5 Marzo 2018: il sequestro delle società agricole ex Novelli e Saverio Greco indagato per bancarotta

Esattamente due anni fa, lunedì 5 marzo 2018, la procura di Castrovillari effettuava un blitz, con perquisizioni e sequestri in mezza Italia, per continuare il lavoro che aveva avviato da tempo sul chiacchierato e discusso impero del gruppo iGreco. Specie dopo la spregiudicata operazione che aveva portato gli imprenditori cariatesi ad acquisire le aziende del gruppo ex Novelli. Proprio la procura di Castrovillari, del resto, aveva dichiarato, qualche mese prima, il fallimento dell’azienda Alimentitaliani (sempre controllata da iGreco), con la quale il patron Saverio aveva messo a segno il “colpaccio” all’esorbitante “costo” di 1 euro… Senza provare neanche un minimo di pudore, il “boss” aveva addirittura chiesto il concordato al Tribunale di Castrovillari e il risultato era stato… il fallimento.

Il “boss” ovvero Saverio (i)Greco era stato insomma beccato con le mani nella marmellata. E veniva ufficialmente indagato per bancarotta fraudolenta (la pena va da tre a dieci anni). Due anni fa a Cariati, proprio a quest’ora, c’erano oltre 50 finanzieri, che hanno perquisito le aziende, le loro case, ma anche tutte le cliniche di loro proprietà a Cosenza. Un’ azione “militare” in grande stile, iniziata alle 2.30 di notte e terminata nel pomeriggio. “Sirene spiegate a Cariati… iGreco finalmente braccati” dicevano in molti. Un’altra “palata” dopo la trombatura di Ferdinando Aiello appena qualche ora prima alle Politiche, che la famiglia iGreco, con tutta la coalizione dell’amministrazione allora decaduta aveva sostenuto a Cariati. 

Il blitz della procura di Castrovillari non aveva trovato molto spazio sui media, del resto, si sa, iGreco finanziano (apertamente o sottobanco) quasi tutti gli organi di informazione calabresi. Non solo: in questi ultimi tempi, la famiglia iGreco ha cercato di ricostruirsi una verginità buttando fango sugli avversari e utilizzando testate giornalistiche di comodo. Sono arrivati finanche a strumentalizzare l’operazione della DDA “Stige” per far credere che loro con la mafia non c’entrano niente ma tutti conoscono la verità e la verità prima o poi viene sempre a galla. Tornando ai media, l’unico giornale calabrese che ha dato notizia del blitz è stato la Gazzetta del Sud. Insieme a un giornale on line umbro, Umbria24. Abbiamo messo insieme i loro due articoli ed ecco cosa ne è venuto fuori.

 

La famiglia Greco le avrebbe dovute restituire, ma alla fine è stata la procura del tribunale di Castrovillari a far scattare il sequestro delle società agricole dell’ex Gruppo Novelli. Lunedì mattina uomini della Guardia di Finanza hanno varcato la soglia della sede di Terni e dello stabilimento di Spoleto per apporre i sigilli a Fattorie, Bioagricola e Cantine, che i magistrati hanno affidato alla curatela di Alimentitaliani, la società de iGreco a cui, nel dicembre 2016, sono stati ceduti al prezzo simbolico di un euro tutti gli asset dell’industria alimentare.

Sequestrate società agricole Novelli Tra questi, naturalmente, anche le tre società agricole che, nell’aprile 2017, sono state cedute a Poderi Greco, altra società riconducibile alla famiglia calabrese. La notizia viene confermata dagli stessi sindacalisti dei lavoratori ex Novelli che, proprio nelle stesse ore del blitz delle fiamme gialle, erano impegnati in un confronto con la curatela, rappresentata da Caldiero e Di Meo, i due professionisti nominati dal tribunale di Castrovillari, che ha sentenziato il fallimento di Alimentitaliani nel dicembre scorso. Il provvedimento della procura calabrese e l’operazione dei finanzieri, in sostanza, permette di ricompattare tutti gli asset del Gruppo, il più importante è Fattorie Novelli che produce uova a marchio Ovito.

