Reggio, 50 infermieri licenziati agli Ospedali Riuniti: reparti in emergenza

“Niente proroghe per ora, anzi è ormai certo che non hanno intenzioni di prorogarci“. Così, con poche lapidarie parole, i dipendenti a tempo determinato che il GOM di Reggio Calabria ha deciso di lasciare a casa rispondono alla fatidica domanda: vista l’emergenza Coronavirus c’è speranza che proroghino i vostri contratti? Niente da fare. Il Commissario Straordinario Iole Fantozzi ha deciso per il no. Ben 50 dipendenti torneranno a casa, nonostante l’emergenza suggellata appena poche ore fa dal governo con un apposito decreto che stabilisce le misure da prendere nelle prossime settimane.

Non è pensabile il potenziamento delle strutture sanitarie in così poco tempo, dunque è necessario contenere l’epidemia” ha dichiarato ieri pomeriggio il premier Conte. A Reggio, però, nessuno chiede di potenziare, sarebbe quasi fantascientifico, ma ridurre il personale di così tante unità non può che avere gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini e sulla capacità del nosocomio di affrontare un’eventuale focolaio di epidemia.

Si è deciso, raccontano ancora gli operatori sanitari delusi e senza ormai alcuna speranza, per il “blocco delle ferie agli infermieri. Ci si dimentica però che in momenti come questi ci sono delle precauzioni da prendere, ma evidentemente l’Ospedale Riuniti di Reggio Calabria sta così bene che può permettersi anche di chiudere. Sono stati inviati, intanto, 25 telegrammi a colleghi in mobilità e di questi solo alcuni hanno risposto dando la disponibilità personale. Il problema è che non arriveranno i nulla osta e ci vorranno mesi perché qualcosa si sblocchi e perché il personale venga rimpinguato“.

Del problema si era già parlato a dicembre quando era emersa una problematica importante che avrebbe potuto portare l’ospedale al collasso a prescindere dal Coronavirus e a maggior ragione adeso.