aveva una ditta propria e ricordo che con lui lavoravano anche dei parenti, provenienti dalla zona di Santa Chiara. Mi ricordo un certo Pippo ed altri aiutanti, dei quali però non ricordo i nomi. Ricordo questo perché il papà di
Isabella Internò fece dei lavori di tinteggiatura nel nostro appartamento e ricordo appunto, fra gli aiutanti proprio questo Pippo, me lo ricordo perché mi sembrava strano il nome…”.

2) un cugino di primo grado di Francesco INTERNÒ, tale Maurizio INTERNÒ nato a Cosenza il 14/05/1958 detenuto, tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80, presso la casa circondariale di Cosenza, grazie all’assunzione nella ditta di tinteggiatura di Francesco INTERNÒ dal 1982 al 1983, ha usufruito del beneficio dell’ammissione al lavoro esterno con uscita dall’Istituto di detenzione dalle ore 07:00 e rientro alle ore 18:00.

Il collaboratore di giustizia Franco PINO ha dichiarato di non aver mai conosciuto Isabella INTERNÒ. Invece ha avuto modo di conoscere, ma solo superficialmente, un cugino della donna, tale Maurizio INTERNÒ nel carcere di Cosenza, quando si trovava ancora in località Colle Triglio.
MAURIZIO Internò è cugino in primo grado di Francesco INTERNÒ, padre di Isabella, ed è altresì cugino in primo grado di Alfredo INTERNÒ, padre di Roberto e di Dino Pippo. Anche Maurizio INTERNÒ ha sempre vissuto in contrada Santa Chiara del comune di Rende. Quando aveva 21 anni, nel 1979, venne tratto in arresto assieme a due complici, dalla
Radiomobile dei Carabinieri di Paola.

A dicembre del 1982, ristretto presso la Casa circondariale di Cosenza per pena definitiva che sarebbe finita il 12 aprile 1984, Maurizio INTERNÒ veniva ammesso al lavoro esterno presso la ditta di pitture edili di Francesco INTERNÒ, il padre di Isabella. Il 24 febbraio 1983 Maurizio INTERNÒ otteneva la libertà condizionale (fonte banca dati Sidet del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) sostituita con la libertà vigilata il 25 febbraio 1983 (fonte banca dati SDI).

Maurizio INTERNÒ, oltre ai pregiudizi di legge riportati nel 1979, non presenta altri precedenti di polizia. Franco PINO ha riferito di rapporti che intercorrevano tra Maurizio INTERNÒ e la famiglia di Beniamino CHIAPPETTA, padre di Franco e Gino CHIAPPETTA, e con tale Sistino SINFAROSA, all’epoca autista per conto della famiglia CHIAPPETTA.

Ha inoltre parlato di rapporti intercorrenti tra Maurizio INTERNÒ e Francesco PATITUCCI, elemento di spicco della criminalità organizzata di Cosenza, nato e cresciuto in una contrada di Rende – contrada Santa Rosa – limitrofa a Contrada Santa Chiara, luogo di nascita e di residenza della famiglia del padre di Isabella INTERNÒ. A dire il vero è stato possibile riscontrare una certa vicinanza fra Francesco PATITUCCI e i fratelli Roberto e Dino Pippo INTERNÒ.

Con Roberto INTERNÒ, Francesco PATITUCCI ha frequentato la stessa scuola, inoltre esiste un controllo effettuato il 16 settembre 2005 dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Rende in contrada Santa Chiara a bordo di un veicolo BMW 530 sul quale si trovavano Francesco PATITUCCI, all’epoca sottoposto alla misura di sicurezza della vigilanza controllata, INTERNÒ Roberto e GENTILE Francesco, altro esponente della malavita di Cosenza.

Dal modello OP/85 relativo al suddetto controllo ed acquisito in copia presso la Compagnia Carabinieri di Rende si è avuto modo di riscontrare che nel momento in cui l’autovettura in argomento si fermava, si era avvicinato a parlare con gli occupanti INTERNÒ Dino Pippo, all’epoca già guardia particolare giurata presso l’Istituto di vigilanza “Codis”.

Nel 2009, in relazione all’istanza di rinnovo della licenza del porto di pistola per difesa personale presentata da Dino Pippo INTERNÒ, il Comandante della Stazione Carabinieri di Rende aveva espresso parere negativo proprio a seguito del controllo durante il quale era stato visto intrattenersi con elementi della malavita locale ossia Francesco PATITUCCI e Francesco GENTILE.

A tal proposito si deve evidenziare che tra la documentazione acquisita presso la Stazione Carabinieri di Rende ci sono diversi modelli OP/85 relativi ai controlli ai quali è stato sottoposto dai Carabinieri Roberto INTERNÒ, in un arco di tempo compreso tra il 1993 e il 2002. Tranne due controlli nei quali questi si trovava da solo (2001 e 2002), durante gli altri (1993, 1994 e 1995) si è sempre trovato in compagnia di pregiudicati: con AMATO Giovanni positivo per furto e lesioni; COZZOLINO Franco precedenti per ricettazione e reati in materia di armi; MONACO Salvatore Marcello anch’egli pregiudicato.

V’è da dire che nei mesi immediatamente successivi alla morte di Donato BERGAMINI, i Carabinieri del Nucleo Operativo del Reparto Operativo di Cosenza avevano effettuato servizi di osservazione e pedinamento di Isabella INTERNÒ per accertare potenziali legami della donna con elementi della criminalità cosentina. Detti servizi di osservazione, effettuati mediante riprese video, sono state recuperate nel corso di una recente operazione di riordino dell’archivio del Nucleo Investigativo Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, da personale che aveva espletato le attività di indagine sul caso BERGAMINI nel 2011, nello specifico dal Maresciallo Maggiore Roberto REDAVID.

Questi, in data 16 dicembre 2017, le aveva trasmesse al Procuratore Capo di Castrovillari Dott. Eugenio FACCIOLLA accompagnate da un’annotazione e da un fascicolo fotografico relativo ad un altro servizio di osservazione e pedinamento risalente al 1993. Dall’annotazione allegata al DVD, sul quale erano stati riversati i video relativi alle attività di osservazione e pedinamento di cui sopra, emergeva che nel fascicolo fotografico erano contemplate alcuni fotogrammi ritraenti Isabella INTERNÒ assieme ai fratelli Salvatore e Carmine CORDÒ, quest’ultimo titolare del circolo ricreativo “Happy Days” al quale si era riferito il collaboratore di giustizia Franco PINO allorquando aveva parlato della sala giochi di Commenda di Rende frequentata dai calciatori del Cosenza Calcio ed il cui proprietario, uno dei fratelli CORDÒ, era vicino alla cosca da lui capeggiata.