Pd Cosenza, Adamo ordina e gli scagnozzi eseguono: Pecoraro segretario. Protagonisti, faccendieri e retroscena

Il Pd cosentino sta dando “spettacolo” nuovamente e ieri ha ufficialmente chiuso la farsa del congresso provinciale con l’elezione – scontatissima – del bamboccione Vittorio Pecoraro, figlio di Carlo, già ingegnere capo della paranza al Comune di Cosenza.

Già il 23 aprile, giorno in cui scadevano i termini per depositare le candidature al congresso provinciale, si era capito che eravamo nuovamente davanti alla solita farsa e così ne erano state presentate tre: Vittorio Pecoraro, Antonio Tursi e Salvatore Monaco. Quindi il 2 maggio, come avevamo ampiamente previsto, Monaco – che prima era stato tirato per la giacchetta – è stato costretto a ritirarsi, in maniera tale che il segretario unitario diventasse… Pecoraro. 

Vittorio Pecoraro, oggi voluto e indicato da Boccia e dal Pd nazionale, aveva già il sostegno di Mimmo Bevacqua, Graziano Di Natale, Mario Pirillo, Mimmo Pappaterra, Mario Oliverio, Nicola Adamo, Enza Bruno Bossio, Stefania Covello e dei sub-commissari Maria Locanto e Aldo Zagarese, nonché dell’ex segretario provinciale Guglielmelli. Addirittura, la stessa Maria Locanto, sua ex rivale, sarebbe la coordinatrice della sua campagna congressuale. La sua candidatura, dunque, era già sulla carta quella maggioritaria.  

Poi ci sono Antonio Tursi, che ha il sostegno di Agazio Loiero e dell’ex consigliere regionale Franchino e Salvatore Monaco, che avrebbe avuto il sostegno di Carlo Guccione e del gruppo storico della Presila.   

Vi starete chiedendo però come si sia evoluto questo quadro, che qualcuno tra i media di regime aveva cercato addirittura di presentare come “divisivo”. E noi ve lo abbiamo già spiegato e ve lo rispieghiamo. Siamo qui per questo. 

La situazione è oggettivamente comica e ha due grandi protagonisti: lo stesso Pecoraro e il presidente del consiglio comunale di Cosenza Giuseppe Mazzucaex portaborse di Guccione e noto faccendiere analfabeta che cambia alleati a seconda del tempo che fa e che rappresenta da mesi – presto vi spiegheremo anche il perché – il principale “sponsor” di Pecoraro. 

Vediamo allora come sono andati i fatti. Saltato il congresso della Locanto contro Tursi, è riemersa la necessità di trovare un candidato adatto a costruire l’unità. Mazzuca allora molla subito la mozione di Tursi (non ci aveva davvero creduto nessuno al suo sostegno manco gli allocchi) e fa di nuovo la “grande proposta” a Pecoraro. Capirai che statista… Pecoraro però riceve resistenza dall’area cattolica del partito e solo Stefania Covello inizia a muovere mari e monti per lui. Mazzuca allora, nonostante sbandieri a tutti di non avere buoni rapporti con lui (le solite chiacchiere del soggetto) prova a convincere Carletto Guccione di proporre Pecoraro, anche andando allo scontro. Pecoraro però non vuole dividere lui il Pd e inimicarsi mezzo mondo e così prende tempo. Ma le ore e i giorni passano e bisogna fare qualcosa. 

Il Pd nazionale allora prova a sondare un nome unitario che sarebbe stato quello di Ferdinando Nociti, sindaco di Spezzano Albanese e candidato (trombato) del Pd alle Provinciali e così Pecoraro e Mazzuca si organizzano per farlo saltare e con l’accordo di Guccione propongono la candidatura di Salvatore Monaco, considerato storicamente legato allo stesso Pecoraro. Mazzuca e Pecoraro hanno però chiaro il quadro: se Monaco si candida, Nociti non avrà il coraggio di candidarsi e si tornerà su Pecoraro candidato unitario al massimo senza l’appoggio di Mimmo Bevacqua, capirai la perdita e soprattutto lo “spessore” del soggetto. Ma fino alla mattinata di ieri ancora non si era concretizzato lo scenario e così Nociti stava consegnando la sua candidatura, anche andando allo scontro su Monaco, e contro le previsioni originali.  

