Calabria corrotta, la parabola (impresentabile) di Gigino “Tic Tac” Incarnato: dalla Sorical al “gabinetto” con cappuccio

Luigi Incarnato

Gigino Tic Tac Incarnato è socialista nel DNA e in cuor suo, lo sappiamo, si sente un po’ Nenni e un po’ Mancini. I suoi idoli di gioventù. Diciamo subito che, in un certo senso, rappresenta il riscatto delle classi più deboli e pertanto fa anche un po’ di tenerezza ma fino a un certo punto.

Ara mmersa. Ci piace, nonostante tutto, perché molti suoi alleati lo guardano dall’alto in basso, disprezzando il suo nobile passato (ed è veramente nobile) da meccanico-gommista e lo considerano (loro ca su ignoranti e cretini) inferiore. Ma da qui a giudicare positivo un suo ingresso al Parlamento, visto che il Pd aveva deciso di candidarlo nel collegio di Castrovillari, ce ne correva parecchio e all’epoca non potevamo che affermare che anche lui era un impresentabile (per fortuna “trombato” dall’exploit grillino del 2018). Come tutti gli altri.

Ma Incarnato in questi ultimi anni ne ha fatte di tutti i colori: dopo la notizia del suo arresto da parte della Dda di Catanzaro nell’ambito del maxiblitz Rinascita-Scott per la vicenda di un albergo che doveva diventare un centro migranti con una gara “truccata” (https://www.iacchite.blog/ndrangheta-e-politica-lultima-di-incarnato-un-albergo-come-centro-migranti-in-cambio-di-voti/), alla luce degli elementi che ci ha dato la Dda di Reggio Calabria che ne aveva chiesto pure l’arresto (http://www.iacchite.blog/reggio-comitato-daffari-la-dda-chiede-larresto-di-luigi-incarnato/) e ancora della stessa procura di Catanzaro con l’affaire mozione di sfiducia ad Occhiuto (http://www.iacchite.blog/cosenza-corrotta-cosi-parlo-la-cupola-incarnato-commissario-sorical-e-la-promessa-a-luca-morrone/), quel giudizio non solo rimane ancora validissimo ma dovrebbe essere la pietra tombale per ogni altra sua “attività” pseudo politica, visto il soggetto.

Il nomignolo Tic Tac glielo aveva affibbiato compà Pinuzzu all’epoca in cui Incarnato era nella Uil, il sindacato di famiglia. Ma Luigi si è emancipato dalla stretta e dalla morsa dei Cinghiali e all’alba del nuovo millennio è diventato un politico di grido grazie soprattutto a Nicola Adamo e ad Agazio Loiero e, purtroppo, ha assunto gli inevitabili vizi del mestiere. Soprattutto quando si è trattato di gestire la Sorical. Anche se ha lasciato molte cose positive in tema di alloggi popolari e di finanziamenti per le classi meno abbienti.

“… Luigi Incarnato, assessore ai Lavori Pubblici durante il governo di Agazio Loiero – scrive l’autorevole collega Emilio Grimaldi -, è stato l’unica autorità pubblica, insieme al presidente del Consiglio regionale, con il potere di gestire le risorse idriche calabresi: la So.Ri.Cal (società mista, il 53,5 è in mano alla Regione). E non lo ha fatto. L’unico che potesse indirizzare la gestione verso una maggiore trasparenza e delle unità lavorative e delle infrastrutture regionali. E non lo ha fatto. L’unico che potesse mettere in riga gli avvoltoi della Veolià per una gestione più pubblica dell’acqua che, fino a prova contraria, appartiene esclusivamente ai calabresi. E non lo ha fatto…
Non per colpe esclusivamente sue, sia chiaro. Ma perché ormai è entrato a far parte di un sistema che gli assicura comunque un tenore di vita molto alto. Tra Sorical, Consiglio regionale e compagnia cantante. Fa parte del gioco.
E oggi Incarnato torna alla ribalta – si fa per dire – perché a Cosenza non gli bastava aver piazzato la figlia ad assessore all’Urbanistica della giunta incappucciata di Franz Caruso ma cercava un incarico anche per se stesso e così si sono inventati la formula del capo di gabinetto “senza portafoglio”, ovvero senza compenso. Il che non rende certamente più brillante la sua presenza di faccendiere dentro le stanze “massoniche” di Palazzo dei Bruzi. Una cosa veramente triste.

Ma non possiamo fermarci qui parlando della parabola di Gigino Tic Tac. Per capire la pappatoia di Sorical basterebbe citare il caso di Michele Rendina, un caciarone laziale che viene chiamato a fare il dirigente della società sin dal 2005.

