Quartiere Santa Lucia, lavori fermi: le solite chiacchiere di Occhiuto

Un arcipelago di palazzi sventrati, murature cadenti con pareti grondanti, ponteggi abbandonati, strade impercorribili con voragini nella pavimentazione e sporcizia inumana. Immagini che sembrano appartenere ad un secolo diverso dal nostro quasi ci si rituffasse in un secondo dopoguerra. Eppure tutto ciò appartiene al presente e si trova proprio nel cuore del centro storico di Cosenza, in cui pulsa la storia della nostra città. Si tratta del Quartiere di Santa Lucia, uno dei quartieri di più antico impianto della città, che con la sua decadente bellezza sovrasta, dall’alto, la Cosenza vecchia.

Tra le pietre asimmetriche e i mattoni di terracotta in realtà si nasconde, per alcuni tratti, una muratura romana in opus reticulatum. Un patrimonio storico culturale, dunque, d’immenso valore e perciò da tempo al centro di progetti di recupero e riqualificazione attraverso interventi diretti.

A tal proposito nel 1998 nasceva il Programma complesso “Contratto di quartiere – centro storico Santa Lucia”, finalizzato prioritariamente ad incrementare, con la partecipazione di investimenti pubblici e privati, la dotazione infrastrutturale dei quartieri degradati di Comuni e città a più forte disagio abitativo ed occupazionale. Allo stesso tempo, prevedeva misure ed interventi per incrementare l’occupazione e per favorire l’integrazione sociale e l’adeguamento dell’offerta abitativa.

I “Contratti” appartengono alla famiglia (come appena citato) dei cosiddetti “Programmi Complessi” ed hanno, per la loro natura integrata, stretta analogia con i Programmi di Iniziativa Comunitaria “Urban” o con i “Contrats de Ville” ampiamente sperimentati in Francia. Nel 2000 il Consiglio comunale approvò all’unanimità il “Contratto”, il cui progetto già in fase di prima elaborazione, era stato sottoposto al Ministero dei Lavori Pubblici-segretariato CER, che offrì la consulenza ai Comuni e nulla ebbe da eccepire per quanto proposto.

Il noto quartiere, un tempo denominato quartiere delle “lucciole”, si avviava finalmente ad interventi di recupero urbanistico e sociale: dal punto di vista strettamente strutturale, attraverso il recupero di tre fabbricati per la realizzazione di 35 alloggi con caratteristiche di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, da destinare ad anziani, immigrati e single; poi interventi economico-produttivi dei piani bassi degli edifici per incentivare le attività artigianali, turistiche e commerciali; azioni di formazione, qualificazione e riqualificazione degli occupati e dei disoccupati; l’istituzione di un laboratorio museale; un ambulatorio medico; interventi socio-culturali ad ampio raggio.

Il finanziamento totale ammontava a 8.245.000.000 di lire, di cui 8.245.000.000 di lire finanziati dal Ministero dei Lavori Pubblici per il recupero edilizia residenziale pubblica, sperimentazione, urbanizzazioni; 2.059.000.000 circa di lire dal Comune di Cosenza per indagini, ricerche e lavori di pre-consolidamento e 500.000.000 di lire da ATERP di Cosenza per il recupero di un edificio di edilizia residenziale pubblica.

Il progetto esecutivo relativo ai lavori fu approvato con determinazione dirigenziale n. 1260 Reg. Gen. del 24/08/2000 e nel 2002 furono approvati i verbali di gara di aggiudicazione dei lavori alla Società “Cosentino Costruzioni” S.a.s. Sempre nel 2002 i lavori vennero affidati in appalto e con determina dirigenziale n. 684/2010 è stato approvato l’accordo di risoluzione consensuale stipulato in data 29/04/2010. (Giusto per citare alcune delle tappe dello ormai storico “Contratto di quartiere Santa Lucia”).

Nel 2013 l’Amministrazione Occhiuto decise di recuperare il vecchio finanziamento regionale; furono approvati i progetti preliminari e gli studi di fattibilità e nel 2014 la progettazione definitiva ed esecutiva relativa all’intervento.

Oggi dunque, la macchina comunale ha deciso di riavviare i lavori (o almeno così sembrava); è stato rifatto prima dell’estate solo un pezzo di muretto di recinzione nella piazza di Santa Lucia e poi di nuovo lo stop. I residenti del quartiere, continuano a mostrare il loro malcontento, perché progetto o no, finanziamenti e quant’altro, loro comunque vivono il presente, un presente fatto di degrado e disagi perenni.

I cittadini ritengono di essere stati completamente abbandonati, non possono aspettare ancora, vivono in un contesto preoccupante da un punto di vista igienico-sanitario e con il pericolo di crolli imminenti. Chiedono a gran voce che s’intervenga immediatamente e che riprendano i lavori che, non si sa per quale motivo, si sono arrestati improvvisamente. Non si possono più fare chiacchiere il benessere dei cittadini ha priorità assoluta.

Valentina Mollica