Rende, c’è una casa di riposo (!) dietro alla gara-farsa per il Centro Anziani

Il Centro Anziani a Rende rappresenta una pietra miliare per tutte le elezioni. Da almeno un decennio non c’è campagna elettorale che non veda un’inaugurazione del Centro Anziani. Pensate che veniva inaugurata anche un stufetta all’uopo concepita… Reminiscenze del “principato”. Ve lo ricordate? Massì che ve lo ricordate…
Di conseguenza risulta strano che venga elettoralmente …dismesso un caposaldo di consensi in un’area elettoralmente interessante.

Dalle considerazioni precedenti su come è stato concepito il bando di gara, si poteva ipotizzare un pasticcio frutto del dilettantismo ormai conclamato nell’ambito dell’apparato amministrativo rendese guidato da Marcello Manna.

La curiosità è stata così alta da permetterci di “affrontare” la lettura del “capitolato speciale d’appalto”, reperibile sempre al link del Comune. Il citato documento non rappresenta altro che l’insieme di “regole” che il committente impone al concessionario, insomma la …Bibbia dell’appalto.

centro anziani

All’articolo 1 quale oggetto dell’appalto risulta, oltre che alle attività diurne dei nostri arzilli nonnini, anche una “Casa di riposo ovvero una struttura residenziale a prevalente accoglienza alberghiera con capacità ricettiva di quatantaquattro (44) posti letto per anziani ultrasessantacinquenni ed autosufficienti”. Insomma, un albergo sociale, di quelli che vengono lautamente finanziati dai maiali che ruzzolano alla Regione, senza distinzioni di colore politico. Tanto giocano tutti con la stessa squadra.

Non si sono ancora spente definitivamente le luci della ribalta davanti al Cupolone Borromeo, dove si è consumato l’ennesimo duello rusticano, che ci risiamo: …di nuovo un albergo! Per giunta concedendo una struttura pubblica.

Ci siamo chiesti se occorre tirare fuori il classico coniglio dal solito cilindro per redigere un simile bando. Ma per tirare fuori il coniglio qualcuno deve mettercelo prima.

La Pasqua
La Pasqua

Un uomo senza macchia e senza paura, anzi meglio una donna! Così qualche assessora non avrà niente da ridire se, felice come una Pasqua, ci risparmierà un convegno sull’argomento e la corrente elettrica al Museo del Presente.

Ma non è finita qui… Condividete con noi una testuale locuzione dell’articolo 3: “Trattandosi di un servizio pubblico essenziale si dovrà garantire alla maggioranza degli aventi diritto la possibilità di usufruire del servizio…”.

Locuzione approvata da una giunta comunale con prevalenza di giuristi di chiara fama …locale.

L’estensore/a del testo si è superato/a, infatti la frase successiva recita: “Il concessionario dovrà comunicare gli importi delle rette mensili richieste per le camere/posti letto.”.

Siamo alla sublimazione del treccartismo (per non essere dietrologi). Treccartismo inteso come arte del “gioco delle tre carte” di napoletana memoria. 

Premesso che il servizio pubblico essenziale è un preciso istituto giuridico che riguarda delle ben identificate categorie di lavoratori, a cui vengono ristretti nell’interesse della società tutta, determinati diritti e non badanti di arzilli vecchetti o albergatori di ventura.

Ipotizzando, per un attimo e per astratto, un interesse pubblico, non è possibile demandare al concessionario l’importo delle rette mensili scrivendo: “Il concessionario stabilirà l’importo che intende applicare quale costo mensile della retta per ogni ospite della Casa di Riposo tenuto conto degli importi medi applicati in strutture simili per caratteristiche e collocazione territoriale”.

Ma l’importo della retta è funzione della qualità REALE e della quantità REALE dei servizi offerti di cui non si fa menzione cioè il Pubblico interesse?

Riteniamo allora il testo, sempre per essere buoni, una imitazione di una insalata grecanica, in salsa bozziano-partenopea guarnita con panna Gentilmente propinata al consesso decisionale…

E siamo solo all’articolo 3…

Non preoccupatevi: continua.