Rende nell’incubo del dissesto: “Ma non eravamo usciti dal pre-dissesto con 7 anni di anticipo?”

Fonte: Libera Rende

Il paradosso è, secondo Treccani: “Affermazione, proposizione, tesi, opinione che, per il suo contenuto o per la forma in cui è espressa, appare contraria all’opinione comune o alla verosimiglianza e riesce perciò sorprendente o incredibile. Il termine fu usato già dagli stoici, per designare quelle tesi, specialmente etiche, che apparivano contrastanti con l’esperienza comune”.

Più e più volte abbiamo ascoltato le pesanti affermazione dell’amministrazione Manna sulla situazione finanziaria del Comune di Rende, in cui convinte elucubrazioni asserivano e celebravano un grande risultato, l’uscita dal pre-dissesto; più e più volte abbiamo constatato come la cosiddetta fuoriuscita dal pre-dissesto, con sette anni di anticipo, almeno da quanto dichiarato da sindaco e soci, sia stata oggetto di strumentalizzazione politica, specie in campagna elettorale, sull’onda del “noi l’abbiamo fatto”.

Tuttavia però, nonostante le macchinose rassicurazioni e giustificazioni, oggi sul Comune di Rende grava l’incubo del dissesto. Vi chiederete in molti come sia possibile, forse sarà una fake, una bufala, ma purtroppo non è cosi; secondo la delibera dei giudici di Catanzaro, trasmessa all’ente lo scorso 4 ottobre, il fondo erogato per ripianare la massa passiva sarebbe stato contabilmente iscritto in bilancio alla stregua di un mutuo, pertanto potenzialmente in grado di generare coperture per nuove spese e non come elemento neutro. Inoltre non sarebbe stato adeguatamente calcolato il Fondo crediti di dubbia esigibilità. Due misure, sostanzialmente sbagliate, avrebbero consentito, scrive la Corte dei Conti regionale, di rappresentare uno stato di buona salute finanziaria non rispondente alla realtà.

Se tutto ciò fosse vero, e noi ovviamente speriamo di no per il bene dei cittadini rendesi, sarebbe l’ennesima conferma dell’uso spregiudicato della cosa pubblica, manipolata e strumentalizzata per ottemperare a scopi personali e privati; un altro colpo inferto alla collettività rendese. In ogni caso noi non siamo nella posizione di elargire sentenze, né tantomeno ci abbasseremo al livello di chi lancia accuse generaliste e superficiali, il 3 dicembre prossimo è fissata la camera di consiglio per assumere, dopo aver valutato le controdeduzioni del Comune, una decisione sul rispetto degli obiettivi intermedi del Piano. E se non saranno convincenti sarà dissesto.