Rende, stasera “Medium” al Santa Chiara

MEDIUM, UN MISTERY POLACCO DI JACEK KOPROWICZ, INEDITO IN ITALIA, SARA’ PROPOSTO DA UGO G. CARUSO IN VERSIONE ORIGINALE SOTTOTITOLATA LUNEDÌ 18 AL SANTA CHIARA DI RENDE PER IL SESTO APPUNTAMENTO DELLA RASSEGNA “L’ORA DEL LUPO”

Per il sesto appuntamento della rassegna “L’ora del lupo” ideata da Ugo G. Caruso ed Orazio Garofalo, stasera lunedì 18 Febbraio alle ore 20.45 è in programma al Santa Chiara di Rende (Cosenza) un rarissimo film polacco, inedito nelle sale italiane, ignorato da dizionari e guide, completamente sfuggito ai radar della critica cinematografica italiana, anche a quella più attenta ai generi come il mistery o il noir.

“Medium”, è un film diretto nel 1985 da Jacek Koprowicz (nel cast “i kieslowskiani” Jerzy Stuhr e Grazyna Szapolowska). Il film che può essere definito un thriller parapsicologico d’atmosfera mitteleuropea, attinge alla feconda tradizione nera della letteratura nazionale, rimanda a Caligari e Mabuse e si apparenta ai vertiginosi romanzi d’intreccio di scrittori “asburgici” come Leo Perutz e Alexander Lernet-Holenia.

LA TRAMA

Ottobre 1933. Nell’elegante stazione balneare di Sopot, sulla costa baltica (al tempo tedesca, oggi in Polonia), un noto parapsicologo, il professor Wagner, aderente alla Loggia di Londra della Società Teosofica, apprende da sua sorella Greta, dotata di poteri extrasensoriali, che in quel preciso istante per la città si aggirano, ognuno per proprio conto e ciascuno ad insaputa degli altri, tre individui, due uomini ed una donna, guidati dalla volontà di un misterioso medium dai poteri straordinari. Uno dei tre, inconsapevolmente, è proprio il commissario Selin, incline all’alcol e allergico al nazismo appena impostosi al potere, al contrario del suo assistente Krank, un giovane ambizioso e senza scrupoli che per ragioni si carriera ha aderito con zelo al nuovo regime.

Per sincerarsi delle condizioni di salute del signor Orwitz, titolare di un negozio di animali ed ammalato gravemente di diabete, i due si ritrovano nella lussuosa villa di questi dove molti anni prima era stato commesso un triplice omicidio passionale dai risvolti morbosi. L’unico superstite all’epoca fu proprio Orwitz che aveva solo quattro anni ed era figlio di due delle vittime. Questi viene ora ritrovato in condizioni disperate e subito ricoverato per coma diabetico. Mentre la città è percorsa da minacciosi e trionfanti cortei di camicie brune in un clima opprimente di sospetto e delazione, Selin e il suo vice conducono indagini separate sul vecchio caso di cronaca nera. Krank che d’accordo con i gerarchi locali vorrebbe soppiantare il proprio superiore, attraverso ricerche d’archivio scopre una serie di particolari sul fosco fatto di sangue. Dal canto suo, Selin entra in contatto con il professor Wagner e sua sorella che gli spiegano come il potente medium intenda riprodurre quegli efferati omicidi avvalendosi di tre “doppelganger”, perfetti sosia del misfatto originale, facendoli convenire nel luogo del delitto e ricreando le condizioni del crimine. Un delitto per metempsicosi. L’ora prescelta è vicina, quella dell’eclissi solare annunciata, perfetta per il favore dell’oscurità e perchè tutti saranno distratti dal fenomeno. Come impedire il ripetersi di quello scenario contro la volontà del potentissimo medium? Ma soprattutto, chi è costui e per quale ragione ha ordito un piano così incredibile? Dietro si nasconde di certo un terribile segreto. Se l’esperimento riuscisse non solo qualcuno potrebbe disporre di altri individui per i suoi piani criminali ma sarebbe in gioco addirittura il potere dell’immortalità…

Premiato per la migliore sceneggiatura al Mystfest di Cattolica del 1986, Caruso ricorda di esserne rimasto molto impressionato e di averlo potuto così recuperare grazie ad un quasi “invisibile” passaggio televisivo di qualche anno dopo nel cuore della notte. In seguito lo avrebbe riproposto con successo al Cineclub Alphaville di Roma nel suo personalissimo ciclo “I capolavori sconosciuti secondo Ugo G. Caruso. In effetti, il film diretto da Jacek Koprowicz può ritenersi un capolavoro del mistery o, comunque, un’opera notevole ed originale, beninteso molto distante dai suoi omologhi di genere americani e pure dell’Europa occidentale.

Le sue atmosfere sospese e rarefatte attingono agli umori neri di cui è intrisa la migliore letteratura polacca (Witkiewicz, Schulz, Gombrowicz, Mrozek), l’ordito invece rimanda agli intrecci vertiginosi di scrittori “asburgici” come Leo Perutz e Alexander Lernet-Holenia, senza dimenticare i riferimenti più strettamente cinematografici a grandi manipolatori delle coscienze come il Dr. Caligari ed il Dr. Mabuse, visionarie premonizioni espressioniste della tragedia nazista incombente. Secondo Caruso “c’è una feconda tradizione mitteleuropea nel campo del mistery, dell’intrigo dai risvolti fantastici o a sfondo esoterico, del giallo “metafisico”, del romanzo d’intreccio dalle atmosfere noir, basterebbe pensare a Gustav Meyrink ma soprattutto, ancor prima di lui, a tutta la tradizione cabalistica della letteratura ebraica antica. Medium è consustanziale a questo fecondo clima culturale e ne prolunga degnamente la linea”.