Protezione Civile Calabria, i tre moschettieri col posto fisso. Il voto di scambio della Cisl e di Viscomi

Negli ultimi due anni la Protezione Civile calabrese ha avuto un epilogo tormentato. A partire dal tentacolare Domenico Pallaria, il dirigente più “incaricato” d’Italia al cui ricco palmares regionale mancava solo l’incarico di dirigente Prociv. Pallaria è stato poi clamorosamente rimosso dall’incarico dopo la vergognosa intervista a Report, quella dei ventilatori per intenderci, e sostituito dal “miracolato” Fortunato Varone (il nipote di Natuzza) noto, come il suo predecessore, non solo alle cronache giudiziarie, ma anche
per la totale incapacità a gestire l’emergenza Covid con la nostra regione ultima per la somministrazione di vaccini senza nessun piano vaccinale. Insomma dalla padella alla brace.
Eppure, in questo pezzo “liquido” della Regione Calabria, dove tutto sembra non avere forma e muta senza nessuna programmazione, c’è qualcosa invece che resta costante. Impermeabile al mutare delle stagioni, sia meteorologiche che politiche.
E’ la strana storia di 4 giovani professionisti che entrati nel meraviglioso mondo della pubblica amministrazione nel 2017, con un Contratto di Collaborazione Coordinata e Continuativa (Co.Co.Co.) per un periodo massimo previsto dalla legge, ovvero 24 mesi, non ne sono più usciti, grazie al peggiore clientelismo politico sconfinato più volte in atti illegali che potrebbero essere oggetto, senza alcun dubbio, di indagini giudiziarie.
I 24 mesi sono diventati molto di più sebbene questa classificazione di contratto non sia più prevista dalla legge e nonostante il primo contratto recitava espressamente “durata di 24 mesi non rinnovabili”. Ma siamo nella Regione Calabria, dove tutto è possibile e dove non mancano burocrati fantasiosi che si mettono sempre a disposizione del politico regnante. Così la prima magia la fa l’uomo che sussurrava ai ventilatori (il leggendario Pallaria) che in un momento di “estasi burocratica creativa” trasforma un “rinnovo” in una “proroga”. Roba da azzeccagarbugli si potrebbe dire. Ma l’effetto è che i 4 moschettieri possono tranquillamente continuare il loro rapporto di lavoro per un altro anno e anche più.
E poi? Poi è storia contemporanea. Le leggi recenti mettono i paletti per evitare di creare nuovi precari. Ad esempio non si possono più stipulare Co.Co.Co. in quanto un contratto, una volta prorogato, non si può ulteriormente prorogare. Tutte cose che fermerebbero qualsiasi altro procedimento amministrativo. Ma non quello dei 4 moschettieri. Perché in soccorso arriva l’uomo dei miracoli: il prode Varone che con il Decreto Regionale n.14340 del 23 dicembre 2020, pubblicato quando tutti sono distratti dal Natale imminente,
individua 3 dei 4 originari moschettieri, come “operatori economici” (ma si legge “Consulenti” sul medesimo procedimento) che continueranno a prendere il loro caro stipendio dalla regione in barba a tutte le leggi. Uno dei quattro intanto si è perso per strada (forse avrà perso il suo santo in paradiso).
Con l’arroganza di cui certi burocrati calabresi sono campioni del mondo, infischiandosene dei principi di “imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e rotazione” (tutte solo tante belle parole con cui infarcire gli atti), si assegnano come servizi con “affidamento diretto sul Mercato Elettronico” gli stessi incarichi dei contratti precedenti. Nonostante per quelle attività esista una graduatoria con tanti validi professionisti calabresi. Sprezzanti di ogni elementare elemento di moralità si individuano le stesse persone di prima.
E poco importa se stavolta i moschettieri hanno dovuto patire un po’, perché l’ultimo contratto era scaduto a Luglio 2020 ed erano rimasti per cinque mesi senza contratto. Anche se a molti risulta che i 3 moschettieri non abbiano mai lasciato gli uffici regionali. Nemmeno al tempo del Covid. Quando ai comuni mortali era vietato varcare il proprio uscio di casa se non per “certificate esigenze lavorative”, loro, senza alcuna forma di contratto o rapporto con la Regione Calabria, accedevano liberamente agli uffici della Cittadella Regionale (ma la sorveglianza che ci sta a fare?). I dipendenti in smart working e i moschettieri in presenza. Se mai ci fosse qualche pm che volesse vederci chiaro, esistono tutti i filmati delle telecamere e le timbrature ai tornelli. Perché i moschettieri avevano persino il badge anche quando era scaduto il loro contratto!!! Non è che per caso la Regione Calabria sia stata assalita dal senso di colpa e abbia iniziato a pensare al
futuro dei precari che in questi decenni ha creato? Neppure per sogno. Non illudetevi.
