Rende: il consiglio comunale di oggi, i “bravi” del gruppo iGreco e Manna “don Abbondio”

I bravi minacciano don Abbondio

C’è fermento e attesa negli ambienti politici cosentini per il consiglio comunale di Rende, previsto per oggi alle 17. All’ordine del giorno l’approvazione della variante al Piano regolatore generale indispensabile per dare il via libera al progetto Ospedali Privati Riuniti del gruppo cariatese iGreco.
Martedì sera chi ha presenziato al consiglio comunale di Rende ha visto scene inquietanti.

Una quarantina di cariatesi in giubbino “di tendenza”, oltre che ai fratelli Greco (i figli del capofamiglia Tommaso, ammazzato a colpi di lupara nel 2001 in circostanze mai chiarite), hanno praticamente assediato la sala. Un deprimente viavai di incursioni fin dentro l’emiciclo.
I figli di Tommaso Greco e i loro “sgherri” hanno voluto parlare, in pratica, quasi con ogni singolo consigliere comunale. Strizzatine di occhi, parole nelle orecchie, uno spettacolo desolante. A tanto non si era mai arrivati, ci hanno confessato molti rendesi, neanche ai tempi dello strapotere principiano.

A qualcuno questo modo di fare ha riportato alla mente reminiscenze scolastiche.
Gli sgherri de iGreco, in pratica, sono molto ma molto simili ai “bravi” di don Rodrigo che appaiono spesso ne “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni. Con una sola differenza: quei “bravi” volevano che il matrimonio tra Renzo e Lucia non si facesse.
Questi “bravi”, quelli de iGreco, vogliono invece che il matrimonio dei loro “capi” con Rende, e quindi con il sindaco Manna, novello don Abbondio, si faccia e anche IMMEDIATAMENTE.

Ma chi erano i “bravi”?

Erano gli sgherri che nel XVII secolo si mettevano al servizio di qualche signorotto locale (in questo caso don Rodrigo), di cui formavano una soldataglia pronta a fargli da guardia del corpo ma anche ad aiutarlo nei suoi soprusi ai danni dei più deboli: il nome deriva dal lat. pravus (malvagio), di cui resta traccia in espressioni quali “compiere una bravata”, trascorrere una “notte brava” e simili.
Compaiono per la prima volta nel cap. I, nella persona dei due figuri che, su incarico di don Rodrigo, minacciano don Abbondio perché non celebri il matrimonio tra Renzo e Lucia.
Manzoni li descrive con un abbigliamento particolare che li rende immediatamente riconoscibili, dal momento che portano i capelli raccolti in una reticella verde intorno al capo, hanno lunghi baffi arricciati e un ciuffo che ricade sul volto e sono armati di pistole e di spade.
Manzoni cita varie gride dell’epoca in cui i governatori dello Stato di Milano intimavano ai bravi di cessare dalle loro scorrerie, tuttavia queste leggi restavano inapplicate poiché tali individui godevano dell’appoggio di signori potenti, che a loro volta contavano sull’inefficienza della giustizia e sulla connivenza dei pubblici funzionari, per cui i bravi agivano nella totale impunità.
I bravi nel romanzo sono anzitutto gli sgherri al servizio di don Rodrigo, capeggiati dal Griso: due di loro minacciano don Abbondio all’inizio, altri accolgono padre Cristoforo quando si reca al palazzo del loro padrone (V), altri ancora sono in paese la notte del “matrimonio a sorpresa” (VII) e poi partecipano al tentato rapimento di Lucia (VIII).
Il mattino seguente alla “notte degli imbrogli” due bravi sono mandati dal Griso a minacciare il console del paese e l’autore lascia intendere che potrebbero essere gli stessi che, giorni prima, hanno intimidito don Abbondio.

Alcuni di loro vengono nominati, come il Grignapoco che partecipa alla spedizione notturna e lo Sfregiato e il Tiradritto che dovranno accompagnare il Griso a Monza (XI), mentre quando don Rodrigo si reca al castello dell’innominato (XX) lo accompagnano quattro sgherri tra cui il Tiradritto, il Montanarolo, il Tanabuso e lo Squinternotto.
Si tratta evidentemente di nomi di battaglia, su cui il Manzoni ironizza definendoli “bei nomi, da serbarceli con tanta cura”.

Stasera chi vorrà andare al consiglio comunale di Rende potrebbe anche “rischiare” di vederli in carne, ossa e… armi. A meno che i fratelli Greco non capiscano che forse sarebbe meglio evitare di rivelare a tutti quanto sono rozzi e opprimenti…
Ovviamente vi terremo informati.