Omicidio Bergamini, l’incidente probatorio smaschera gli assassini: “Chiari segnali di asfissia dai prelievi sulla laringe”

Denis Bergamini segna il suo ultimo gol in Cosenza-Licata allo stadio San Vito

Quelle del 25 ottobre 2022 e del 9 gennaio 2024 sono state due udienze cruciali per il processo Bergamini. Sono state infatti ascoltate le testimonianze fondamentali dei medici legali Giorgio Bolino, Roberto Testi, Vittorio Fineschi e Margherita Neri, che hanno stabilito con certezza scientifica che Denis era già morto quando è stato steso sull’asfalto dai suoi assassini. Ed è stato analizzato l’incidente probatorio che è alla base della riapertura delle indagini ed è la prova più schiacciante nei confronti dell’imputata dell’ omicidio volontario e pluriaggravato di Denis ovvero Isabella Internò. 

Il 29 novembre 2017 si è tenuta presso il Tribunale di Castrovillari l’udienza di incidente probatorio nel corso della quale i periti Dott. Antonello CRISCI, dottoressa Carmela BUONOMO, dottoressa Maria PIERI, Tenente Colonnello Andrea BERTI e maresciallo Marco SANTACROCE hanno esposto l’esito delle indagini medico-legali conferite loro dal G.I.P. Dott.ssa Teresa Reggio.
Nel corso dell’udienza, grazie al contraddittorio tra le parti, alcuni aspetti della perizia sono stati chiariti di modo tale da non poter ingenerare dubbi o perplessità sulle cause che hanno portato alla morte Donato BERGAMINI.

Il professore Antonello CRISCI dà una spiegazione del termine corificato, condizione nella quale è stato trovato il cadavere di Donato BERGAMINI: “la salma è stata trovata in quello stato che viene definito dal punto di vista medico legale di corificazione. La corificazione, dal termine stesso, significa che la pelle ed i tessuti diventano come il cuoio conciato, e sono casi che non sono molto frequenti, Soprattutto a distanza di 28 anni. Infatti noi pensavamo di trovare assolutamente solo lo scheletro del soggetto. Abbiamo invece avuto da una parte questo aspetto così fortunato… di trovare la salma del signor Bergamini in questo stato in cui erano ancora presenti gli occhi, era ancora presente cute, erano presenti i muscoli, erano ancora presenti tutta una serie di parti del corpo che non erano andate in putrefazione. Questo è verosimile e possibile in quali casi? Quando il cadavere di un soggetto è stato sottoposto ad una autopsia, e di fatti lui era stato sottoposto 50 giorni dopo il decesso ad un’autopsia…”

A questo punto interviene la dottoressa BUONOMO precisando di aver provveduto a prelevare anche gli organi del collo e di aver effettuato un totale di 101 prelievi a fronte dei 17 effettuati nel corso della precedente autopsia: “…abbiamo ritrovato nel marasma naturalmente dell’autopsia precedente…a livello addominale abbiamo trovato, oltre il piastrone sternale, anche gli organi del collo, che erano stati esaminati, aperti, gli organi cosiddetti del collo sarebbero dalla laringe, epiglottide fino alla carena bronchiale, con tutto quello che c’è intorno… quindi noi abbiamo comunque prelevato – in accordo con tutti – anche gli organi del collo e li abbiamo messi nei contenitori che sono poi stati trasportati presso il laboratorio di anatomia patologica che io dirigo…Abbiamo – naturalmente – considerato e verificato il piastrone sternale, abbiamo verificato tutti i possibili organi che potevano, residui organi, perché naturalmente oltre la corificazione dei tegumenti, muscoli e cute, noi abbiamo trovato all’interno degli organi avvolti da pezze… abbiamo fatto anche i prelievi su questo… perché sono ben 101 prelievi a fronte dei 17 che erano stati fatti dalla precedente perizia…. sono 23 prelievi fatti sulla struttura ossea fratturata del bacino… la laringe 14 vetrini, perché poi la laringe rivestiva anche un significato molto particolare e che doveva essere indagata perché rivedendo – mi permette di dire – anche le precedenti perizie, tutte molto accurate, però sulla laringe non era stato fatto benché nulla…

Per la parte posteriore del cadavere, spiega il professore Antonello CRISCI risulta l’assenza di lesività legata ad un possibile incidente. Il professore inoltre mette in evidenza la differenza tra la tipologia di investimento che si sarebbe verificato qualora il corpo si fosse trovato in posizione supina e quella realmente verificatasi, perché ricavato tale dato
dalle odierne indagini tanatologiche, radiologiche, che vede il corpo del calciatore collocato in posizione prona. Inoltre in termini medico-legali spiega perché possiamo dire che il camion ha solo parzialmente sormontato il corpo: “…Nel corso dell’esame sia esterno della salma, sia nel corso poi dell’indagine autoptica successiva che abbiamo eseguito…anche lì [parte posteriore della salma n.d.a.] risulta la totale assenza di lesività legata ad un possibile incidente, relativa a cranio, torace, arti inferiori, arti superiori.