Le malelingue (molto ben informate) attribuiscono il motivo di tanto “interessamento” alla presenza di un moschettiere “speciale”. I precari sono tutti uguali “ma qualcuno è più uguale di altri” direbbe George Orwell. Di sicuro questo è vero più che mai se quel “qualcuno” è il figlio del segretario regionale della CISL, Tonino Russo, uno che, per intenderci, si batte da anni contro il precariato e per la meritocrazia…e soprattutto contro ogni sorta di raccomandazione e privilegio. Se si ha la pazienza di leggersi il Decreto
Regionale – N. 14340 del 23 dicembre 2020 (all’indirizzo internethttps://www.regione.calabria.it/website/portalmedia/decreti/2020-12/14340del2020.pdf) salterà subito agli occhi il nome dell’ingegnere Luigi Russo, figlio del segretario regionale della Cisl Tonino Russo. Come salteranno agli occhi il cognome un po’ più “tondo” di un altro amico del cerchio magico della politica catanzarese a cavallo tra i deputati Viscomi e Vono, tale ingegnere Salvatore Rotundo e di un sangiovannese doc, tale geologo Giovanni Marra, molto vicino all’ex presidente Oliverio.
E fu così che per i 3 moschettieri arrivò la strenna natalizia. Alla faccia delle migliaia di precari della Calabria che in questi mesi hanno manifestato sotto la sede della Cittadella o davanti alle Prefetture…o ormai disillusi sono rimasti in silenzio a casa. Loro non hanno nessun Santo in Paradiso, né a Natale né a Capodanno. Le solite malelingue (sempre molto ben informate) ci avvisano che il bello dovrà ancora venire!!!! Perché i fortunatissimi 3 moschettieri non solo hanno avuto la strenna natalizia, ma a breve saranno assunti a tempo indeterminato. Avranno il “posto fisso”, per intenderci alla Checco Zalone!
Il tutto guarda caso sotto elezioni. Perché i giochetti in Regione Calabria si fanno presto con questa precisa strategia diabolica: si assumono persone con contratti a tempo per necessità contigentate nel tempo. Così per passar un po’ inosservati. In genere questi contratti non sono prorogabili proprio per non creare precariato nella Pubblica Amministrazione. Ma poi con in po’ di fantasia e miracoli nei decreti anche quello che non è prorogabile si può comunque rinnovare giusto per raggiungere la fatidica cifra dei 36 mesi di rapporto con l’ente in modo da poter avanzare istanza di assunzione in base alla famigerata “Legge Madìa”. Ed infatti ecco spuntare come funghi, nel riservo più assoluto, concorsi ad hoc per chi ha i famosi 36 mesi. Non per tutti naturalmente ma per i soliti noti. Per chi ha un santo in paradiso o un angelo in regione. Si scrive il bando con requisiti stringenti che sembrano cuciti addosso a chi lo deve vincere (le graduatorie si potrebbero scrivere benissimo prima). Bisogna solo fare le carte per essere apposto. Ecco come si entra oggi in regione Calabria. Non con un concorso che individua i migliori per quel posto che deve essere occupato, ma con un giochino che fa entrare chi si vuole. Come a dire puoi aver potuto lavorare anche alla Nasa o essere stato un genio che ha lavorato negli uffici di mezzo mondo.. Se non hai i 36 mesi di rapporto (clientelare) con la regione li non entri. Evviva la meritocrazia. E fu così che i tre moschettieri (Russo, Marra e Rotundo) parteciperanno al bando della Regione Calabria per la loro assunzione a tempo indeterminato pubblicato il 4 aprile scorso sul sito della regione al link: https://www.regione.calabria.it/website/portaltemplates/view/view.cfm?20453, vinceranno il concorso e conquisteranno il loro agognato posto fisso. Scommettiamo? Procuratore Gratteri, scommettiamo?
Certamente questo bando, una volta espletato, le sarà segnalato, caro Procuratore.
Nel frattempo, un pezzo grosso del sindacato calabrese, pappa e ciccia con il segretario nazionale Luigi Sbarra, come l’idealista segretario regionale della Cisl Tonino Russo che vanta svariate decine di migliaia di iscritti al sindacato, si illude di garantire all’aspirante governatore della Calabria un appoggio che potrà risultare determinante per la sua elezione. Alla faccia del voto di scambio!