Chiesta proroga cassa straordinaria Secondo Cgil, Cisl e Uil, poi, «di fatto garantisce la continuità aziendale e produttiva. Il percorso è ancora da definire, ma la curatela ha ripreso il possesso della gestione complessiva e pertanto può iniziare a lavorare per la valutazione delle intere attività, cosa che ad oggi non era del tutto scontata. Questo percorso deve essere trasparente e vogliamo continui aggiornamenti sulla gestione, a salvaguardia dei lavoratori e lavoratrici coinvolti. Inoltre alle istituzioni chiederemo un incontro per vigilare su eventuali soggetti che si presenteranno in sede di offerta di acquisto. Seguiranno incontri per i singoli stabilimenti, così da affrontare le tematiche e problematiche che interessano le singole realtà.E’ stata, inoltre, sottoscritta la voltura della cassa integrazione straordinaria e un impegno sulla proroga e rivisitazione della strumento in scadenza a maggio 2018».

Gli ex impiegati di Terni Non è mancato, in questo contesto, il presidio dei cassaintegrati di via del Commercio a Terni, apparsi piuttosto delusi dall’esito dell’incontro tra le sigle e i curatori fallimentari. La proroga delle cassa potrebbe essere un bene, in mancanza di alternative, fatte salve le eventuali opportunità che arriveranno attraverso il bando recentemente pubblicato dalla regione Umbria, ma per loro non è assolutamente sufficiente. la platea dei lavoratori soggetti a Cigs, trapela, potrebbe ampliarsi: «I prossimi – osservano i cassaintegrati – sarebbero però individuati secondo criteri sindacalmente riconosciuti, noi rimaniamo quelli messi alla porta per aver esercitato il diritto di scioperare per tutelare tutto il personale coinvolto. Avevamo chiesto una rimodulazione dei cassintegrati coinvolti proprio per ricominciare daccapo, individuando prima i criteri poi di conseguenza le maestranze. A quanto pare, non è stato argomento di confronto al tavolo, valuteremo altre iniziative».

Umbria24

Dagli atti emerge che Saverio Greco (principale amministratore del gruppo iGreco) sarebbe indagato per concorso in bancarotta fraudolenta, proprio perché la procura castrovillarese è al lavoro per trovare il bandolo della matassa nella complessa situazione societaria che sarebbe stata creata per nascondere – questa l’ipotesi dei magistrati inquirenti – gli utili derivati dalle tre aziende per separarle da quelle con i conti in rosso e ormai in fallimento.

I pm vogliono vederci chiaro cercando di fare soprattutto piena luce su chi abbia voluto e permesso il dedalo di aziende. L’operazione che permise al gruppo de iGreco di Cariati, che posseggono imprese agricole e cliniche, di acquisire attraverso una cessione forzata costata un solo euro e favorita dalla gestione di Alessandro Masaio, che in passato ebbe a che fare con alcune pratiche de iGreco, e col benestare del Ministero dello Sviluppo Economico, avrebbe una regia politica. Una operazione che parte dalla Calabria e che fa tremare la politica italiana.

Gazzetta del Sud

La procura di Castrovillari continua ad indagare e dalla vicenda devono uscire fuori ancora molte vicende delle quali si sa appena qualcosa. Come per esempio le rivelazioni di Enzo Novelli, che ha lasciato molte testimonianze imbarazzanti nelle mani del procuratore Facciolla, ma anche il coinvolgimento dell’ex ministro dello Sviluppo Economico, il celeberrimo fenicottero bulimico Carlo Calenda, impelagato fino al collo in questa storia e il cui braccio destro al Mise è stato cacciato via già dal primo governo Conte. Per non parlare del faccendiere Musaio, inserito dal Mise nel Cda del Gruppo Novelli proprio per “affondarlo” e consentire l’operazione a iGreco. Con la benedizione dei renziani calabresi. Una vicenda che potrebbe tornare prepotentemente alla ribalta nazionale e non solo locale. Sarà anche per questo che il Csm ha voluto “trasferire” a tutti i costi il procuratore Facciolla?