Omicidio Bergamini, la drammatica testimonianza del camionista Francesco Forte: “C’erano due uomini con la ragazza”

Isabella Internò con il cugino Pippo Dino Internò

Il 23 novembre del 2018 abbiamo conosciuto nella sua interezza la drammatica testimonianza del camionista Francesco Forte che aveva telefonato a Donata Bergamini ricostruendo quanto era avvenuto fin dal ritrovamento del cadavere di Denis. 

La ricostruzione è accurata e dettagliata, chiarisce ancora una volta che il corpo di Denis si trovava già sull’asfalto quando è arrivato il camion e rivela la presenza sul luogo del delitto di due uomini che erano con Isabella ovvero gli assassini di Denis Bergamini. 

Ma ecco il testo integrale, che oggi torna di grande attualità perché per la prossima udienza del 24 novembre sono previste sia la testimonianza del camionista Raffaele Pisano (quello che avrebbe investito Denis) e anche la testimonianza del camionista Francesco Forte, che saranno elementi-chiave per arrivare non già alla verità (che già conosciamo tutti) ma alla Giustizia per Denis. 

Ma ecco quanto afferma Francesco Forte. 

Quella sera di tanti anni fa io ero poco più di un ragazzo e mi trovavo per circostanze di lavoro anche io dietro a quel camion.

Io mi ero fermato poco prima perché poco prima di quel maledetto posto c’è un rifornimento di sigarette, mi sono fermato a prendere le sigarette, il tempo di comprarle ed è passato questo camion… se non mi fossi fermato forse in quell’episodio sarei rimasto coinvolto io, questo è sempre stato il mio dubbio… Comunque io sono partito dietro di lui, questo camion frena improvvisamente e io dietro di lui mi fermo pure…

Piovigginava quella sera se non voglio sbagliare era pure un sabato sera… questo camion si ferma, io dietro di lui mi fermo, poi non ripartiva… ma perché non riparte, ch’è successo?

Scendo e vado dal lato destro… guardi me lo ricordo perfettamente, vado dal lato destro perché passavano le macchine a sinistra, mi metto a camminare vicino al guard rail… era buio e camminando inciampo e purtroppo inciampo nelle gambe… Vado poco più avanti, sono rimasto scioccato, l’autista era ancora nel camion, scioccato anche lui, io apro lo sportello e dico: ma cos’è successo? E lui diceva ma non c’era non c’era io non l’ho visto non l’ho colpito era già per terra, era per terra… io non convinto ho guardato la cabina del camion e non vedo ammaccature, l’ho proprio guardata bene e le dico di più – sono due giorni che guardo le foto – ho riguardato tutto il camion… se avesse travolto una persona, portava sotto gli scalini davanti… le pedaliere… se l’avesse colpito, la pedaliera sarebbe stata storta… da un lato o dall’altro e invece dalle foto si vede benissimo che non sono storte… Perciò, la cabina non ha nessun segno di ammaccature… ve lo dico io perché c’ero…

Lui non l’ha colpito, l’ha trovato di colpo, piovigginava e se l’è trovato davanti e lì ha frenato anche quel poveretto lì… ha frenato, ma con la prima ruota … il corpo era fermo tra una ruota e l’altra… a metà… dal lato destro

Quindi lei non ha visto se il camion è andato indietro, se ha fatto retromarcia?

Dalle foto io questo ho visto, che il camion è andato indietro… Cioé dico ma come mai? Io pensavo che l’avessero fatto spostare i carabinieri… ma è possibile che nessuno dei carabinieri abbia visto che questo camion non ha nessun segno? E come faceva a buttarsi a pesce come dicono loro se dal guard rail non c’è lo spazio per buttarsi?

Isabella Internò

Dal lato di là, dalla piazzola mi sono accorto che c’erano tre persone, tra cui una donna e una macchina nera… questa donna urlava veramente disperata che io non riuscivo a capire… perché poi io ero lì in questo momento concitato… non riuscivo a capire… Io attraverso la strada, vado dal lato di là, c’erano due uomini e io domando: “Scusate, ma è un vostro parente?”.

Le dico di più, vista la situazione io ho preso il mio mezzo e sono passato avanti perché per esperienza sapevo che se arrivavano i carabinieri bloccavano la strada e non potevo più passare… allora prendo il mio mezzo passo davanti o meglio parcheggio più avanti sempre sulla strada e nel frattempo comunque c’erano altre persone lì, non ero io solo, ce n’erano tante nel frattempo, saranno passati 10-15 minuti, le macchine hanno cominciato a fermarsi, quelli dietro di me sono scesi pure, comunque c’erano altre persone.

Io mi ricordo che comunque le tre persone c’erano, c’erano due uomini e questa donna, con cui ho parlato… questi due uomini la prendono, aprono lo sportello, la infilano in macchina di forza…

Ma questi due uomini non hanno detto niente?

No, no, no, mi hanno risposto, uno mi ha detto: “No! No! No! No!” con una voce grossa… sono andato lì e ho parlato con la donna, cioè… hanno sentito anche loro perché la tenevano praticamente, tutt’e due la trattenevano… e ho detto: “Scusate ma è un vostro parente?” perché sentendo urlare mi viene spontaneo di dire perché sta urlando, era disperata… E allora questo qui risponde “No! No!” e la prendono e la infilano in macchina, questo lo ricordo perfettamente, l’hanno spinta di forza in macchina e sono partiti…

E mi ricordo che uno di questi ha risposto in un modo brutale: “No! No! No!” ha detto…  Erano giovani, erano alti…