L’ipotesi concreta di andare su Nociti segretario di una maggioranza del Pd però ha fatto scatenare un panico diffuso nei territori. Così è partita la rivolta “pilotata” e Bevacqua – come da scontato copione – ha dichiarato che su Nociti non ci poteva stare. Nel frattempo, Monaco si affrettava a consegnare la sua candidatura. Così emergeva un solo scenario da concretizzare: trovare velocemente un candidato che vada bene a Boccia, Bevacqua e Adamo per non lasciare Monaco unico candidato.  

Superato Nociti, non c’erano ufficialmente altri nomi. Qui però si mettono in moto i poteri forti. Il segretario Letta e il pappone Boccia, che fino a quel momento avevano impedito la candidatura di Pecoraro, fanno un solo nome e – incredibile ma vero! – dicono che bisogna andare tutti su Pecoraro. In caso contrario, salta tutto e rimane Boccia commissario.

Non sappiamo cosa sia successo per determinare questo cambio repentino di linea rispetto al fatto che a febbraio Boccia aveva fatto saltare Pecoraro, ma pare che abbia “aiutato” un incontro romano ieri a pranzo fra Gentiloni, Franceschini e Letta, nato formalmente per parlare di altro, dove però in relazione a Cosenza Gentiloni avrebbe suggerito di convergere su Pecoraro, gradito proprio dal Gruppo PD al Parlamento europeo che risponde allo stesso Gentiloni perché per anni ha lavorato lì.  Da qui Boccia avrebbe chiamato tutti per dire: andate su Pecoraro, e cercate il via libera di Bevacqua e Nicola Adamo, che ormai avevano superato le loro iniziali diffidenze. Il compito di incontrare Nicola Adamo (e Iacucci) viene affidato a Mazzuca, che in tutta fretta, nel primo pomeriggio di sabato 30 aprile, viene convocato nell’impero di Scarpelli alla Riforma e viene persino paparazzato… 

C’è un problema, però: Pecoraro oppone resistenza, in un primo momento non capisce bene cosa sta succedendo e dice che non vuole tornare in campo, ma quando ti chiama Nicola Adamo (dopo l’incontro con Mazzuca) puoi fare solo una cosa: obbedire… Gliel’ha detto anche il papà, direttamente da Hammamet… 

C’è ancora un altro problema: bisognerebbe far ritirare la candidatura di Monaco. In quel momento però la candidatura era già in campo e Mazzuca e Pecoraro non sono riusciti a farla ritirare. Creando così una situazione dove Pecoraro è candidato contro una persona a lui sostanzialmente vicina, cioè lo stesso Monaco. Ma tant’è, ormai era andata e così comunque o vinceva uno o vinceva l’altro (Tursi non lo vota manco… la mamma), praticamente sarebbe stata la stessa cosa. Ma poi, con il ritiro “ufficiale” della candidatura, tutti questi parassiti sociali adesso sono contenti, oseremmo dire quasi felici… 

Per dovere di cronaca, rileviamo che alcuni contestano questa ricostruzione. Trovano da ridire, tuttavia, solo su qualche passaggio ma non sulla conclusione della farsa. I soliti bene informati dicono in sostanza che Pecoraro sia abbastanza pericoloso in scaltrezza e che avrebbe intortato e fottuto mezzo Pd di Cosenza e tutto il Pd nazionale, e persino le vecchie volpi di Adamo, Guccione e Bevacqua, per meditare il suo ritorno in campo, ottenuto evidentemente con la complicità del solito Mazzuca e del vicesindaco di Cosenza Maria Pia Funaro, sacrificando Ferdinando Nociti e Maria Locanto con un lento lavoro di logoramento. Ma anche se fosse andata così, il risultato non cambia: qui non c’è nessuna divisione, vogliono far apparire che sia così ma in sostanza sono già tutti d’accordo su Pecoraro nonostante facciano credere il contrario. E adesso con il ritiro della candidatura di Monaco, anche i più ottusi hanno un quadro chiarissimo davanti agli occhi. Insomma, il solito scenario desolante ma divertente. E bene ha fatto Monaco a tirarsi fuori da questa farsa.