La lesività è localizzata a carico del bacino, e in particolare dell’emibacino di sinistra, fino a raggiungere solo una piccola discontinuazione dell’ala sacroiliaca destra… la visione del corpo del signor Bergamini sull’asfalto, vicino al camion, fa vedere un soggetto prono, con la testa verso la mezzeria della strada, ed i piedi invece verso la parte… diciamo così, il guard-rail… tutte le precedenti perizie ipotizzano che invece il soggetto fosse supino. Nel caso di soggetto supino la ruota del camion sarebbe entrata prima nell’emilato destro, frantumandolo appunto, e poi sarebbe penetrata nell’addome, sarebbe arrivata fino a toccare l’ala iliaca sinistra e poi il camion avrebbe fatto marcia indietro. In questa marcia indietro avrebbe trascinato e rotolato il corpo, fino a farlo trovare nella posizione in cui lo hanno trovato i carabinieri e tutte le persone, e in cui lo hanno fotografato.

In base invece alle nostre indagini tanatologiche, radiologiche, perché è documentato con TAC… abbiamo trovato invece tutte le lesioni, la lesività causalmente connessa all’incidente, la diastasi della sinfisi pubica. La sinfisi pubica è quella parte anteriore del bacino, situato appunto nella zona pubica, che serve ad unire anteriormente i due emibacini. Questa diastasi che cosa significa, che si è aperta questa sinfisi pubica, si è appunto diastasata, no,
come viene detto. Chiaramente meccanismo da compressione.

A sinistra che cosa abbiamo ancora trovato? Questa frattura pluriframmentata dell’ala iliaca… poi abbiamo trovato la frattura, sempre questo a sinistra, dell’articolazione coxofemorale. Che cos’è l’articolazione coxofemorale? Quell’articolazione che unisce il bacino, e perciò la regione coxale, l’anca praticamente, insieme con le testa del femore… poi a sinistra abbiamo trovato questa frattura dei processi trasversi. Ecco io questo cercavo, di L3 ed L4. L3 ed L4 è la terza e la quarta vertebra lombare, dopo c’è solo L5 e poi viene S1- il sacro, no -… perché non si è fratturata tutta la colonna vertebrale? Perché non si sono fratturati i due corpi vertebrali, che sono grossi, insomma? Soprattutto sotto la spinta di tonnellate, insomma. E si è fratturato solo a sinistra?

È perché evidentemente il camion non ha sormontato totalmente il corpo, ma solo parzialmente. Si è fermato a metà della colonna vertebrale, a metà del bacino, in quella zona centrale ed è tornato indietro… chiaramente esercitando il suo meccanismo di pressione e perciò portando anteriormente allo scoppio dei visceri… noi parliamo di parziale sormontamento. L’ha sormontato, ed è l’unica fase dell’investimento che abbiamo trovato, perché tutte le altre fasi, l’urto, l’abbattimento, il caricamento, la proiezione in avanti, il trascinamento… mancano…

A destra cosa abbiamo trovato? Solo questa diastasi dell’articolazione sacro iliaca di destra… allora la diastasi di questa articolazione, cioè a destra si è solo aperta lievemente, ma la testa femorale è in situ, era dentro… conclusione: la posizione del cadavere chiedeva lei. Era, con criterio di certezza tecnica, in posizione prona. La ruota del camion ha sormontato parzialmente l’emibacino di sinistra con il soggetto messo prono, è arrivata sicuramente fino alle apofisi trasverse di L3 e L4, cioè metà della colonna vertebrale, e poi è ritornato indietro… perfettamente integri, nessun segno
di frattura, nessun segno di lesione [gli arti inferiori e superiori]…”.

La dottoressa Carmela BUONOMO illustra la metodologia impiegata per verificare la vitalità della lesione, quindi illustra i risultati rilevati applicando al prelievo dei polmoni dell’anticorpo <apoproteina A>: “…in concordanza con tutti i presenti abbiamo prelevato laddove ci sembrava più significativo il tessuto da esaminare….abbiamo elaborato dei vetrini che sono stati colorati con <ematossilina eosina>, che è una colorazione base che ci permette con un contrasto diciamo nucleare e citoplasmatico di verificare la forma e il tessuto, è una coartazione, diciamo che è un artefatto scientifico per poter vedere ciò che è invisibile, perché le cellule non hanno colore. Allora noi le coloriamo per fare in modo di vedere e quindi di identificarle e di verificarle… questo è quello che noi abbiamo fatto, e l’abbiamo fatto per quanto riguarda i prelievi che noi abbiamo campionato, facendo quindi ematossilina eosina e glicoforina, poiché rispondendo ai quesiti noi dovevamo in effetti dire circa… esprimerci circa la vitalità…

La glicoforina è un anticorpo mono…o meglio, l’antiglicoforina è l’anticorpo monoclonale che permette di rilevare… abbiamo detto che gli anticorpi monoclonali sono dei rilevatori… l’antiglicoforina è un anticorpo che ci permette di riconoscere le cellule del sangue, e prevalentemente globuli rossi e residui dei globuli rossi…. perché la letteratura internazionale ci propone questo anticorpo come fra i più significativi dal punto di vista statistico-analitico per quanto riguarda le situazioni di vitalità? Perché il gemizio ematico fa fronte ad un fatto vitale: spiega il fatto vitale. Il gemizio ematico, quindi residuo del globulo rosso su margine fratturato, la sua presenza o la sua assenza ci dice, secondo il trend di letteratura internazionale, che è molto significativo dal punto di vista statistico e analitico per quanto riguarda la vitalità. Se è presente, se è rilevato il sangue o il residuo di sangue.