Una barca di soldi pubblici, circa seimila euro mensili, poi la nomina a consulente. Fino a quando Rendina non decide di andare a fare il dirigente alla Provincia di Reggio Calabria su impulso del presidente Morabito del PD. Tutto bene ? No, perché al momento di presentare la laurea Rendina ammette di esserne sprovvisto. Finirà con il patteggiare la condanna ma senza che nessuno, della società delle acque, gli chieda indietro i soldi.

Sono gli anni in cui Loiero e Nicola Adamo (travestito da Gigino Incarnato) la fanno da padrone. Ne piazzano almeno dieci tra i fedelissimi.

Franco Ambrogio: Vicino a lui Evelina la patatina quando mangiava con la sinistra

Loiero dà il via all’operazione figli di papà.

Vengono assunti Guglielmo Mauro, figlio della compianta Annamaria Nucci, Gabriella Ambrogio, figlia del “cardinale” Franco, Serena Collorafi, figlia del potente ingegnere capo del Comune, Franco: tre esponenti di spicco dell’amministrazione comunale di Cosenza. Che intanto sta passando da Evelina la patatina (mollata da Nicola) a Salvatore Perugini.
Viene assunta Marzia Gregoraci, sorella di Elisabetta, ma soprattutto nipote della segretaria del potente Presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Bova. Il marito, Antonio Scaramuzzino, sarà arrestato per una presunta storia di tangenti sui pagamenti alle imprese.
Arturo Veltri

Non può mancare un Veltri ed ecco Arturo, figlio di Paolo e nipote di Massimo e Filippo, nominato consulente. E oggi indagato con lui nella stessa inchiesta di Catanzaro.

E mentre i calabresi si azzuffano per i posti di lavoro “bassi” i milanesi si prendono la dirigenza.

Posti da settemila euro mensili con rimborsi a piè di lista vengono gestiti da Veolia.
E oggi si scoprono i buchi neri di una società nella quale, dopo gli ex comunisti e gli ex democristiani, anche gli ex fascisti, con Scopelliti, hanno fatto la stessa razzia.

Ma poiché – come diceva Nanni Moretti – siamo famosi perché quasi sempre i nostri politici portano avanti fino alle estreme conseguenze il credo del “continuiamo così facciamoci del male” ecco che ritorna sulla scena Luigi Incarnato, stavolta non solo travestito da Nicola Adamo ma anche da Palla Palla. E così ormai da più di due anni, viviamo ancora l’incubo di estati torride e con la premessa di rubinetti sempre più asciutti, malgrado la solita scusa della siccità, vecchia come il cucco e che non incanta più nessuno. Come si suol dire “se il buongiorno si vede dal mattino… come vuoi che sia il resto?

Dall’insediamento del “nuovo” commissario liquidatore individuato dalla parte “pubblica” ossia da Palla Palla in Luigi Incarnato, il bilancio della Sorical è diventato ancora più grigio notte. Con l’aggravante che la nomina è stata decisamente “spinta” dallo squallido affare della mozione di sfiducia ad Occhiuto. 

Sebbene si parlasse di una ristrutturazione aziendale, di fatto ad oggi, siamo ancora alle manovre clientelari effettuate a luglio 2016 attingendo a piene mani dalla lista dei candidati del PSI alle elezioni comunali di Cosenza.

Il nuovo responsabile della zona di Cosenza è il padre del candidato Antonello Costanzo mentre il candidato Gianluca Greco, per non saper né leggere e né scrivere, ha anch’esso lavorato in Sorical con un contratto a termine e l’altro candidato Michele Zinno lavora in Sorical come consulente esterno con la sorella Francesca Zinno che è stata addirittura assunta a tempo indeterminato sempre in Sorical.

Siamo, dunque, a quattro assunzioni clientelari tutte figlie della lista del PSI, che, com’è noto, è il regno incontrastato del commissario Luigi Incarnato, per gli amici Gigino.

Di conseguenza, al di là di queste “cambiali elettorali”, nessuna operazione seria è stata portata avanti, nemmeno la vicenda del responsabile delle risorse umane Maria Pia Chiarella, che con il suo diploma di ballerina continua a svolgere le sue mansioni, eppure tanto scalpore fece il ragioniere Rendina (di cui sopra), sia per il suo stipendio che per la mancanza di titolo di studio (predecessore della Chiarella).

Ulteriore assunzione: Adriano Mollo, giornalista ex Quotidiano, oggi portavoce della Sorical, elevatosi in pochi mesi a grande conoscitore degli schemi idrici, del personale e chi più ne ha più ne metta alla modica cifra di 60mila euro all’anno. Una società, dunque, che già in difficoltà di suo è stata di fatto messa ancora di più in ginocchio.

Del resto, ormai lo sappiamo da più di un decennio: fanno finta di litigare ma giocano tutti con la stessa squadra. Quella del magna magna.