Omicidio Bergamini, l’ordine di (mastro) Franchino Internò: “Tutti al funerale!”

La sera del 18/11/1989, Francesco INTERNÒ detto mastro Franchino, capofamiglia indiscusso degli Internò, si farà accompagnare dal nipote Roberto INTERNÒ a Roseto Capo Spulico, presso la locale caserma dei Carabinieri, per riprendere la figlia, dopo la tragedia occorsa a Donato BERGAMINI: “…mio zio Franco mi disse che avrei dovuto accompagnarlo a Roseto per andare a prendere Isabella perché c’era stato un incidente…” afferma Roberto INTERNÒ… 

In occasione del funerale di Donato BERGAMINI, Francesco INTERNÒ chiederà – ma forse sarebbe meglio dire ordinerà – ai nipoti di sangue ma anche a quelli acquisiti, come Francesco ARCURI – all’epoca fidanzato con la nipote Giuliana Anna INTERNÒ – di presenziare alle esequie per proteggere la figlia, facendole da scorta, temendo gesti inconsulti e violenti da parte dei tifosi nei confronti della giovane, così almeno asseriscono Dino Pippo e Roberto INTERNÒ nonché Francesco ARCURI…

“…Sono andato al funerale perché me lo ha chiesto mio zio Franco, e lo stesso per i miei cugini, perché lui ci disse di stare vicini alla figlia in quel momento… circa il fatto che siamo tutti presenti intorno a Isabella come a farle da scorta, ma posso dire che ciò è stato perché si temeva qualche reazione dei tifosi…”  afferma Dino Pippo INTERNÒ;

 “…il giorno dei funerali sono andato in chiesa con mio zio Franco Internò perché fu lui a chiedermelo in quanto era preoccupato che i tifosi potessero fare qualcosa contro Isabella, e non avendo figli maschi chiese appunto a me di accompagnarlo… anche gli altri miei cugini hanno partecipato al funerale, ritengo per lo stesso motivo, e cioè per evitare che qualcuno potesse in qualche modo scagliarsi contro mia cugina…non so in particolare perché mio zio si preoccupasse di ciò…”  afferma invece Francesco ARCURI, che è l’unico a porsi il… problema di cosa cacchio dovessero andare a fare tutti ‘sti delinquenti al funerale di un uomo che avevano ammazzato poche ore prima…

 “….mio fratello Pippo andò al funerale con i miei zii perché fu zio Franco a chiamare i cugini per stare intorno ad Isabella visto che i tifosi la stavano contestando e già avevano cominciato a inveire contro di lei…” dice ancora Roberto Internò asserendo smaccatamente il falso perché MAI nessun tifoso aveva inveito contro di lei …

IL FUNERALE

Nella tarda mattinata di lunedì 20 novembre 1989 oltre diecimila persone partecipano al funerale di Denis Bergamini nella chiesa della Madonna di Loreto. Isabella Internò è presente ed è accompagnata dai “soliti” cugini. Oggi finalmente sappiamo anche chi sono.

Isabella Internò con il cugino Pippo Dino Internò

Alfredo Internò, detto Pippo o Dino, aspirante guardia giurata (lo diventerà successivamente all’omicidio di Bergamini), cugino di primo grado di Isabella, in pratica la “scorta” in ogni momento della celebrazione. Il fratello Roberto invece non c’è. Vicino a lui c’è un’altra faccia di bronzo che è tutto un programma, tale Pietro Casciaro…con impermeabile bianco…

L’altro poi è il marito della cugina, che crede di mimetizzarsi con un paio di occhiali scuri. In realtà quegli occhiali non faranno altro che metterlo ancora di più in evidenza. Si chiama Francesco Arcuri. Sono esattamente i due cugini che Tiziana Rota, la moglie di Lucchetti, vede vicino a Isabella quando la incontra a Rende una decina di giorni prima della morte di Bergamini e che sono ritenuti capaci di “ammazzare” Denis se soltanto sapessero come sono andate le cose.

E poi ci sono le donne della famiglia che danno vita alla “sceneggiata” del dolore: oltre alla principessa mantide Isabella, ci sono la madre, la sorella e anche un’altra cugina. Il particolare colpisce molti cosentini presenti al funerale e si sparge la voce che Isabella sia “scortata” da poliziotti in borghese per proteggerla da eventuali “malavitosi” travestiti da tifosi malintenzionati ma è soltanto una leggenda urbana. In realtà, sono lì per evitare che Isabella parli con qualcuno al quale non deve mai rivelare quello che è realmente accaduto solo qualche ora prima. Una sorta di grottesca marcatura “ad uomo” messa in scena dagli stessi autori del delitto… Ora lo sappiamo tutti e lo sanno anche gli assassini che quello è stato l’errore più grave che hanno commesso perché se oggi possiamo vedere le loro facce di merda è stato proprio perché, senza alcun ritegno e senza alcun pudore, hanno avuto la faccia tosta di partecipare al funerale del ragazzo che avevano appena assassinato. Ma la Giustizia prima o poi arriva, anche per chi si crede al di sopra della Legge.