Petrolmafie Spa. La conferenza stampa: “Rapporti anche con Pietro Giamborino”

Pietro Giamborino

Napoli – Mafie unite in nome del profitto illegale legato alla commercializzazione di prodotti petroliferi provenienti dall’Est Europa. “L’operazione di oggi nasce da una stretta sinergia fra quattro procure”. Ad affermarlo il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa a seguito dell’operazione “Petrolmafie spa” che ha portato a provvedimenti cautelari a carico di una settantina di persone responsabili di associazione di tipo mafioso, riciclaggio e frode fiscale di prodotti petroliferi e sequestri di immobili, società e denaro contante per un valore di circa 1 miliardo di euro. Presenti, oltre a Gratteri, il procuratore di Roma Michele Prestipino, di Napoli, Giovanni Melillo, di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e i vertici calabresi e nazionali della Guardia di finanza e dei carabinieri.

Filone di Catanzaro è un seguito di “Rinascita Scott”

“L’operazione congiunta condotta oggi dimostra come barriere, steccati, confini sono un problema degli Stati e delle procedure. Le mafie non hanno di questi problemi ma sono presenti dove c’è da gestire denaro e potere. Siamo riusciti a superare questo gap, che fortunatamente esiste essendo in democrazia – ha aggiunto – perché contestualmente 4 Procure si sono trovate ad indagare sullo stesso oggetto che un indagato, intercettato, dice ‘ci sta fruttando più della droga’. Il filone di Catanzaro è un seguito di Rinascita Scott, è uno degli aspetti del riciclaggio della famiglia Mancuso di Limbadi ed è stata condotta dal Ros dei carabinieri e della Guardia di finanza”.

Sequestrate 19 società nel commercio di prodotti petroliferi

A spiegare i risvolti calabresi, il generale dei carabinieri e capo dei Ros Pasquale Angelosanto: “Una posizione centrale è della famiglia Mancuso di Vibo Valentia, che gestisce affari con gli imprenditori D’Amico e società di approvvigionamento di materiale petrolifero anche per le pompe di benzina nella provincia di Vibo Valentia. Registrati anche rapporti con l’ex consigliere regionale coinvolto in Rinascita Scott Pietro Giamborino e altre cosche della provincia di Reggio Calabria e di Catania. Sono state sequestrate 19 società impegnate nel commercio di prodotti petroliferi ma anche in edilizia, immobiliare e raccolta di rifiuti speciali per un valore di oltre 170 milioni di euro. Sequestrati anche armi e circa 250 mila euro in contanti e dice lunga sulle ricchezze di cui dispongono le strutture mafiose”.

Il Generale Gdf Dario Salumbrino ha aggiunto: “Sono centrali due organizzazioni criminali in legame con gli imprenditori D’Amico, diretta espressione del clan Mancuso e sono i domus della frode petrolifera. I D’Amico si rifornivano da una società avente sede a Roma e la particolarità sta nel fatto che gran parte del prodotto finale era diretta in Sicilia vicina al gruppo catanese titolare di 37 pompe di benzina, che stiamo procedendo a sequestrare. C’è il contrabbando agricolo, con un’evasione di 1 milione e 800mila euro e poi quello dell’autotrazione, con una sottrazione di prodotto all’accertamento di sei milioni di euro”.

Il generale Gdf Alessandro Barbera è entrato nello specifico dei reati consumati: “l’operazione ha coinvolto quattro Dda e ha disvelato un articolato sistema di frode perpetrato dalle organizzazioni mafiose con rilevanti profitti illeciti. Oggi la criminalità ha individuato dei filoni che consentono di ottenere profitti ingentissimi. Per ciò che concerne l’attività di Reggio Calabria, abbiamo individuato esponenti imprenditoriali legati alla cosca Piromalli di Gioia Tauro, alla Cataldo della Locride, inserite in contesti di alta criminalità, per ottenere profitti illegali nel circuito economico. Sono in corso ingenti sequestri anche all’estero, come a Malta, e in Italia”.