PSR, la Regione invece di spendere i fondi, li chiede alle aziende agricole

PSR, la Regione invece di spendere i soldi, li chiede alle aziende agricole.

E’ quanto è capitato ad una azienda agricola vitivinicola del cosentino.

A seguito della partecipazione al PSR (Programma di Sviluppo Rurale) 2007/2013, spendendo di tasca propria alcune centinaia di migliaia di euro nel lontano 2009, l’azienda, invece di ricevere un rimborso di poco più di centomila euro, si è vista richiedere, adducendo la mancanza di alcuni documenti di identità, tremila euro.

In altre parole, i finanziamenti comunitari che dovrebbero servire a creare occupazione e sviluppo, per alcune aziende (e solo per alcune) diventano occasione per finanziare loro la Comunità e la Regione Calabria… In barba allo slogan, che vedete nella foto, secondo il quale la Regione “semina sviluppo”. Un vero e proprio paradosso.

Il problema è che per riuscire in tali opere di ingegneria contabile, la Regione, che si avvale di una Associazione Temporanea di Impresa formata da RTI Soluzioni Srl e Sinapsys srl, manda allo sbaraglio giovani professionisti che effettuano i collaudi per non più di 100 euro ciascuno (laddove l’appalto effettuato dalla Regione gli conferisce ben 864.000,00 euro più iva), assumendosi spesso rischi anche di natura penale.

Ed è quanto è accaduto all’azienda di cui trattiamo, che si è vista costretta, per far fronte agli abusi commessi dalla detta società, probabilmente su suggerimento di qualche funzionario regionale, a sporgere denuncia per falso in atto pubblico a carico di alcuni giovani collaudatori.

Ma la vicenda non finisce qui.

L’avvocato Giacomo Anelli, che difende l’azienda, ha lanciato a mezzo facebook un appello alle tante aziende agricole calabresi che stanno subendo tali abusi, invitandole alla denuncia. Al contempo rendendosi disponibile alla consulenza gratuita per ricorrere contro gli ingiusti provvedimenti regionali.

Si attendono sviluppi.