Omicidio Bergamini, tre giornalisti per tre Pubblici Ministeri

12/6/2017 Tre giornalisti per tre Pubblici Ministeri

di Donata Bergamini

Mi chiederete: qual è il nesso tra queste persone?
Francesco Caruso incalza così il procuratore Ottavio Abbate sulle indagini da questi svolte subito dopo la morte di Denis. Va subito al punto:
Mercoledì lei voleva aspettare l’autopsia: ora invece pensa di chiudere in trenta giorni. Perché?
“Perché la pista dell’autopsia non è la più importante (!!!). Da questo accertamento non mi aspetto la soluzione del caso…”.
Come mai questo scrupolo le è venuto solo in un secondo momento?
“Perché dopo la deposizione dei due testimoni (Isabella Internò e il camionista Raffaele Pisano, ndr), tutto collimava e la ricostruzione dei fatti sembrava chiarissima. Poi, quando ho riascoltato la fidanzata del giocatore e l’autista del camion ho notato qualche sbavatura. Niente di trascendentale, comunque, sia chiaro”.
Ma insomma, lei per quale ipotesi propende?
“Non ho mai detto di propendere ora per il suicidio, ora per l’omicidio. Certo, sembra strano che qualcuno per ammazzare una persona scelga di andare proprio in un posto così trafficato…”.

In queste risposte a domande semplici di un giornalista che sta facendo il suo mestiere stanno i 30 anni del girare a vuoto della Giustizia.

Santi Trimboli è ancor più netto e duro nei confronti del Procuratore Abbate.
Così scrive, sul Quotidiano del Sud, del magistrato:
“… E ricordo soprattutto il mio urticante incalzare nei confronti dell’allora titolare dell’inchiesta, il procuratore di Castrovillari Ottavio Abbate. Perché non è stata eseguita l’autopsia sul cadavere di Bergamini? Chiedevo ripetutamente e con forza nei miei servizi. L’autopsia. “Sì, la facciamo l’autopsia”, bisbigliò quasi un mese dopo (!) il procuratore Abbate. Ricordo ancora il tono della sua voce. Quasi di insofferenza e al tempo stesso di liberazione. E così, la mattina del 18 dicembre, nel cimitero di Boccaleone, la salma di Bergamini fu riesumata. Finalmente, il primo passo verso l’accertamento della verità! Una verità che nonostante i tre gradi di giudizio e l’iniziativa, poi stroncata, di riaprire il caso, non è stata ancora rivelata. E che ora il procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla, un magistrato di grandissimo spessore umano e professionale, si appresta a scrivere in nome della Giustizia. Quella con la G maiuscola”.

E Marco Cribari? Per Marco Cribari questi sono argomenti di nessuna rilevanza. Bene ha fatto il dott. Abbate a non tenerne conto. Così come bene ha fatto il suo eroe Procuratore Giacomantonio ad archiviare l’inchiesta dopo aver chiesto ben tre perizie medico legali ignorando tutti i numerosi ed inquietanti dubbi in esse sollevate sulla versione Internò/Pisano. Buttandosi alle spalle le reiterate richieste dei proff. Testi e Bolino di poter ulteriormente approfondire gli accertamenti con altri esami radiologici.
Tutto invano. Questi sono i magistrati amati da Cribari.
Non certo il Procuratore Facciolla ed il Pm Primicerio.

Le intercettazioni Cribari/Tiesi sono illuminanti.
Il 12 Giugno Cribari parla con Tiesi della documentazione presentata da Facciolla per la richiesta di incidente probatorio. Sta cercando di farsela dare per poterne comprendere il tenore delle argomentazioni.
Cribari, valente giornalista alla ricerca della verità, rassicura il cognato della Internò sul fatto che, una volta che fosse riuscito a farsela dare, avrebbe pubblicato solo ciò che fosse stato di gradimento per il team Internò con i tempi voluti da questi.
Cribari rassicura il Tiesi sul fatto che lui è assolutamente “in linea”…” con l’avvertenza del caso”.

Cribari non ama Facciolla, e lo vedremo più avanti, ed, ovviamente, nemmeno Primicerio.
Nel suo ultimo articolo critica i tempi stabiliti dal Pm Primicerio per l’audizione dei testi nel processo e per la richiesta di archiviazione Pisano.
Cribari vuole che Pisano venga sentito subito. Vuole dettare i tempi del processo esattamente come il team Internò può fare con lui per la pubblicazione dei suoi articoli.
Marco Cribari scrive dolendosi del fatto che l’autista Pisano sia stato indagato tanti anni dopo esser stato processato per omicidio colposo.

Arriva ad insinuare che il GIP di Castrovillari abbia voluto essere, nell’archiviazione, più netto del Pm quasi a volerlo bacchettare sulla fondatezza del teorema accusatorio. L’emotività gioca brutti scherzi perché Cribari riporta le parole usate dal Giudice senza accorgersi che questi parla esplicitamente di “verosimile messinscena del suicidio Bergamini”.
Ed allora torniamo all’inizio. Messinscena del suicidio è quella che i suoi amati magistrati non hanno considerato ed indagato. Quella che è emersa chiaramente dagli accertamenti tecnico-scientifici sollecitati dal mio odiato avvocato che ci hanno portato fino a qui. Quelli fatti propri dagli odiati Facciolla e Primicerio.
Per Marco Cribari i magistrati non sono tutti uguali. Nemmeno per noi. Ma noi siamo di parte cosi come di parte è pure lui.