Processo al clan Rango-zingari: Comune e Provincia di Cosenza non si costituiscono parte civile

Ventitre’ sono le richieste di rito abbreviato formalizzate questa mattina nel corso dell’udienza preliminare ‘Rango-Zingari’ che vede alla sbarra 47 presunti affiliati alla cosca cosentina. Altre 9 persone, inoltre, hanno anticipato l’intenzione di ricorrere all’abbreviato.

Ma il dato che salta agli occhi nell’incardinarsi di questo processo e’ la mancata richiesta di costituzione di parte civile del Comune di Cosenza, della Provincia di Cosenza e della Regione Calabria, tutti enti indicati come parti offese dalla pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore della Dda Pierpaolo Bruni.

Tra le accuse contestate ci sono l’associazione a delinquere di stampo mafioso (per 23 persone), l’estorsione, il traffico di droga e, inoltre, l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Luca Bruni, giovane boss dell’omonimo clan scomparso a gennaio del 2012. Secondo l’accusa gli artefici dell’omicidio sarebbero Franco Abbruzzese, in qualita’ di mandante, e Maurizio Rango, Daniele Lamanna, Adolfo Foggetti ed Ettore Sottile in qualita’ di organizzatori ed esecutori dell’assassinio.

Nessuno di tali imputati ha fatto richiesta di rito abbreviato. Il processo Rango-Zingari nasce da due distinte operazioni condotte dalla Dda il 27 novembre 2014 e il 12 maggio 2015. Tra le parti offese individuate si sono costituite l’associazione Antiracket nazionale e la sezione di Cosenza e Gianluca Linardi per l’estorsione ad un locale notturno del capoluogo bruzio.

(Il Velino)