Rende. Il gestore del Palazzetto cugino dei Di Puppo e candidato a Cosenza prima con Occhiuto e poi con Fratelli d’Italia

Il Palazzetto dello Sport “Europa” di contrada Tocci a Rende è la chiave di volta per capire fino in fondo e in maniera chiarissima lo scambio elettorale politico-mafioso tra Marcello Manna, i suoi scagnozzi e il gruppo D’Ambrosio, che a Rende ha sempre avuto le mani in pasta e ha deciso di mollare Principe e le sue amministrazioni riformiste per passare a Marcello Manna, colletto bianco di Serie A e al servizio dei clan nella sua qualità di avvocato ormai da decenni.

Nell’ordinanza e nei brogliacci del blitz di Gratteri del 1° settembre 2022 mancano le ultime fasi relative allo scambio mafioso tra Manna e il clan D’Ambrosio, anche perché si sono concretizzate successivamente e saranno state certamente al vaglio degli investigatori, che le hanno sicuramente utilizzate nella fase del ricorso in Cassazione, che proprio pochi mesi fa si sono risolte in un clamoroso annullamento della revoca degli arresti domiciliari decisa per Manna dal Riesame, disponendo una nuova udienza nella quale entreranno le nuove fonti di prova prodotte dalla Dda di Catanzaro. E che è stata preceduta dall’annuncio dello scioglimento del Comune di Rende per infiltrazioni mafiose deciso dal Ministero dell’Interno.

Ci siamo quindi “allontanati” per un po’ dalla trattazione “ufficiale” del blitz di Gratteri per tracciare la lunghissima storia del Palazzetto dello Sport “Europa” di Rende (https://www.iacchite.blog/rende-il-blitz-di-gratteri-la-lunga-storia-del-palazzetto-e-il-fortunato-vincitore-del-bando-di-gara-per-la-gestione/) ma soprattutto per tracciare il profilo o se preferite il ritratto del fortunato vincitore del bando di gara per la gestione del Palazzetto, per il quale Manna aveva invocato ai suoi amici mafiosi l’individuazione di una persona pulita e di una testa di legno.

Oggi sappiamo con certezza che Christian Francesco Dodaro, il “fortunato vincitore”, non solo è una “testa di legno” del gruppo D’Ambrosio ma è addirittura cugino di primo grado dei boss Di Puppo (https://www.iacchite.blog/rende-il-palazzetto-e-cosa-loro-il-vincitore-della-gara-e-anche-nipote-dei-di-puppo/). Conosciamo anche molto bene le fasi che hanno portato alla sua “clamorosa” vittoria e siamo riusciti a scoprire anche altre circostanze che ormai abbiamo capito che sono a conoscenza anche della Dda di Catanzaro. Se non fosse stato così, non si sarebbe arrivati allo scioglimento del Comune, che invece è arrivato.

Sui media già dalla primavera dello scorso anno si facevano strada le prime certezze sulla gestione del Palazzetto, di cui tanto si parla nell’ordinanza e nei brogliacci del blitz di Gratteri. La Federazione Riformista preannunciava che il Palazzetto sarebbe stato affidato a privati già a maggio e offriva le sue motivazioni politiche. Ma è chiaro che Manna non agiva e non agisce certo per calcolo politico ma mirava evidentemente ad affidare la struttura a qualcuno che gli veniva indicato dai clan.

Dunque, a questo punto i lettori vogliono sapere a tutti i costi chi è davvero il fortunato vincitore, che altri non potrebbe essere che la famosa “testa di legno” invocata dal sindaco Manna al gruppo D’Ambrosio nei loro incontri. Il suo nome è Christian Francesco Dodaro, è il cugino di primo grado dei Di Puppo perché la mamma è sorella del padre di Michele e Umberto e la sua società, come detto già nella prima parte del racconto, ha cambiato nome nel corso dell’appalto, al quale ha partecipato anche un altro soggetto.

Ma da dove spunta questo Dodaro cugino dei Di Puppo nel mondo dello sport? Di lui si sa che è stato un mediocre giocatore di basket e che ha fondato una società di nome Asd Scintille Montesanto Club Basket Cosenza riportando in auge un nome legato alla storia del basket cosentino e che lui non ha certo onorato al meglio e chiedendo e ottenendo, in una prima fase, l’appoggio dell’imprenditore Sergio Mazzuca, titolare del famoso negozio di gioielleria Scintille di via Montesanto a Cosenza. 

