Parco Nazionale del Pollino, una vergogna senza fine. Le colpe del pessimo Pappaterra

Ci sono voluti più di quindici anni ma finalmente qualcuno s’è accorto che uno dei peggiori vecchi arnesi della Prima Repubblica, tale Domenico Pappaterra, uomo per tutte le stagioni e per tutti i colori della politica (nessuno escluso) è stato cacciato dall’Arpacal e ieri – finalmente! – anche dal Parco Nazionale del Pollino, che sembrava essere diventato una sua proprietà privata e nonostante una serie pressoché infinita di schifezze ambientali.

Poco più di un anno fa, per esempio, era arrivata l’incredibile notizia della “sistemazione” di un impianto fotovoltaico sulla cima del Dolcedorme, nel cuore del territorio del Parco Nazionale del Pollino (https://www.iacchite.blog/parco-del-pollino-siamo-alla-follia-impianto-fotovoltaico-sulla-cima-del-dolcedorme/). Il presidente dell’ente, il pessimo politicante Mimmo Pappaterra, che aveva le mani in pasta nel Parco ormai da 16 (sedici!!!) anni assecondando ogni scempio del paesaggio e che “riusciva” persino a guidare l’Arpacal (agenzia nota più che altro per gli intrallazzi con chi inquina…), ha cercato senza nessun risultato di minimizzare l’accaduto. Di conseguenza, ripubblichiamo volentieri lo sfogo di un nostro lettore che spiegava in poche battute la realtà dei fatti. 

L’Amministrazione dell’Ente Parco Nazionale del Pollino è una vergogna senza fine.

Da oltre dieci anni si è contraddistinta per lo scempio del paesaggio dell’area protetta e per la promozione del mancato sviluppo. Il Parco non è un motore dello sviluppo locale, non lo è mai stato e mai lo sarà se ad amministrare l’area protetta continuano ad esserci questi politicanti senza arte né parte che, nonostante la loro manifesta incapacità e inettitudine, restano al proprio posto, in danno al grande patrimonio naturalistico e ambientale ma anche e soprattutto in danno all’economia locale di un territorio condannato a rimanere un’area a grave ritardo di sviluppo del profondo Sud.
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