Reggio. Francesco Messina: “Con sequestro ai fratelli Berna colpita la borghesia mafiosa”

Messina: “Con sequestro colpita borghesia mafiosa”

«La misura di prevenzione odierna – ha precisato Francesco Messina, direttore della divisione anticrimine della polizia di Stato – è una indagine separata dal resto delle posizioni giudiziarie dei fratelli Berna. L’ablazione dei beni applicata ai mafiosi, è uno dei pilastri, con il 41 bis e l’ergastolo ostativo, che consentono una forte azione di prevenzione e contrasto ai capitali costruiti illecitamente dalle organizzazioni criminali. Non è un caso che l’on. Pio La Torre sia stato assassinato per la sua iniziativa, come non è un caso che Totò Riina, nel suo “papello”, chieda che la confisca dei beni patrimoniali ai mafiosi dovesse essere cancellata».
Per Giuseppe Linares, dirigente centrale dei servizi anticrimine, «la misura di prevenzione a carico dei fratelli Berna è una foto che racchiude un trentennio di attività, un patto tra politica, imprese e ‘ndrangheta, alleanza occulta che rompe le regole del libero mercato e della concorrenza: assunzioni di maestranze, acquisti di materiali, tutto ciò distrugge – ha sottolineato – l’ordine economico in questa città con il controllo di fatto di un intero settore produttivo, un circuito che produce anche consenso elettorale. Da qui la pericolosità sociale dei Berna, alla base della richiesta dell’applicazione della misura di prevenzione.
«Lunghissimo l’elenco dei beni sottoposto a sequestro: 337 appartamenti, centinaia di terreni, soprattutto ubicati nell’area di Cannavò e dintorni, storico “locale” di ‘ndrangheta diretto dai Libri, la società “Berna costruzioni srl”, la Idelivery Agritech, la Bioedicom, la Bioarch, Rotonda immobiliare e la Abr Casa Italia Corporation a Miami. Ed ancora, centinaia di rapporti finanziari e bancari e automezzi di grossa cilindrata, «un ingente patrimonio acquisito a far data dalla prima metà degli anni ’90, tutti da ritenersi, allo stato, nella diretta o indiretta disponibilità dei Berna», beni cresciuti – secondo gli inquirenti – sotto la protezione della cosca Libri».