Omicidio Bergamini, la deriva dell’avvocato quaquaraquà. Fabio Anselmo: “La famiglia di Denis nuovamente vittima”

In una intervista rilasciata a Sky Sport l’avvocato della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo, ha commentato la 19^ udienza del processo per l’omicidio volontario e pluriaggravato di Denis Bergamini in corso a Cosenza e che vede alla sbarra l’ex fidanzata del calciatore Isabella Internò. Il legale ha sottolineato l’atteggiamento viscido e decisamente squallido del legale dell’imputata, tale Angelo Pugliese, ormai vecchio arnese del sistema di potere deviato della città di Cosenza e al servizio dei poteri forti. Pugliese, in particolare, senza nessun rispetto per la memoria di Bergamini, ha inteso pescare nel torbido inserendo nell’interrogatorio al testimone Giuseppe Maltese, ex massaggiatore del Cosenza Calcio, alcuni passi di un’intervista che appaiono nel libro di Carlo Petrini “Il Calciatore suicidato” e già ampiamente smentiti dallo stesso. Ma nella città di Cosenza non c’è solo la piccola donna oggi alla sbarra che ha armato la mano dei suoi piccoli assassini ma anche mezzi uomini (ma forse sarebbe più appropriato il termine quaquaraquà di sciasciana memoria) che credono di essere “principi” del foro ma in realtà sono solo delle mezzecalzette piegate a 90 gradi alle “esigenze” di uno stato deviato verso il quale la gente prova sempre più repulsione.

Ma veniamo alle dichiarazioni di Fabio Anselmo: “Ma che prezzo dobbiamo pagare? Il prezzo che sta pagando la famiglia Bergamini è del tutto simile e analogo a quello che hanno pagato e stanno pagando la famiglia Cucchi e la famiglia Aldrovandi: i depistaggi somigliano molto a questi casi.. Che prezzo dobbiamo pagare? Perché ci dobbiamo occupare del fatto se siano vere o non siano vere (e il più delle volte non sono vere) determinate dichiarazioni così infamanti e così grevi sulla qualità della persona? Sul fatto che fosse un ingenuo o che avesse il cervello di un ragazzino di 16 anni… Ma vivaddio Bergamini aveva una rettitudine immensa che viene confermata da tutti i testimoni che vengono qui a deporre sotto giuramento, qui depongono… E noi prendiamo un libro dove ci sono delle dichiarazioni de relato da parte di questi presunti testimoni che sono state già smentite da loro, però lo facciamo entrare lo stesso nel processo…

Per carità, io ho rispetto di tutti, però questo significa infliggere una vittimizzazione secondaria, come la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo descrive, alla famiglia Bergamini, che oltre a essere vittima, diventa vittima una seconda volta del processo che faticosamente è riuscita a ottenere per avere verità e giustizia sull’uccisione di Denis.

Si dirà: perché la famiglia Bergamini non ha querelato Carlo Petrini? In primis perché Petrini era già gravemente malato quando è stato pubblicato il libro , secondo anche perché il libro parla di una vicenda mescolando fatti veri ad altri assolutamente falsi e soprattutto a denigrazioni del tutto gratuite della persona, dell’uomo e del ragazzo Denis Bergamini, che viene veramente macellato nel libro dal punto di vista personale su circostanze che non hanno nulla a che vedere con l’omicidio e io per questo sono estremamente addolorato e molto preoccupato per Donata, che ne ha subito veramente troppe”.