Presta e Guccione: consigli per gli acquisti

Lo stallo è serio. O si trova una soluzione politica adeguata che soddisfi tutti, o sono guai che non ti dico.

La pantomima del rinvio delle primarie lo hanno capito tutti che è solo un traccheggiare in attesa di concludere o chiudere gli ultimi accordi con chi ancora non si ritiene soddisfatto, entro e non oltre 10 giorni. DDA a parte.

Di questo si sono convinti anche i giornali cartacei che ogni giorno ci rincorrono, e che ieri titolavano PRIMARIE A COSENZA. Oggi rivedono anche loro la linea. Sofismi a parte. E qualche dubbio su questa pagliacciata delle primarie, adesso, se lo pongono anche loro.

Devono aver riattivato, per l’occasione, il senso critico che caratterizza il loro lavoro da giornalisti che per amore del padrone da tempo hanno dismesso. Mi permetto di dire che per arrivare a questa conclusione non ci voleva un’arca di scienza (se preferite il cosentino, arch’iscienza…).

Del resto, i soggetti politici interessati da questa vicenda sono sempre i soliti e sono per la città, e per i cittadini, un libro aperto. Figuriamoci per i giornalisti. Solo che alcune volte i giornalisti non possono scrivere quello che realmente vedono e sentono. Devono costruire “pezzi” che accontentano il direttore, che a sua volta deve accontentare l’editore, che a sua volta deve accontentare il politico che li finanzia. Una storia vecchia quando il cucco. Che squalifica la professione e rende i giornalisti dei semplici dattilografi che battono (non c’è doppio senso) i tasti a comando.

Arzigogoli a parte, alcuni tentano con capriole e giravolte di dire tutto e il contrario di tutto. Tipo: a Cosenza si faranno le primarie, ma non è detto che alla fine si converga su Presta. Viene da dire al giornalista: insomma, queste primarie si fanno o no? Noi lo scriviamo da tempo e chiaramente: le primarie non si faranno. Li capisco.

Renzi e Lotti
Renzi e Lotti

La partita si gioca tutta ora tra Presta e Guccione. Tutto mediato e sotto l’attento occhio e le sviluppate orecchie di Luca Lotti. Incaricato da Renzi di trovare la quadra a questa storia che oramai ha abbuffato a quaddrera a tutti. Il manager dei vip da quando frequenta Cosenza non ha mai incontrato, a detta sua, Carletto. Salvo un fugace incontro avvenuto nella hall dell’hotel dove Lucio risiede quando viene a Cosenza. Buongiorno, buongiorno, e niente altro.

A volare a Roma, per conferire con i pezzotti del PD, non è solo Carletto, ma anche Presta, facilitato dal fatto che lì risiede. Oltre ad avere un canale diretto con il presidente del consiglio.

Carletto con Luca Lotti si è reso disponibile a continuare le trattative per giungere ad un accordo con Presta. Ma vuole farlo da un punto di forza. Non cede lo scettro del potere temporale su Cosenza a nessuno. Non vuole fare la fine di Papa Pio VII che assistette impotente all’autoincoronazione di Napoleone ad imperatore. Se si dovrà poggiare la corona sul capo di Presta dovrà essere lui a farlo, come i papi prima di Napoleone. E questo non è certo a gratis.

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Anche Presta, in queste ultime frenetiche settimane, ha incontrato il Lotti. L’argomento dei loro incontri è: dare a Carletto quel che è di Carletto. E qui il “signor Rai”, come ci riferiscono alcune talpe romane, si è reso disponibile. Solo che, a detta sempre delle talpe, a Roma si dimostra disponibile e poi a Cosenza fa il galletto.

Comprendo che è difficile ora per Presta, dopo tutto lo sproloquio sul civismo e l’autonomia di scelte a cui tiene tanto, fare marcia indietro rispetto a dei paletti che si era dato. Potrebbe perderne di immagine. Ecco perché a Roma dice si, e poi a Cosenza non sa come fare.

Sono entrambi, Carletto e Lucio, ad un bivio, perché è la loro dignità umana e politica ad essere in gioco, e comunque vada dovranno fare una scelta. Che non sarà senza conseguenze. L’equilibrio è d’obbligo. Così come la cautela. Ma il puzzle va completato. E l’accordo tra i due trovato. Pena: per Carletto una sconfitta sicura con un candidato perdente come Paolini, di cui dovrà accusarsi la paternità. Per Lucio una corsa alla poltrona a sindaco, senza l’appoggio di Carletto, che si fa più difficile e complicata.

Non è facile il lavoro di Lotti. Anche se la disponibilità di Presta ad incontrare Guccione c’è stata. Così come la volontà di Carletto a trovare una soluzione.

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L’oggetto del contendere è la promessa, a vittoria avvenuta, di uno o più posti in giunta di uomini vicini a Carletto. Un classico. Niente di nuovo. I guccioniani hanno paura che la vicinanza di Madame Fifì e zio Nicola a Presta possa favorire questi, e lasciare loro senza un briciolo di potere da amministrare. E giustamente dicono: noi ci sbattiamo per portare voti a Presta e poi la bella figura la fa Madame Fifì, portandosi a casa anche parte del “bottino” della vittoria. Non è accettabile per i generali di Carletto. Che vogliono sedersi al banchetto visto il loro impegno in battaglia. Pare giusto questo. Nella loro ottica.

Tuttavia Presta non ha via d’uscita se vuole veramente arrivare sulla poltrona a palazzo dei Bruzi. Dovrà prendere necessariamente in considerazione l’entrata in giunta di persone, scegliendole tra quelle perbene, di uomini di Carletto. Un precedente che inevitabilmente darà anche agli altri alleati la possibilità di rivendicare posti, incarichi e prebende. Una bella gatta da pelare. Se apri a Guccione devi aprire anche agli altri. Altrimenti metti una pezza qua, e si rompe di là.

Lotti è fiducioso che basterà accontentare solo Carletto e Madame Fifì. Perché gli altri alleati sono stati già accontentati con incarichi importanti di governo, e non devono più rompere le scatole. Il mercato si chiude qui.

Ora rimane solo da organizzare questo incontro tra Carletto e Lucio, e pare che nella prossima settimana i due si incontreranno e da quel momento in poi tutto sarà definito. L’accordo sarà chiuso, perché né Carletto, né Lucio sono stupidi da buttare a questo punto il bambino con l’acqua sporca. Con buona pace di tutto il PD che da questa storia ne esce con le ossa rotte.
GdD