Petrolmafie Spa. Gratteri: “Nel riciclaggio coinvolto anche il clan Mancuso: il pranzo col petroliere del Kazakistan”

Il procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri ha commentato, in una conferenza stampa, la parte dell’inchiesta “Petrolmafie Spa” che ha riguardato la Calabria. Gratteri in particolare ha spiegato che si tratta di un filone dell’inchiesta Rinascita Scott del dicembre 2019. “Stavamo indagando sul clan Mancuso di Limbadi e uno degli aspetti del riciclaggio della famiglia Mancuso riguardava proprio i petroli. Di conseguenza, di comuna accordo con i carabinieri del Ros, coinvolgemmo nelle indagini la Guardia di Finanza di Catanzaro coordinata dallo Scico di Roma”.

Gratteri ha poi raccontato un particolare dell’inchiesta. Si tratta di una riunione del gennaio 2019 svoltasi a Vibo Valentia all’osteria Da Roberto. “E’ accaduto – ha detto Gratteri – che l’imprenditore D’Amico, titolare di un grande deposito di carburanti a Maierato, ha avuto un incontro con un rappresentante del KNG del Kazakistan, ovvero della più grande industria estrattiva di gas e petroli. Quest’uomo è arrivato accompagnato da una interprete e da due broker milanesi all’aeroporto di Lamezia: il loro obiettivo era quello di far arrivare il petrolio a Vibo… E per questo venne organizzato un pranzo al quale parteciparono Luigi Mancuso, Pasquale Gallone, Gaetano Molino e Antonio Prenestì in rappresentanza del clan mafioso. In occasione dell’incontro abbiamo scoperto che volevano piazzare una grande boa nel porto di Vibo per far attraccare le petroliere e attraverso un sofisticato sistema di tubi collegati distribuire il petrolio a Maierato. L’operazione avrebbe scavalcato anche il porto di Gioia Tauro e persino gli impianti Eni di Maierato, ai quali Mancuso avrebbe provveduto a far ritirare le licenze… L’operazione non si concretizzò – ha concluso Gratteri – per l’arresto di Prenestì”.