Provincia di Cosenza, la scalata del principe consorte e la bella addormentata (nel bosco)

Finalmente la Succurro ha gettato la maschera nominando capo di gabinetto a titolo gratuito il marito Marco Ambrogio. Aveva sempre negato, anche quando le ha scritto il prefetto, che il principe consorte Marco Ambrogio, fosse il vero deus ex machina del comune di San Giovanni in Fiore. Il vero sindaco, anche per manifesta e totale incapacità della Regina-moglie di esercitare un sia pur minimo ruolo di primo cittadino. Se sei incapace, non puoi fare nemmeno l’usciere di un comune, figuriamoci il sindaco.

Ambrogio in tutti questi mesi di regno della sindaca (per mancanza di prove), ne ha combinate di tutti i colori, trasformando la Città dell’Abate, in una colonia dei gruppi di interesse cosentini, che hanno occupato e devastato la già povera capitale della Sila.
In meno di due anni, San Giovanni è totalmente crollata, distrutta, cancellata. Nel silenzio totale di quell’asilo nido che è la sedicente giunta comunale.
Ambrogio, con i suoi compagni di merenda, è riuscito a fare peggio di “Maruzzu ‘e palla palla” che ha sempre governato attraverso i suoi unitili sindaci prestanome, l’ultimo dei quali l’insignificante fantoccio Giuseppe Belcastro.

Ma ora, finalmente, la sindaca ha gettato la maschera, ammettendo, con un atto ufficiale, che lei è totalmente incapace di fare la sindaca di San Giovanni in Fiore, figuriamoci la presidente della Provincia di Cosenza. E come primo atto ha nominato il principe consorte vero presidente della Provincia. A titolo gratuito (‘ma mi faccia il piacere’ direbbe un vero principe, qual era Totò)! Ambrogio a titolo gratuito non ha mai fatto nulla in vita sua. Anzi lui non è capace di fare alcuna cosa, ma è furbissimo, sa dove e come mettere le mani, sa come si fanno gli affari, è a capo di ben determinati gruppi cosentini che hanno la vista lunga e un grande senso degli affari.

La bella addormentata nel bosco è pronta a fare la Madonnina di Fatima alla Provincia. Leggerà qualche paginetta nelle occasioni ufficiali, fingerà di capire quello che le diranno i sindaci e i dirigenti. Ma poi per tutto il resto ci pensa Ambrogio, il compagno Marco, l’uomo ombra di una finta regina senza arte né parte, in una sola parola: il comunista col culo degli altri.