Rende, serata in ricordo di Bruno Ganz al cinema Santa Chiara

BRUNO, NESSUNO, CENTOMILA

UN OMAGGIO AL GRANDE ATTORE SVIZZERO BRUNO GANZ, PROTAGONISTA EPONIMO DELLA NEUE WELLE TEDESCA DEGLI ANNI ’70, IDEATO DA UGO G. CARUSO E CURATO DA ORAZIO GAROFALO, È IN PROGRAMMA STASERA LUNEDÌ 11 MARZO (H. 20.45) AL CINEMA SANTA CHIARA DI RENDE (COSENZA), DOVE VERRÀ RIPROPOSTO “L’INGANNO” (“DIE FÄLSCHUNG” Germania – Francia 1981 vosi) DI VOLKER SCHLÖNDORFF.

Nelle stagioni più intense della sua attività, prima di divenire un attore da “film d’autore” in coproduzioni internazionali, Bruno Ganz si impose per la sua straordinarietà interpretativa vestendo i panni di personaggi problematici, uomini in crisi che avvertivano il limite della propria condizione esistenziale e tentavano di dare una svolta alla propria vita. E laddove anche quest’ultima non li avvicinava alle esigenze del loro io più profondo, tornavano ad interrogarsi, a cercare di comprendere dove stava l’errore e senza darsi per vinti, a raccogliere le forze residue in un ulteriore sforzo,  nella loro inesauribile ricerca di verità.

Così Ugo G. Caruso, storico del cinema, definisce la cifra di attore “filosofico”, heideggeriano,  propria di Ganz, la quale spiega insieme alle sue straordinarie capacità, le ragioni per cui divenne il campione eponimo di quella irripetibile stagione del cinema tedesco, senza dimenticare, s’intende, certi titoli di autori svizzeri (Alain Tanner) o francesi (Éric Rohmer) e pure italiani (Giuseppe Bertolucci) che ne ribadiscono quella peculiarità, la riconoscibiltà prima detta. È come se Ganz in vari titoli tra i più significativi della sua folta filmografia replicasse lo stesso personaggio, appropriandosi dell’idea del film e attraendo così nuovi progetti che avessero al centro protagonisti ad alto tasso di interiorità  problematica. Dei tanti titoli di quella fervida stagione seguita con passione tra sale d’essai, cineclub e Goethe Institut,  Caruso ha scelto uno di quelli cui più è affezionato e che pure non aveva mai proposto in passato: L’inganno (Die Fälschung – Germania, Francia v.o.s.i. 1981), tratto da un romanzo di Nicolas Born, sceneggiato dal regista Volker Schlöndorff insieme alla moglie, Margarethe Von Trotta e a Jean Claude Carrière, in cui Ganz è affiancato da un cast curioso e certamente non privo di fascino che va dal grande regista polacco Jerzy Skolimowski nel ruolo del fotografo Hoffmann ad Hanna Schygulla, Gila Von Veiterschausen, Fouad Naim, Peter Urtel, John Munro e al popolare attore francese Jean Carmet, nelle vesti dell’ambiguo Rudnik. La colonna sonora è firmata da Maurice Jarre.

Il giornalista tedesco Georg Laschen  in crisi con il proprio lavoro, con la moglie e con il mondo, è vicino al punto di rottura. Per queste ragioni  quando il settimanale per cui lavora gli propone di andare in Libano come corrispondente, decide di accettare. Quel che trova però non è soltanto la terribile guerra civile tra falangisti cristiano-maroniti da una parte e musulmani e palestinesi dall’altra. È anche la guerra tra reporter, affannosamente impegnati nella ricerca dello scoop sensazionale.
Profondamente scosso da questa esperienza nello scenario violento di  Beirut e deluso da tutto, anche dalla bella segretaria dell’Ambasciata tedesca per la quale si era deciso a chiudere il rapporto con la moglie, alla fine Georg torna a casa.
Qui decide di buttar via tutti gli articoli che ha scritto e riparte daccapo, forse verso una nuova vita.
Questo, evidentemente, non è un film sul Libano. È un film su gli affanni e gli scrupoli morali di noi europei nei contronti delle tragedie che avvengono a distanza di sicurezza dalle nostre case.
Il regista Volker Schlöndorff fonde (e confonde) abilmente scene di finzione e filmati di repertorio ammonendoci sulla difficoltà di distinguere il falso dal vero, una preoccupazione da sempre opportunamente avvertita che oggi ha il valore di un avviso imprescindibile.
Certamente la scelta di un film come “L’inganno” rende l’appuntamento di lunedì non soltanto una celebrazione ritualmente cinefila ma vuole ricordare Bruno Ganz nel modo migliore.