Rende, la Commissione di accesso antimafia acquisisce le carte scottanti

Le carte scottanti. La Commissione di accesso antimafia, presieduta dal prefetto Antonio Reppucci, avrebbe acquisito l’intero incartamento riferito sia alle indagini condotte dalla Dda di Catanzaro sulle cosche confederate cosentine e le ipotesi di scambio elettorale politico mafioso riguardanti le elezioni comunali di Rende tenute nel 2019, sia l’ordinanza di custodia cautelare e i rapporti investigativi riferiti all’indagine su appalti, gare e affidamenti culminata nell’imposizione del divieto di dimora al sindaco Marcello Manna e alla interdizione per nove mesi della vice, Annamaria Artese.
I commissari, con Reppucci lavorano il vicequestore Giuseppe Zanfini e il tenente colonnello Dario Pini, avrebbero già formalmente acquisito e vagliato altri numerosi atti amministrativi prodotti dall’Ente e verificato tutti i rapporti di parentela esistenti tra beneficiari di determine e delibere e personaggi gravitanti nell’ambito della criminalità organizzata. Il meticoloso lavoro di accertamento dovrà confluire in una relazione destinata al prefetto Vittoria Ciaramella e poi trasmessa al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

La Dda di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, starebbe dal canto suo approfondendo ulteriori aspetti connessi alla concessione del Palazzetto dello Sport di Villaggio Europa e vagliando ulteriori spunti investigativi giunti DOPO l’esecuzione delle misure cautelari che hanno riguardato i vertici della ‘ndrangheta della città del Campagnano e del capoluogo bruzio.

L’indagine, costata gli arresti domiciliari (poi revocati dal Tdl) al sindaco Manna e il divieto di dimora nella provincia di Cosenza all’ex assessore Pino Munno, ha registrato su un totale di 202 misure cautelari, solo 27 annullamenti disposti dal Riesame. Tra le 98 persone alle quali era contestata la partecipazione all’associazione mafiosa – composta da clan “confederati” – solo 7 hanno ottenuto la scarcerazione, per tutte le altre 91 sono rimaste in vigore le misure adottate. E proprio componenti del cosiddetto livello apicale della ‘ndrangheta cosentino-rendese ai quali è stato confermato il provvedimento cautelare – Francesco Patitucci, Adolfo e Massimo D’Ambrosio, Michele e Umberto Di Puppo – avrebbero il loro principale centro di interesse criminale a Rende. Con loro, tra gli altri, sono rimasti soggetti a ordinanza cautelare anche gli imprenditori Agostino Briguori e Ariosto Artese (quest’ultimo fratello del vicesindaco) che hanno interessi imprenditoriali nel Rendese e che risulterebbero funzionali con le loro attività agli interessi delle ‘ndrine.

Contro la presenza mafiosa nella città in cui ha peraltro sede l’Università della Calabria e nella quale sono stati arrestati, negli anni scorsi, in tempi diversi, i due ergastolani e boss mafiosi Ettore Lanzino e Franco Presta, si terrà in settimana una grande manifestazione pubblica indetta da Cgil, Cisl, Uil, Faisa Cisal e decine di associazioni politiche e di volontariato oltre che dal Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia dell’ateneo di Arcavacata. E proprio il docente universitario Giancarlo Costabile spiega il senso dell’adesione degli studenti del “Laboratorio” all’iniziativa. “Non è più tempo di silenzi – afferma – ma di militanza per combattere infiltrazioni e condizionamenti. minacce e violenze, sostenendo le inchieste condotte dal procuratore Gratteri”… Fonte: Gazzetta del Sud