Più lavoro, meno sbirri e nessuna ‘ndrangheta

Più lavoro, meno sbirri e nessuna ‘ndrangheta

Non lo so se siano stati gli ‘ndranghetisti a scrivere sui muri di Locri quella frase, o qualche cittadino incazzato, ma diciamoci la verità, questa cosa, a parte Don Ciotti, la pensiamo un po’ tutti. La Calabria è terra di ‘ndrangheta e tutti indicano subito la classica ‘ndrangheta : quella del pastore, del sequestratore, dello strozzino, dell’assassino o chi vive ai margini della società. E tutti a posto con la coscienza, compreso Don Ciotti, che fa un grande lavoro di opposizione a questa gentaglia, sacrificando e mettendo in pericolo la propria  vita, ma che purtroppo è limitato nell’analisi su cosa sia oggi la vera ‘ndrangheta, che appunto non è solo quella dell’assassino e dello strozzino ma soprattutto è quella della politica, dei colletti bianchi e della gente cosiddetta perbene.

Lo stato e la politica hanno sempre risposto alla ‘ndrangheta con l’unica voce che sanno fare, quella di mandare l’esercito, la sbirraglia, la militarizzazione del territorio, il controllo con gli elicotteri , gli arresti di massa e la carcerizzazione, la rappresaglia con processi di massa. Insomma, lo stato si è comportato da sbirro, in quanto non poteva processare se stesso e i suoi uomini che con la ‘ndrangheta hanno convissuto e convivono da secoli.

Io sono convinto di questo e lo scrivo da sempre: in Calabria per combattere la ‘ndrangheta non ci vogliono più sbirri ma più lavoro. E invece parlano sempre di tribunali, di personale nelle carceri, di nuove carceri, di nuovi controlli, di legalità a tutti i costi. E mentre dicono questo la ‘ndrangheta recluta nuova gente, nuovi giovani, nuove reclute disposte a tutto pur di potersi affrancare, in una società che purtroppo se non hai alle spalle famiglie potenti legate alla massoneria, ai partiti, ai palazzinari, non ti dà nessun futuro.

In Calabria siamo gli ultimi o i primi su tutto: sul lavoro siamo gli ultimi, sulla disoccupazione siamo i primi, sulla scolarizzazione gli ultimi, sull’emigrazione i primi. Non esiste un solo governo negli ultimi secoli che abbia inteso fare una politica sociale per la Calabria. O finanziamenti agli stessi gruppi legati alla ‘ndrangheta attraverso leggi legate allo sviluppo arricchendoli ancora di più, o, è vero, militarizzazione dei territori. E allora, se davvero volete combattere la ‘ndrangheta, create lavoro, ma lavoro vero, investendo sulle bellezze archeologiche, i musei, l’ambiente marino e terrestre, le energie alternative, la scuola. Fate leggi per arrivare ad una scolarizzazione completa per tutti. Regalate libri per la scuola, togliete le tasse per le università, date le case per chi vuole sposarsi. E se proprio volete militarizzare, fatelo nelle banche, controllando gli arricchimenti di certa gente, di certi politici, di certi amministratori e funzionari. Solo così si combatte la ‘ndrangheta, cosa che evidentemente, non volete fare, perché con la ‘ndrangheta ci mangiate, vi fate portare voti a valanga, create paura e terrore costringendo la gente onesta a chinarsi al potente di turno. Per cui non mi sento “orgogliosamente sbirro” né oggi né mai.

Francesco Cirillo orgogliosamente calabrese