Il giovane Dodaro, quindi, con la sua squadra di basket della quale presto non sarebbe rimasta più traccia, si vede sempre più spesso nel Palazzetto dello Sport di via Popilia a Cosenza. dove a partire dal 2015-16 è attivissimo per usare un eufemismo.

E’ talmente “attivo” che qualcuno nel 2016 lo recluta addirittura per una delle infinite liste civiche che sostengono la candidatura a sindaco nientepopodimenoche… di Mario Occhiuto, re dei cazzari e dei traffichini, legato mani e piedi ai clan confederati di Cosenza e Rende. Sì, nel 2016 Christian Francesco Dodaro è candidato con la lista “Ok Cosenza Mario Occhiuto Sindaco” e come sfondo del suo “santino” elettorale non a caso si mette dietro proprio il Palazzetto dello Sport di via Popilia.

Sì, certo, la sua performance di… 8 voti non è il massimo ma tutti sanno che per “giustificare” qualche favore dalla politica basta metterci la faccia e riempire qualche lista.

Passano gli anni, la squadra di basket del Nostro va in malora e l’imprenditore Sergio Mazzuca, che pure gli ha dato una mano, lo molla e gli intima di cambiare nome alla squadra (ammesso che resti ancora in… vita) e alle eventuali attività che porta avanti. Fatto sta che nelle concitate fasi che hanno portato alla definizione del bando di gara per la gestione del Palazzetto dello Sport di Rende il signor Dodaro prima si presenta come “Asd Scintille Montesanto Club Basket Cosenza” e solo dopo qualche mese avvisa il Comune di Rende che la sua società ha cambiato nome, guarda caso in “Asd Palasport Europa”: quasi un segno del destino!

Ma il ritratto di Christian Francesco Dodaro non è ancora completo perché tra il 2020 e il 2021 succede ancora qualcosa che lo porta clamorosamente alla ribalta. Dodaro, in particolare, si distingue e non poco sul web perché apre una sorta di “battaglia” contro l’assessore regionale Fausto Orsomarso, “reo” di aver favorito altri al posto suo con le assegnazioni di strutture e lo fa con tanto di invettive pubbliche e anche “forti” in un certo senso. delle quali per fortuna resta ancora traccia. 

Ebbene, appena qualche mese dopo questo anatema pubblico, il signor Dodaro non solo la smette di attaccare Orsomarcio e la sua panza, ma addirittura si candida alle elezioni comunali di Cosenza del 2021 con la lista di Fratelli d’Italia a sostegno della candidatura del vicesindaco di Mario Occhiuto, Francesco Caruso detto lo zerbino. Il suo apporto alla causa ricalca molto quello di 5 anni prima… nel senso che da 8 voti si passa a 12 ma in questi casi, come tutti sanno, basta aver prestato la propria faccia al simbolo e alla causa perché evidentemente qualcosa si è ottenuto dalla politica. Eh sì, perché la candidatura di Christian Francesco Dodaro con Fratelli d’Italia arriva a qualche settimana di distanza dalla sua “clamorosa” vittoria nel bando di gara per la gestione del Palazzetto dello Sport di Rende. Praticamente non ha avuto la gestione di quanto chiedeva a Orsomarso protestando platealmente e persino sui social (!) e il “sistema” lo ha evidentemente “risarcito” e pure con gli interessi. 

Per chiudere questo nostro “ritratto” mancano ancora altri due tasselli. Dodaro non partecipa da solo al bando di gara, anche per non generare troppi sospetti, e l’altro soggetto che in pratica funge da “paravento” perché poi perde la gara è addirittura il gestore del Palazzetto dello Sport di via Popilia, il signor Pino Fuoco, fratello del celeberrimo Giacomo, ex consigliere comunale e uomo di fiducia strettissimo di Mario Occhiuto, finito nel tritacarne mediatico per essere stato beccato mentre si intratteneva con una prostituta nell’auto blu del Comune che accompagnava… Occhiuto in una sua “missione” nel Lametino. La partecipazione di Pino Fuoco al bando di gara sarà stata un caso o invece sarà stata il frutto di un preciso “disegno” per avvalorare la “clamorosa” vittoria del ragazzo? Questo speriamo che ce lo dica la Dda.

E infine, riportiamo, per dovere di cronaca, le vibrate proteste di molti addetti ai lavori dello sport rendese per come viene gestito il Palazzetto dal signor Dodaro, che per quanto ci risulta, è poco presente e lascia la struttura spesso e volentieri nel degrado “costringendo” i dirigenti delle società che fanno riferimento al Palasport a intervenire direttamente per avere uno scenario dignitoso per le partite dei ragazzi. Così vanno le cose nella Rende di Marcello Mazzetta.