Questa è la glicoforina… per quanto riguarda invece gli altri organi, noi abbiamo avuto i preziosissimi vetrini della prima autopsia. Questi sono estremamente importanti, vetrini e relative inclusioni…. avevamo prelievi… di polmoni, e su quelli noi abbiamo potuto, giacché in effetti lo stato di conservazione era ottimale, tagliare delle sezioni in bianco su cui abbiamo fatto – secondo il trend internazionale di letteratura che ci suggerisce l’applicazione di determinati anticorpi – la <apoproteina A>, che è il più significativo di tutti per quanto riguarda il respiratorio, per la verifica del film surfactante endoalveolare che è presente nella nostra fisiologia…

Però viene presa come situazione significativa, laddove il surfactante si accumula in maniera disordinata all’interno dello spazio endoalveolare, perdendo la linearità dell’avvolgimento della sacca alveolare, che è l’ultima unità respiratoria del polmone, ma non è normale – e questo si verifica nelle asfissie meccaniche che degeneri in maniera granulare all’interno dello spazio endoalveolare.

Questo è un segno molto significativo di asfissia… allora il tessuto polmonare, in accordo sia con le perizie di Avato che con le perizie di Bolino-Testi, aveva una iperdistensione degli alveoli, una rottura anche pluriframmentata dei setti, cosa diciamo piuttosto strana, come dicono anche le altre consulenze, in un ragazzo così giovane e così atletico

Congestione settale, rottura dei setti, sovra distensione alveolare… soltanto morfologicamente questa cosa depone, per un anatomopatologo, per un enfisema acuto. L’aggiunta delle indagini istochimiche, quali la apoproteina-A, significative nel trend di letteratura statistica e analitica, in cui vede l’accumulo del surfactante a livello endoalveolare che propende ancora per un fibroenfisema acuto, l’aggiunta del CD68, ulteriore anticorpo monoclonale, rilevabile a livello interstiziale, che è il colorante dei macrofagi, che è cellula tissutale che interviene nel momento in cui c’è un inizio asfittico, perché noi possiamo dire che in effetti il CD68 interviene a livello interstiziale nella sua conta in situazioni legate ad una sofferenza di ipossia, quindi un aumento di anidride carbonica…”. 

Il professore Antonello CRISCI spiega dal punto di vista scientifico il termine di enfisema acuto, riscontrato applicando l’anticorpo <apoproteina A> sui prelievi istologici del polmone: “…Se parliamo di enfisema polmonare acuto diciamo un quadro clinico dovuto a rottura massima dei setti interalveolari legati ad un fenomeno acuto. Allora, fenomeno acuto non può essere una malattia generica… non può essere una patologia cronica, non può essere una bronchite, non può essere un fumatore, perché sarebbe un enfisema polmonare cronico. D’accordo?!…scientificamente… nel termine <enfisema polmonare acuto> per acuto noi intendiamo qualcosa che avviene nel giro di pochissimo tempo, altrimenti parleremmo di subacuto, altrimenti parleremmo di cronico. Perciò è qualcosa di acuto, e che l’acuto fa escludere il cronico… ovviamente una pregressa patologia, un pregresso stato, una pregressa condizione parafisiologica come il fumo tabagico, no, oppure il lavorare in determinate miniere o in determinati luoghi, ci dà praticamente un quadro di enfisema polmonare, sì, ma cronico…”. 

A questo punto, su domanda del Procuratore Capo dott. Eugenio FACCIOLLA, la dottoressa BUONOMO spiega che a livello di laringe e di base della lingua, i prelievi sono risultati positivi al test della glicoforina a significare che c’erano stati dei stravasi ematici, laddove i prelievi effettuati sul margine fratturativo sono negativi alla glicoforina: “…cioè tranne il naso abbiamo preso tutto quello che in effetti ci portava ai bronchi…e abbiamo verificato che anche a livello della base lingua c’erano delle situazioni legate a stravasi, glicoforine positivi… significa che c’erano delle situazioni legate a stravasi ematici incredibilmente conservate… allora abbiamo verificato che sia a livello della base lingua che a livello della regione… della laringe c’erano questi stravasi. Congestione vasale e stravasi di materiale glicoforino positivo… il margine fratturativo, non abbiamo trovato materiale glicoforinopositivo… noi non abbiamo trovato sul margine del bacino che abbiamo campionato in maniera mirata, non abbiamo trovato materiale glicoforino positivo… perché non era vitale il margine fratturativo”.

Alla domanda del Procuratore Capo dott. Eugenio FACCIOLLA se ciò volesse dire che probabilmente la frattura era successiva alla morte di Donato BERGAMINI, la dottoressa Carmela BUONOMO risponde di sì.