Politiche 2022. Letta annuncia le dimissioni: «Non mi ricandido a segretario, serve un nuovo Pd»

Il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, ha annunciato che non si ricandiderà alla guida del Pd, dopo l’esito delle elezioni politiche del 25 settembre. Letta — commentando l’esito del voto, nel quale il Pd non è riuscito ad arrivare alla soglia del 20 per cento — ha annunciato che sarà accelerato il percorso verso il congresso del suo partito, spiegando poi che «non sarà candidato»: «Mi assumo la responsabilità» del risultato, «assicurerò la guida del partito» fino al congresso, ma «la mia leadership finisce lì: è un gesto d’amore».

A dirlo è lo stesso segretario nel suo incontro con i giornalisti per commentare l’esito del voto. Il congresso, dunque, si terrà entro febbraio. Per allora i massimi dirigenti dem dovranno decidere chi darsi per guida, evitando di dividersi platealmente. Ma è lo stesso Letta a dare qualche indizio sulla sua successione: è il momento delle «nuove generazioni», chiarisce nella conferenza stampa. E un nome non pronunciato ad alta voce è però sulla bocca di molti al Nazareno: quello di Elly Schlein. Bisognerà vedere se tutti i maggiorenti del partito saranno d’accordo.

Gli schieramenti interni al Pd, in vista del congresso, non sono infatti ancora consolidati. C’e Andrea Orlando, il ministro del Lavoro (finché dura questo governo) che ci ha fatto un pensierino. Aveva provato a prendere la segreteria ai tempi di Renzi ed è stato sconfitto. Un bis di quell’insuccesso non gli gioverebbe. Tanto più che a sinistra scalpita anche il vice segretario Beppe Provenzano. Il dominus di quell’area continua a essere Goffredo Bettini: ed è stata sua l’idea di spiazzare gli avversari interni e scompaginare le carte mettendo in campo l’ipotesi di Schlein. L’altro candidato alla segreteria Stefano Bonaccini finora tiene coperte le sue carte. «Una cosa è certa, non diventerò mai segretario contro Letta», ha detto a chi ha parlato con lui in questi giorni. Al Nazareno raccontano che gli ex renziani del Pd lo vorrebbero come segretario. Ma quelle stesse fonti spiegano che il governatore dell’Emilia Romagna non ha intenzione alcuna di «essere candidato di una corrente del Pd».